Okinawa è una piccola isola di milleduecento chilometri quadrati (la superficie della provincia di Livorno o di Varese) situata nell’arcipelago delle isole Ryukyu. Si trova a metà strada tra il Giappone, le coste della Cina e Taiwan. Il suo clima subtropicale e le sue paradisiache spiagge ne fanno un luogo di villeggiatura molto apprezzato dai giapponesi. D’altro canto, l’isola vive principalmente di turismo. Al secondo posto come attività economica troviamo pesca e agricoltura.
In Occidente Okinawa è nota soprattutto per essere stata teatro di scontro tra le forze armate giapponesi e quelle americane durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli appassionati di arti marziali sanno inoltre che è il luogo di nascita del Karate e del Kobudo. Cionondimeno, la storia di Okinawa e del suo arcipelago non si limita a questo.
Grazie alla loro posizione strategica per il commercio marittimo nell’Asia sudorientale, le isole Ryukyu sono state a lungo oggetto di contesa tra Giappone e Cina. Nondimeno, alla fine del XIV secolo il sovrano Sho Hashi unifica l’arcipelago e proclama l’indipendenza del regno Ryukyu. Nel 1609, l’arcipelago è invaso dai giapponesi e diventa un protettorato. Verrà completamente annesso al Giappone nel 1879 e rimarrà, da allora, una prefettura giapponese.
Gli abitanti di Okinawa e quelli delle isole di Ryukyu sono infatti a pieno titolo considerati parte delle rare minoranze giapponesi. Gli okinawesi si distinguono dal resto del Giappone per la loro cultura (più affine a quella delle Filippine e della Cina che a quella del Giappone), la loro gastronomia (eccezionale), la lingua (l’ushinaguchi, un dialetto derivato dal giapponese ma al tempo stesso diverso) … e l’estrema longevità, che ha attirato l’attenzione del mondo fin dagli anni Settanta.
Lo Studio dei Centenari di Okinawa
Il primo a interessarsi della salute e della longevità della popolazione di Okinawa è stato un po’ per caso il cardiologo e gerontologo giapponese Makoto Suzuki. Nel 1970 l’isola di Okinawa, più povera del resto del Giappone, aveva un servizio sanitario assai scarso. Il governo decise quindi di inviarvi il dottor Suzuki e istituire un ambulatorio.
Fin dal suo arrivo, il medico rimase colpito dal cospicuo numero di anziani annoverati sull’isola, come pure la loro apparente buona salute. Nel villaggio di Yomitan, nel cuore di Okinawa, conobbe una centenaria che gli parve in perfetta forma. La donna raccontò, come se si trattasse della cosa più naturale del mondo, che anche una delle sue vicine aveva tagliato il traguardo dei cent’anni. Incuriosito il dottor Suzuki decise di controllare i registri di nascita e si rese conto che risalivano al 1872. Il villaggio di Yomitan contava ventotto centenari.
Molto sorpreso da questa eccezionale informazione, il dottor Suzuki condivise la sua scoperta con il governo giapponese e decise di convincere il ministero della salute a finanziare uno studio sui centenari dell’isola. Dopo un’ulteriore verifica dei certificati di nascita di tutti gli abitanti dell’isola, cosa che permise di appurare che Okinawa annoverava un numero impressionante di centenari e che i suoi abitanti avevano un’aspettativa di vita sensibilmente più alta di quelli del resto del Giappone e dei Paesi occidentali, venne avviato l’Okinawa Centenarian Study (OCSm studio sui centenari di Okinawa).
Supervisionato dal dottor Suzuki in collaborazione con i fratelli Willcox, due gerontologi canadesi, lo studio è stato avviato nel 1976 ed è ancora in corso. Consiste nel seguire regolarmente centinaia di anziani, tra cui ottocento centenari e cinque “super centenari” (anziani di oltre centodieci anni), così da censire i nuovi centenari, stabilire le statistiche dell’aspettativa di vita sull’isola, capire le cause dell’eccezionale longevità degli abitanti nonché determinare le malattie di cui soffrono e quelle che ignorano.
Fonte: estratto tratto dal libro I Segreti dei Popoli Centenari – I principi svelati della salute e della longevità di Muriel Levet ed edito da Edizioni il Punto d’Incontro
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