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Arti Marziali: Kyudo – Sviluppo dell’Arcieria Giapponese

10 July 2019 By SakuraMagazine

kyuudo

Gli studiosi suddividono lo sviluppo dell’arcieria giapponese usando una classificazione culturale e non tecnica, in quanto dal punto di vista tecnico, prima del 1500 esistevano svariati stili che però erano limitati ai vari clan e quindi non riconducibili a vere e proprie scuole. La suddivisione è la seguente:

  • REISHA – tiro cerimoniale. Sotto questa classificazione ricadono tutti gli stili usati in passato durante le cerimonie religiose o commemorative e la scuola Ogasawara ne fu l’apice.

Fondata da Ogasawara Nagakiyo agli inizi del 1200, fu la scuola che codificò il tiro cerimoniale (e anche il tiro militare) inizialmente per i Kuge, i nobili di corte, e poi in seguito anche per i guerrieri d’alto rango, come il primo Shogun Minamoto no Yoritomo.  Tale scuola elaborò anche il tiro a cavallo, il più noto dei quali è lo yabusame; tale istituzione scomparve quasi del tutto nel Sengoku Jidai (l’epoca degli stati combattenti) per essere poi rifondata da Ogasawara Tsuneharu nella prima metà del 1700 dietro ordine dell’ottavo shogun Tokugawa Yoshimune. Attualmente i suoi insegnamenti continuano ad essere ad oggi praticati. 

  • BUSHA – tiro militare. Da sempre presente nella storia dell’arcieria giapponese, le prime evidenze dell’uso dell’arco in un combattimento risalgono però al periodo Kofun. Il suo massimo sviluppo si ebbe con il sorgere della scuola Heki, alla fine del 1400. Verso la fine del periodo Muromachi e per tutto il periodo Edo, fu la scuola di kyudo più praticata in assoluto. Il ramo Insai Ha, nato nel 1600 e lo stile Heki, ancora oggi praticato, è conosciuto come Heki To-Ryu, dove “To” sta ad indicare lo shogun di riferimento, in quanto questo stile venne adottato dalla casata dello Shogun nel 1603. Il tiro militare (Busha) viene a sua volta diviso in altre tre classificazioni: 
  1. Kisha – tiro a cavallo (militare e cerimoniale), peculiarità dei guerrieri di alto rango. Tutte le forme di allenamento militare e cerimoniale per il tiro a cavallo ricadono sotto questa classificazione. Le più note sono Yabusame, Kasagake e Inuoumono, sia come allenamento per combattimento che come evento cerimoniale. Attualmente vengono praticati ancora per motivi cerimoniali lo Yabusame e lo Kasagake, secondo la loro rielaborazione risalente al 1912. L’inuoumono invece venne sospeso molto presto e verso la fine del 1700 del tutto abolito.
  2. Hosha – tiro a piedi. Tipologia di tiro con l’arco che tutti gli stili, nei secoli, hanno insegnato ai propri guerrieri. Dalla fine del 1400 in poi, indicò prevalentemente la scuola Heki, nei suoi vari rami e soprattutto l’Insai Ha, specializzato nel tiro da combattimento. Dal tiro Hosha, nacque quello che poi successivamente divenne lo stile della Federazione moderna, priva di ogni elemento di richiamo al mondo militare e che adottava l’etichetta cerimoniale della seconda scuola Ogasawara.
  3. Dosha – tiro del tempio. Le prime notizie di questa pratica risalgono alla fine del XII secolo e riguardano il tentativo da parte di abili arcieri di tirare una freccia che riuscisse a percorrere l’intera lunghezza della veranda del tempio di Sanjusangendo, a Kyoto, senza che questa toccasse le travi del soffitto o rimbalzasse sul pavimento. All’inizio del periodo Edo, (nel 1605) questa pratica venne definitivamente regolamentata, eliminando gli eccessi dei secoli precedenti e trasformandola nel maggiore evento legato al tiro con l’arco del periodo Edo. Ciò portò alla nascita di veri e propri stili che insegnavano esclusivamente la tecnica per scoccare frecce che percorressero la lunghezza dell’intera veranda (120,7 metri). E’ proprio da questa pratica che nacque l’equipaggiamento per il kyudo moderno e la forma definitiva che ancora oggi ha lo yumi. 
  • DOSHA – tiro del tempio (come già descritto prima). Dopo la restaurazione Meiji e l’abolizione delle classi sociali, nel 1889 nacque la Honda ryu, fondata da Honda Toshizane, ex samurai al servizio dello Shogun e maestro di Dosha.

Toshizane elaborò uno stile più semplice, adatto ad essere insegnato anche alla gente comune. Questo stile non si prefiggeva alcun obiettivo particolare se non il solo piacere di tirare per ottenere una crescita personale etica, intellettuale e morale. Ebbe un grande successo e il nuovo stile si diffuse in tutto il Giappone diventando lo stile principale insegnato anche nelle scuole e università. Dopo il 1895 vennero introdotti gli esami per ottenere i Dan; ciò permise di incentivare la pratica da parte degli studenti. Nel 1926 il ministero cambiò la sillabazione da Kyujutsu (tecnica dell’arco) in Kyudo (via dell’arco).

Dopo un periodo di fermo dovuto alla Seconda Guerra Mondiale, al termine del conflitto il comando alleato nel 1949 diede il permesso al kyudo di poter essere praticato nuovamente, ma a patto che ciò fosse statto solo come semplice attività sportiva. I

In Germania, nel 1948 viene pubblicato per la prima volta il libro Lo Zen e il tiro con l’arco e nel 1956 questo libro viene pubblicato anche in Giappone con il titolo Yumi to Zen. Sebbene non esista nessuna evidenza storica di alcun testo di una qualche scuola o stile che accosti il tiro con l’arco alla disciplina Zen e nessun giapponese, di oggi o del passato, abbia mai accostato lo Zen al Kyudo, questo libro viene spesso citato ad esempio per presentare il mondo del tiro con l’arco giapponese come una filosofia che a volte ha anche risvolti mistici o religiosi. Niente di più sbagliato.

E’ ormai appurato da ricerche universitarie moderne che questa idea distorta ha origine in occidente e che è stata la voglia di occidentalizzazione delle nuove generazioni di giapponesi che hanno avallato questa idea.

Articolo scritto da Carlo Broggi e gentilmente concesso al SakuraMagazine.

 

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