Ouda Nobunaga e la fine delle Sette Buddhiste
Il periodo di Muromachi e il governo degli Ashikaga terminarono nel 1573 con l’abdicazione del quindicesimo e ultimo shougun di quella famiglia. Ashikaga Yoshiaki (1537-1597, in carica dal 1568). La cosiddetta guerra dell’era Ounin cominciò nel 1467 e finì, ufficialmente, nel 1477, ma la fine della guerra non portò la pace nel paese. Il governo non aveva più la forza necessaria per dirigere il paese e in quasi tutte le province regnava l’anarchia, e anche la famiglia imperiale era ridotta alla povertà.
Nella confusione più totale fu Ouda Nobunaga (1534-1582), il daimyou della provincia di Owari (l’attuale provincia di Aichi), che colse l’occasione per conquistare l’egemonia del paese, anche con l’appoggio dell’imperatore Ougimachi (1517-1593, regno 1560-1586). Nobunaga dimostrò subito le qualità che dovevano portarlo al successo. Senza fretta di cambiamenti, mantenne la linea degli shougun della famiglia Ashikaga che si stava chiaramente estinguendo per la loro incapacità di governo.
Il tredicesimo shougun Ashikaga fu Yoshiteru (1546-1565, in carica dal maggio all’agosto del 1565). Il quattordicesimo, Yoshihide (1540-1568, in carica dal febbraio al settembre del 1568), morì quando alcuni nobili di Kyoto appiccarono il fuoco al suo palazzo. Il suo successore, e ultimo shougun del periodo Muromachi, fu Ashikaga Yoshiaki, costretto ad abdicare nel 1573. Questa fu la fine dello shougunato degli Ashikaga.
Nobunaga non aveva alcuna simpatia per il buddhismo che egli considerava come un ostacolo al suo intento di ristabilire la pace e, naturalmente, di ottenere la supremazia del paese. Per raggiungere il suo scopo, Nobunaga si associò con due capaci signori feudali, anch’essi desiderosi di mettere ordine nel paese e, naturalmente di migliorare la loro posizione. Il primo fu Toyotomi Hideyoshi (1536-1598), un ashigaru (samurai di basso rango), e anch’egli, come Nobunaga, della provincia di Owari; il secondo, Tokugawa Ieyasu (1542-1616), figlio maggiore del daimyou di Mikawa che, dopo essersi messo da parte di Nobunaga, ne sposò la figlia e, in seguito al suggerimento di Nobunaga, stabilì la sua dimora a Yedo che doveva poi diventare la capitale e il centro del Giappone.
Grazie alla sua fortuna, Nobunaga, che odiava cordialmente tutte le istituzioni buddhiste eccetto la setta Zen, potè rivolgere tutte le sue truppe all’eliminazione delle altre sette buddhiste che lo minacciavano. La prima fortezza alla quale si rivolse fu Hiei-zan, della setta Tendai, che egli attaccò nel 1571. Le sue truppe circondarono tutta la montagna sulla quale si trovavano i circa tremila monasteri della setta. I soldati appiccarono il fuoco dal basso della montagna, uccidendo così quasi tutti i monaci che si erano arroccati sul monte Hiei-zan, e alla fine della campagna, Nobunaga confiscò tutto il territorio che fino ad allora era stato di proprietà della setta Tendai.
Durante lo stesso anno (1571) Nobunaga cercò di eliminare anche i suoi peggiori nemici, cioè i monaci guerrieri della setta della “Terra Pura”, i cosiddetti monto […]. Lo scontro avvenne nella stessa regione di Owari, e Nobunaga fu sconfitto nel suo stesso feudo, e proprio dai monaci che egli odiava più di tutti gli altri, che si erano asserragliati nel monastero Honganji di Ishiyama. Fu solo con l’inganno che potè sconfiggerli.
Nel 1582 Ouda Nobunaga fu ucciso da un suo vassallo e, dopo due anni di frizione fra i due aiutanti, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu, il primo prese le redini del paese. Nel 1584 ottenne dalla Corte Imperiale soltalto il titolo di kanpaku (reggente) e non quello di shougun, come avrebbe voluto. La politica di Hideyoshi non cambiò rispetto a quella di Nobunaga e fin dall’inizio mirò a consolidare l’unione del paese. Dopo essersi accordato con i daimyou nel Nord, intraprese le operazioni militari contro la famiglia degli Shimazu di Satsuma, nel Kyuushuu.
Per quanto riguarda le istituzioni buddhiste, nel 1585 Hideyoshi attaccò e distrusse il monastero Shingon di Negoro, nella penisola di Kii. Questo ramo dello Shingon si era costituito nel 1286-1288, in seguito ad una scissione dallo Shingon originario. Hideyoshi inoltre fece sapere ai monaci Shingon del monte Kouya che egli era pronto a prendere le stesse misure nei loro riguardi qualora fosse stato necessario.
Sempre ne 1585 Hideyoshi cercò un riavvicinamento con il Higashi Honganji offrendo all’abate Ken’nyo un terreno a Osaka, con l’aggiunta della nomina di dai-soujo. L’anno dopo offrì un terreno agricolo al monastero Chion-in, il tempio principale del Jou-dou-shuu a Kyoto. Tra il 1592 e il 1598, Hideyoshi cercò di mettere in atto il suo piano di conquistare la Cina. Dopo alcuni successi, fra i quali il più importante fu l’occupazione parziale della penisola coreana, Hideyoshi si rese conto che il suo sogno non si sarebbe mai avverato.
Tratto dal libro Storia delle Religioni – Cina- Estremo Oriente
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