つ ま ら な い も の で す が 。。。
Tsumaranai mono desu ga…
E’ una cosa insignificante/di poco conto, ma…
Questa locuzione, dal tono un pò strano, è il modo convenzionale che viene usato quando ci si appresta a dare a qualcuno un regalo. Spesso sentita in Giappone, dove sia il “dare un regalo” che la “linguistica auto-deprecazione” sono fortemente ritualizzati, espressioni come questa può qualche volta provocare una reazione di confusione in un non nativo.
Dopotutto, se ci pensiamo, uno potrebbe dire: “ma se pensa che sia una cosa insignificante e di poco conto, perché la sta regalando a me?”. Se poi aggiungiamo “all’insignificante” Tsumaranai il fatto che può essere tradotto anche con “noioso” o “inutile”, allora è ovvio che chi riceve il regalo ne rimarrà maggiormente confuso e perplesso.
Va però sottolineato che la frase non vuole certo dire che colui che dice tale frase crede davvero che il dono sia noioso o inutile (magari però potrebbe pensarlo ma probabilmente non lo direbbe). Quindi si tratta di una frase che denota umiltà, presumibilmente con l’intenzione di allontanare da chi riceve il regalo quel senso d’obbligo, imbarazzo o troppa gratitudine.
E’ curioso inoltre come, nonostante un non nativo possa capire bene qual è l’intento che c’è dietro ad una frase del genere, al giorno d’oggi la gente spesso tende a mettere da parte espressioni così formali e di rito, in favore di un linguaggio più chiaro e diretto.
I giovani in particolare, quando danno un regalo, potrebbero infatti esprimersi dicendo ad esempio:
こ れ 、 と て も お い し いん で す よ
Kore, totemo oishii ndesu yo
E’ davvero deliziosoき っ と お 似 合 い だ と 思 い ま し て。。。
Kitto oniai da to omoimashite
Pensavo che ti sarebbe stato bene….
Un’altra frase, di tono umile, che chi fa un dono può dire è:
珍 し く も ご ざ い ま せ ん が 。。。
Mezurashiku mo gozaimasen ga…
Non è niente di speciale, però…
Questa espressione è utile quando si regalano degli oggetti d’uso quotidiano o per la casa (saponi, tovaglie oppure della frutta, caffè, birra o qualcosa di simile…), spesso dati come regalo di metà estate (ochuugen) oppure come dono di fine anno (oseibo), momenti in cui tale frase non è solo propriamente umile, ma anche adatta all’occasione.
Questa, come altre frasi a seguire, sono poi spesso seguite dalla parola “douzo” (“per favore, accettalo”), detto ovviamente mentre si porge il regalo.
Quando il dono è qualcosa fatto a mano, allora ci si aspetta un umile sminuire del proprio operato con espressioni come:
お 恥 ず か し い の で す け れ ど。。。
Ohazukashii no desu keredo…
Ho fatto davvero qualcosa da poco/qualcosa di imbarazzante, però…う ま く で き な か っ た ん で す け ど 。。。
Umaku dekinakatta ndesu kedo…
Non è proprio venuto bene, ma….
Ci sono poi espressioni che sminuiscono il valore del regalo ma allo stesso tempo enfatizzano il sentimento che quel regalo rappresenta o il motivo per cui è stato fatto:
心 ば か り の 品 で す が 。。。
Kokoro bakari no shina desu ga….
Questo è solo un piccolo simbolo del mio apprezzamento
Una frase come questa comunica qualcosa di più di una semplice e formale cortesia ed è utile da usare quando il dono vuole essere un modo per esprimere qualcosa di più della semplice cortesia o buone maniere.
Tratto da libro A Handbook of Common Japanese Phrases
Traduzione: Sakura Miko
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