Yokohama nella seconda metà del XIX secolo era un crocevia di stranieri, molti di essi vi risiedevano. Il pittore e fumettista inglese Charles Wirgman creò una rivista di informazione per stranieri, usando la tecnica delle vignette.
La rivista fu ampiamente apprezzata e la sua pubblicazione continuò dal 1862 al 1887. I temi ricorrenti erano gli elementi di satira politica, di frustrazione per le incomprensioni fra autoctoni e stranieri e gaffe comportamentali. Questi furono i primi fumetti stampati in Giappone nella concezione moderna del termine, vignette con disegni stilizzati e con brevi testi incasellati in cornici.
Il primo vignettista giapponese fu Rakuten Kitagawa (1876-1955). Studiò la pittura occidentale presso lo studio di Yukihiko Ouno. Nel 1895 iniziò a disegnare fumetti insieme all’australiano Frank Arthur Nankivell. Fu proprio Rakuten a recuperare il termine manga (con riferimento ai quaderni manga di Hokusai) in senso moderno per identificare questo tipo di fumetto nato dall’influenza occidentale.
Nel 1899, Rakuten iniziò a lavorare per il quotidiano Jiji Shimpo e dal gennaio 1902 e disegnò le vignette dell’allegato domenicale Jiji Manga. La sua fonte di ispirazione furono i fumetti americani Katzenjammer Kids e Yellow Kid. Ebbe diversi riconoscimenti alla carriera. Il suo studio divenne museo comunale di arte e fumetto nel 1966 ed è con buona probabilità il primo museo dedicato al fumetto. Fra i suoi allievi vi fu Shimokawa, uno dei primissimi patriarchi delle prime opere di animazione giapponese. Osamu Tezuka lo annoverò fra i fumettisti che lo ispirarono.
Nel 1914 la casa editrice Kodansha pubblica Shonen Kurabu (club dei ragazzi) ossia la prima rivista per ragazzi dedicata interamente ai fumetti, all’interno della quale viene stampato tra il 1914 e il 1931 Norakuro che narra la storia di un cane che viene arruolato nell’esercito. L’autore è Tagawa Suiho. Il cane di leva combatte contro i nemici dell’esercito giapponese, gli americani, fra cui Topolino e Braccio di Ferro. Ma è solo nel 1923 che la stessa casa editrice pubblica Shojo Kurabu (club delle ragazze), una rivista di fumetti dedicata a un pubblico interamente femminile.
Nel 1946 Machiko Hasegawa disegna il manga “Sazae-san”. E’ con Osamu Tezuka nel 1951 che il manga assume quei caratteri di dinamismo, effetti scenici e trama che presentano le caratteristiche principali attuali. Fa un’analisi attenta dell’animazione americana ed Europea e scopre degli stratagemmi per avvicinarsi alla qualità straniera attraverso le scarse che possedevano.
Anche Go Nagai è considerato uno dei geni del manga moderno. Attraverso la sua fantasia e la sua bravura, ha inventato i robottoni combattenti che possonoe ssere guidati dall’interno. In questa categoria s’inserisce Mazinger Z (2/11/1972), uno dei suoi più importanti fumetti.
Oltre a ciò rinnova e sviluppa il genere d’orrore dei romanzi di genere del XIX secondo, con Mao Dante e Devilman. Il suo Cutie Honey, narra la storia di una bellissima androide con sentimenti umani che vuole vendicare il padre inventore e fermare la congregazione delinquenziale Panther Claw.
Rientra in vari sottogeneri e ne inaugura altri: si inserisce nel filone delle donne spadaccine che nascondono l’identità per vendicare il padre, come la principessa Wakana o la principessa Yuki; il genere maghette si trasforma con vari aspetti, supereroistico individuale al femminile e si presenta con il Nanori (presentazioni con pose teatrali).
Una curiosità: nella serie televisiva Honey in 20 puntate uccide 268 nemici! Inoltre ci sono scene di nudità fra una trasformazione e l’altra, che crearono all’epoca molto scalpore. L’associazione di genitori fece chiudere la serie in anticipo, ma questo cartone segnò il punto di partenza per i fumetti e gli Anime maliziosamente ammiccanti ed erotici.
Fonte: Testo tratto da pannelli esplicativi in mostra durante l’evento Lucca Comics&Games 2019
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