Quando, alla fine del XIII secolo, Marco Polo apprese dai cinesi l’esistenza del Giappone, Jih-Pen-kuo, il Paese del Sol Levante, già da mille anni la Cina aveva contatti con l’arcipelago.
E’ difficile riassumere la lunga fase della storia giapponese che precede le prime figure imperiali. Numerosi racconti mitologici mescolano infatti divinità, uomini, avvenimenti, fino a che la dea del sole Amaterasu Oumikami, nell’atto di consegnare i simboli della regalità (spada, specchio, collana) a suo nipote Ninigi, che scendeva a conquistare l’arcipelago, disse:
La terra dove tu andrai sarà governata ereditariamente dai miei discendenti. Va’ e che la prosperità della dinastia imperiale sia eterna, come sono eterni il cielo e la terra.
Da allora fino ad oggi il Giappone è stato governato da questa figura, il Tennou (l’imperatore), che ha organizzato lo Stato sintetizzando in sè sia il potere religioso che politico. La più completa delle antiche descrizioni del Giappone si trova nel Wei Zhi, una cronaca cinese compilata prima del 297 d.C., che contiene varie informazioni (presumibilmente fornite da funzionari o da mercanti che avevano visitato il Giappone) e descrive l’itinerario per giungervi e per recarsi nei diversi centri.
Viene menzionato il paese di Yamayai, retto da una regina nubile di nome Himiko. Alcuni storici giapponesi hanno considerato la possibilità che Yamayai si riferisse a Yamato, l’antico distretto della capitale nel Giappone centrale e che Himiko potesse essere una traduzione di Himeko o “principessa del sole”, titolo usato più tardi dai membri della famiglia regnante.
La leggenda dei primordi dello Stato giapponese inizia con la separazione di cielo e terra; poi da un luogo indeterminato compaiono due divinità, fratello e sorella, Izanami e Izanagi, che diedero forma alle isole giapponesi tirando a galla dal mare frammenti di terra. Fu la volta poi delle divinità della “Pianura dell’alto cielo” (Takamagahara), fra cui Amaterasu Oukami, la Dea del Sole e suo fratello Susanoo no Mikoto, Dio delle Tempeste e della Violenza.
Queste due divinità generano a loro volta la serie di dei che diventano poi gli antenati delle più importanti famiglie che in seguito saranno protagoniste delle lotte per il potere in Giappone.
Amaterasu generà dunque la più importante stirpe di sovrani sulla terra, un gruppo di famiglie note come la “Stirpe del Sole”, mentre Susanoo, suo fratello, diventa l’antenato del lignaggio dei sovrani di Izumo.
Amaterasu fa quindi scendere suo nipote, Ninigi no Mikoto, sulla terra e lo colloca nel Kyuushuu, settentrionale con i suoi guerrieri. Due generazioni più tardi il nipote di Ninigi abbandona il Kyuushuu e attraverso il Mare Interno occupa Yamato, dove stabilisce la sede del suo governo e viene riconosciuto come il primo “imperatore” del Giappone, Jimnu (Guerriero Divino).
Dalla regione Yamato, attorno a Nara, i discendenti di Amaterasu avanzarono verso il Nord e l’Est in un perenne stato di guerra, che rese subito di primaria importanza il fattore militare. Il successore di Jimnu conquista Izumo e altre regioni completando così il processo di unificazione della nazione. D’ora in poi la leggendaria nascita dello Stato giapponese si trasforma in storia; compaiono gli uji o “clan”, grandi gruppi di famiglie imparentati da vincoli di sangue, con una linea principale, tenuti insieme dall’autorità patriarcale del capo della stirpe.
L’ascesa della dinastia della Stirpe del Sole avvenne in modo graduale, annettendo diversi uji grazie anche al loro prestigio sacerdotale. Il sottile gioco degli interessi e dei contrasti fra i vari gruppi, al di sopra dei quali il capo Yamato fungeva da pacificatore, creò così una tensione dinamica che diede stabilità all’organizzazione e impedì che la Stirpe del Sole venisse rimossa dalla sua posizione di custode della pace.
Verso il 500 d.C. il Giappone ha raggiunto l’unità politica, conosce i metalli, è un paese con proprie credenze religiose ormai codificate in un sistema, lo shintoismo. La storia del Giappone sarà comunque caratterizzata, sin dagli inizi, dalle rivalità fra gruppi che si scontreranno intorno alla figura dell’imperatore.
Nasce quindi in questo periodo la coesione del gruppo, l’appartenenza al clan; la nozione di Stato è vaga. L’imperatore governerà sempre affiancato da importanti famiglie che di fatto detenevano il reale potere e lo conservarono nei secoli fino a che non saranno soppiantate dalla classe militare.
Alla famiglia Imbe (450-480 circa) si sostituì quella dei Soga (480-530 circa), che a sua volta fu spodestata dal clan Otomo (fino al 540). Furono anni di lotte interne e di conquiste che implicarono il mantenimento di truppe che conquistarono importanza sempre maggiore sia per il clan imperiale che per le ricche famiglie.
Dalla metà del III secolo alla metà del VII il potere in Giappone fu esercitato da una gerarchia di famiglie la cui autorità, anche se ottenuta con la forza militare, venne poi istituzionalizzata su base ereditaria. Durante il regno dell’imperatore Kimmei (540-571) due erano le famiglie che si fronteggiavano, quella dei Soga e quella dei Motonobe.
Il pretesto per la lotta aperta fra le due fu offerto dall’introduzione del buddhismo.
Tratto dal libro I Samurai di Alida Alabiso (collana e-Newton il Sapere)
Libri Consigliati:
- Antologia del buddhismo giapponese
- Storia del Giappone e dei giapponesi di Robert Calvet
- Storia del Giappone. Dalle origini ai giorni nostri di Edwin O. Reischauer
- Storia del Giappone di Kenneth di G. Henshall
- Kojiki. Un racconto di antichi eventi
*** Se trovi gli articoli, le traduzioni e le recensioni di questo sito utili, per favore sostienilo con una donazione. Grazie! ***