Saichou e la dottrina Tendai
Saichou (767-822) nacque nella provincia di Oumi (l’attuale prefettura di Jiga) nella famiglia Mitsuobi, che secondo una tradizione era venuta dalla Cina e si era stabilita in Giappone ormai da varie generazioni. Il padre era un buddhista devoto, e il figlio, all’età di dodici anni , chiese e ricevette l’ammissione al Kokubunji locale, sotto le cure del monaco Gyouhyou (722-797).
Dopo un noviziato di circa sette anni, Saichou ricevette l’ordinazione nel Todaiji di Nara. Poco dopo il giovane monaco decise di ritirarsi in un piccolo oratorio eretto sul monte Hiei. Nell’804, chiese e ottenne il permesso di imbarcarsi per la Cina con la missione diplomatica a Chan’an, la capitale dei Tang, per studiare la dottrina Tiantai e poi diffonderla in Giappone dove fu chiamata Tendai […]
La dottrina specifica del Tendai adottata da Saichou si fonda principalmente sul Sutra del Loto, letto sulla base della versione cinese di Kumarajiva. Alla dottrina Tiantai (in giapponese Tendai), però, egli aggiunse anche elementi esoterici-tantrici, la meditazione di tipo Zen e la devozione pietistica di tipo amidista (devozione al Buddha Amida).
Non si trattava quindi di una formazione unica per tutti i monaci, anche se la dottrina del Sutra del Loto nella formulazione tendai era richiesta come corso di base per tutti. Una volta però che questa base era assicurata, ciascuno poteva scegliere il suo curriculum particolare […]
Saichou rientrò in Giappone l’anno seguente (805), dopo una permanenza in Cina di circa nove mesi e mezzo, portando con sè oltre quattrocento volumi che comprendevano sutra e commentari concernenti la dottrina Tiantai, e si mise immediatamente al lavoro. I suoi scritti sono contenuti in cinque volumi nei quali egli elabora sia la dottrina che l’istituzione del Tendai giapponese.
Inoltre cercò di aggiungere alla dottrina del Tiantai anche l’esoterismo del Zhenyan (in giapponese Shingon). La dottrina esoterica elaborata nell’istituzione Tendai fu chiamata, appunto, Mikkyou (detta anche Tendai Taimitsu), e si sviluppò considerevolmente, sia nel contenuto dottrinale che nelle pratiche, grazie all’attività dei suoi discepoli e successori.
Le 10 Regole Tiantai
Le ampie vedute di Saichou e le sue capacità amministrative fecero del monastero di Hiei-zan la sorgente di una corrente religiosa che dura tuttora nel buddhismo giapponese.
Quanto agli ideali della vita monastica, Saichou indicava ai suoi discepoli le dieci regole Tiantai: “Quando meditate, applicate [a voi stessi questi] dieci insegnamenti:
- Contemplate le verità misteriose (lo si può intendere come il principio che l’intero universo è contenuto nel semplice pensiero di una persona ignorante: ichinen-sanzen)
- Conservate in voi un cuore misericordioso
- Mantenete sempre tranquillo il vostro cuore
- Siate sempre liberi da ogni attaccamento
- Discernete il cammino che vi porta alla verità da quello che invece rappresenta un ostacolo
- Praticate ciò che fa progredire (nella vita spirituale)
- Eliminate gli ostacoli
- Rendetevi conto del livello che avete raggiunto (nella vostra vita spirituale)
- Mantenetevi nella pace sopportando (le cose spiacevoli)
- Eliminate (da voi) ogni attaccamento
Tratto dal libro Storia delle Religioni – Cina- Estremo Oriente
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