Provate a chiedere ad un qualsiasi giapponese ma anche non, di citarvi una forma tradizionale di teatro caratteristico e subito parole come Kabuki o Teatro Noh avrebbero il primo posto. A seguire poi ci sarebbe il Bunraku, specie se ci si trova nelle zone di Osaka.
Pochi invece sarebbero coloro che citerebbero quel teatro che però riesce a riempire più posti, apportando ad ogni spettacolo un gran numero di spettatori, anno dopo anno: si tratta proprio del teatro Takarazuka o meglio chiamato Takarazuka Reveu, per dare un tocco più formale a questa famosa compagnia teatrale e musicale.
La maggior parte della gente della Prefettura di Hyogo, dove il teatro è nato, ha dato questo nome (Takarazuka Reveu) per attribuire più glamour e sfarzo al teatro dato che si tratta di un mondo di balli, danze e di sole donne ad interpretare i ruoli delle opere che vengono rappresentate (anche i ruoli maschili).
In realtà anche se Kabuki o Noh sono forse i più rinomati, per ogni appassionato di rappresentazioni dal vivo, che sia giapponese o che sia straniero, il Takarazuka, con tutti i suoi cambi di sfarzosi costumi dall’inizio sino alla fine degli spettacoli, è tanto profondo ed intenso come lo sono i teatri di soli attori maschili quali sono appunto il Kabuki o il Noh.
Il Takarazuka è molto apprezzato e amato in quanto offre spettacoli e rappresentazioni più flessibili e vicini ad un pubblico moderno con opere tratte da film di grande successo come Casablanca, Il Discorso del Re o altri spettacoli provenienti dall’Europa come La Primula Rossa o il musical viennese Elisabeth. Inoltre, molti di questi e altri spettacoli, rinomati per fama in tutto il mondo, sono stati eseguiti non solo al teatro ufficiale Takarazuka di Hibiya ma anche in zone non lontane da Kobe e da Osaka.
Però le cose non sono sempre state così. Proviamo infatti a fare un salto indietro nel tempo, nell’anno in cui il Takarazuka è nato: il 1913. In quell’anno Ichizo Kobayashi, fondatore e presidente della Hankyu Railways che operava nella zona settentrionale della zona Kansai, ebbe la brillante idea di intrattenere i visitatori presso la sorgente termale vicino a Takarazuka utilizzando delle piccole band femminili di cantanti e ballerine: in questo modo motivava il pubblico ad andare a rilassarsi in tale luogo, riuscendo così ad aumentare le vendite dei biglietti della sua compagnia che all’epoca collegava la città con i vicini centri abitati e villaggi.
Giunta la fine dell’Era Taisho (1912-1926) e iniziata la nuova era, l’Era Showa, sempre più frequenti erano le influenze da parte dell’occidente nei confronti di un paese come il Giappone che aveva vissuto sotto varie dittature militari, feudali e con samurai come personaggi comuni presenti nella vita di tutti i giorni.
La vera storia di Takarazuka, la città si intende, iniziò esattamente 100 anni fa, quando (nel 1913), proprio in questo luogo venne messo in scena il primo piccolo spettacolo chiamato Donburako, opera basata sul vecchio racconto popolare Momotaro, che narra la storia di un bambino trovato dentro ad una pesca. Questo semplice racconto segnò l’inizio di una serie di spettacoli sempre più complessi e articolati che avrebbero fatto la storia del teatro Takarazuka da allora sino ai giorni nostri, per tutto l’intero secolo.
I primi 30 anni di spettacoli e performance teatrali, videro una grande crescita sempre costante del teatro, con conseguente aumento dei profitti che permisero di comprare degli adeguati edifici teatrali per le esibizioni della compagnia: una sede fu situata proprio nella città di Takarazuka, che ora ha una popolazione di circa 220.000 abitanti, e un’altra sede a Tokyo.
Le cose purtroppo non furono sempre così facili: con l’avvicinarsi della seconda guerra mondiale, gli spettacoli andavano comunque in scena ma erano tutti orientati verso una morale nazionalistica e in promozione delle imprese belliche. Dopo la fine della guerra, a causa della presenza delle forze alleate che occupavano la nazione, più volte si dovette discutere se vietare spettacoli e chiudere i teatri: fortunatamente però il Takarazuka riuscì ad evitare tale fine e a rimanere attivo. […]
Nei decenni successivi, la sopravvivenza del Takarakazuka negli anni, anche quelli difficili della guerra, era dovuta al fatto che aveva da sempre rappresentato una sorta di ponte tra le forme del dramma teatrale occidentale e quello giapponese. Durante l’anno, ad intervalli regolari, presentava anche drammi tratti da opere coreane e cinesi, adattamenti di storie di libri e narrazioni occidentali e di film famosi come Ufficiale e Gentiluomo (1982) o Ocean’s Eleven (2001).
Nonostante quindi il teatro Takarazuka presenti opere e produzioni a livello globale, di qualsiasi nazione, la stella principale della compagnia Yuzuki Reon, che interpreta molti dei ruoli da protagonista ha affermato:
Il Takarazuka è parte della cultura giapponese. Esattamente come il teatro Kabuki, che è stato amato e apprezzato per secoli e secoli in Giappone, così anche il Takarazuka è una forma del tutto femminile di teatro che oggi compie un secolo di storia. La sua caratteristica principale e distintiva è che sono le donne che interpretano tutti i ruoli (anche quelli maschili), rappresentando così la forma ideale di mascolinità.
In questo secolo di storia il Takarazuka è riuscito ad elevarsi al pari del Kabuki, del Teatro Noh, del Bunraku e del Rakugo (quest’ultimo è di genere comico) secondo molti giapponesi che seguono e sono appassionati di teatro e ciò è qualcosa di cui Reon è incredibilmente fiera.
Mi sembra incredibile il fatto che io stessa sia una delle principali attrici del teatro in questo momento. In realtà siamo qui come risultato dell’impegno di tutti coloro che hanno fondato e sviluppato questa forma di teatro da tante generazioni in questo secolo e noi (attuali membri di questo gruppo) dobbiamo fare lo stesso per le nostre future generazioni.[…]
Tratto dall’articolo di Mark Buckton scritto per il Japan Times
Traduzione: Sakura Miko
Altri libri sul teatro giapponese:
- Teatro giapponese contemporaneo di Oriza Hirata e Yoji Sakaye
- Il segreto del Teatro No di Motokiyo Zeami
- La danza giapponese di Tamotsu Watanabe
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