Ashikaga Takauji, “L’eremita Amoroso” e le Scuole Zen
Nel 1232 il governo di Kamakura pubblicò il Jouei Shikimoku, un codice compilato dal reggente Houjou Yasutoki, che conteneva i princìpi etici di base per una società onesta e pacifica. Purtroppo non potè essere messo in pratica perché proprio in quell’anno scoppiò la disputa sulla successione al trono fra i due rami della famiglia imperiale, settetrionale e meridionale, della dinastia giapponese.
Nel 1336 il signore feudale Ashikaga Takauji (1305-1358) dichiarò imperatore del Giappone il principe imperiale Koumyou (1321-1380, regno 1336-1348), dopo aver deposto l’imperatore Go-Daigo (Daigo II) che fuggì nella città meridionale di Yoshino. Nel 1338 Takauji ebbe il sopravvento e divenne il primo shougun della famiglia Ashikaga. Il suo consigliere era il monaco Zen Musouseki (1275-1351), comunemente chiamato Musou Kokushi, un titolo equivalente, più o meno, a “prelato del regno”.
Fu lui che suggerì a Takauji l’erezione in ogni provincia di un monastero chiamato Ankokuji (“tempio che assicura la pace nel paese”), un concetto che ricorda la fondazione dei templi chiamati Kokubunji al tempo dell’imperatore Shoumu durante il periodo Nara. Il progetto non fu mai realizzato. Così cominciò l’era chiamata Muromachi, dal nome della località di Kyoto dove gli Ashikaga stabilirono il loro quartiere generale e da dove governarono il paese fino a circa il 1500.
I sentimenti di scoraggiamento e di scontento del passaggio fra il periodo Kamakura e quello di Ashikaga-Muromachi sono espressi nelle riflessioni di Yoshida Kenkou (1283-1350), soprannominato “l’eremita amoroso”, nella sua opera Tsure-zure-gusa (“Note per ammazzare la noia”): ”
“Si rimpiange il passato,[…] e anche le cose più banali scritte [in passato] su un vecchio pezzo di carta, al giorno d’oggi sembrano capolavori”.
Ma anche in questo periodo oscuro di passaggio fra l’era Kamakura e Ashikaga, le sette buddhiste furono molto attive. Alcuni monaci della setta Nichiren: Nikkou (1245-1333), che esercitò il suo apostolato nella zona che oggi corrisponde alla provincia di Fukui; Ten’moku (1258-1337) nelle provincie orientali; Nichijuu (1314-1392) a Kyoto. Da parte della setta della “Terra Pura” i monaci più famosi furono Ryougen (1294-1373), molto attivo nella capitale e nelle province centrali; Zongaku (1290-1373), e, forse il più famoso, Rennyo (1415-1499). Fra i monaci Zen i più famosi furono Eisan (1268-1325), che fu discepolo diretto di Dougen, e Gazan (1275-1365, discepolo di Eisai) che svolse la sua attività nelle province orientali e del Nord.
Nel 1368 Ashikaga Yoshimitsu (1358-1408) divenne il terzo shougun del periodo di Muromachi e durante il suo regime (1397) fece costruire il Padiglione d’Oro, Kinkakuji, che ancora al giorno d’oggi appartiene alla setta Rinzai. Un altro shougun, Ashikaga Yoshimasa (che resse il governo dal 1449 al 1473 e morì nel 1490), costruì il Padiglione d’Argento, Ginkakuji, anch’esso un tempio della setta Rinzai.
La dottrina Zen ebbe una grande influenza sulla società e sui valori durante questo periodo. La cerimonia del tè (che ancora al giorno d’oggi viene praticata con un rituale preciso e austero, in un edificio ugualmente semplice e austero), fu adottata dalla nobiltà, anche se originariamente, era un rituale dei bonzi Zen che bevevano l’infuso per vincere il sonno e continuare così la loro meditazione.
Anche l’arte dei giardini giapponesi deriva dallo spirito Zen: la semplicità si unisce all’eleganza che si limita all’essenziale ed evita ogni eccesso. Inoltre, senza alcuna forzatura, ognuno, chiunque sia, ricco o povero, si sente parte di tutta la realtà che, secondo l’affermazione del buddhismo mahayana, altro non è che la stessa natura del Buddha.
La scuola Ashikaga
Un altro aspetto dell’impegno dei monaci Zen nei riguardi della popolazione fu la fondazione nel 1439 dell’Ashikaga Gakkou, “La scuola (collegio) Ashikaga”, che ebbe la sua prima sede nella regione che corrisponde all’odierna provincia di Tochigi, grazie all’aiuto della ricca famiglia Uesugi e all’appoggio del governo Ashikaga. L’istruzione impartita consisteva specialmente di filosofia e classici cinesi. In questa scuola erano accettati giovani di tutto il paese e verso il 1550 il numero di alunni era salito a oltre tremila. La scuola si estese anche a Kyoto dove l’insegnamento era specialmente poesia cinese e storia.
Durante il periodo Muromachi sorsero piccole scuole per la gente comune nei templi stessi. Tali scuole furono chiamate tera-koya (“scuole del tempio”), e ammettevano studenti di tutti i ceti e fino all’età di venti anni. I monaci Zen, e anche di altre sette buddhiste, erano in tal modo impegnati non solo nella guida spirituale del popolo, ma anche nello sviluppo umano della popolazione.
Tratto dal libro Storia delle Religioni – Cina- Estremo Oriente
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