
Esempio di Furikomu, che significa “effettuare un pagamento tramite trasferimento bancario”. Da questa parola deriva oggi il fenomeno del Furikomesagi
Se i nomi sono le “ossa” di una lingua, i verbi sono il “sangue” che li sostiene e li mantiene in movimento. Una particolarità del giapponese è che ce ne sono talmente tanti che è quasi impossibile conoscerli tutti, specialmente se includiamo nel gruppo anche le combinazioni di due verbi insieme.
Una buona notizia però è che il National Istitute for Japanese Language and Linguistics (NINJAL) ha recentemente pubblicato un enorme database di questi “verbi composti”, resi disponibili gratuitamente e in lingua inglese, cinese e coreana.
Il database contiene non meno di 2759 verbi composti, includendo qualsiasi tipologia, partendo dal verbo Abarekomu (暴 れ 込 む, entrare in un posto forzatamente) sino al verbo Zuriochiru (ず り 落 ち る, scivolare a terra).
Sono inclusi nell’elenco anche quei verbi che si uniscono ad un secondo verbo che funge da suffisso come -naosu (~直 す, fare nuovamente qualcosa) oppure -hajimeru (~ 始 め る, iniziare qualcosa). Ovvio che ci sono solamente quelli usati più di frequente altrimenti è chiaro che si otterrebbe una lista di verbi senza fine.
A questo proposito si è avuta cura di selezionare e includere solo quei verbi composti che fanno parte del parlato attuale moderno, quindi potete stare certi che non rischiate di sembrare una persona dell’era Meiji quando userete questi vocaboli. Inoltre ogni termine è accompagnato da frasi di esempio e linkato online direttamente al Balanced Corpus of Contemporary Written Japanese, pagina dove è possibile trovare molti più esempi.
Scorrendo via via le 56 pagine della lista, una delle prime cose che si possono notare è che alcuni verbi sembrano essere particolarmente “desiderosi” di far parte di una combinazione. Il verbo Miru (見 る, vedere), per esempio, sembra essere il primo verbo che compare in non meno di 59 composti che descrivono tutti modi differenti di “vedere” come ad esempio Miageru (見 上 げ る, guardare a, alzare lo sguardo verso…) e Mikaesu (見 返 す, guardare indietro).
Kiku (聞 く, sentire, ascoltare) è invece il verbo meno “produttivo”, con soli 26 composti. Tra questi però vi sono inclusi significati come “ascoltare molto attentamente” con i verbi 聞 き 入 る Kikiiru e 聞 き込 む Kikikomu oppure al contrario “ascoltare con poca attenzione e più distrattamente” o “ignorare” con i verbi 聞 き 逃 す Kikinogasu e 聞 き 流 す Kikinarasu.
Il verbo Toru (取 る, prendere), posto in prima posizione nella combinazione, forma un totale di 72 verbi composti, tutti verbi volti a descrivere i vari modi in cui si può “prendere”: Toriageru (取 り 上 げ る, essere preso in discussione, considerazione), Toritsukau (取 り 扱 う, occuparsi di, trattare), Torikawasu (取 り 交 わ す, scambiare, prendere in cambio), Torimodosu (取り戻す, riprendere, prendere di nuovo), Torikesu (取 り 消す, cancellato, sospeso, soppresso), Torisageru ( 取 り 下 げ る, revocato, ritirato), Toriotosu (取 り 落 と す, fatto cadere, gettato), Torinigasu (取 り 逃 がす, lasciarsi sfuggire qualcosa che si era vicini a prendere o catturare) e così via, molti altri.
Esistono poi verbi che se posizionati al secondo posto nella combinazione, specificano meglio il ruolo e il significato del primo verbo dell’abbinamento. Un candidato adatto a ricoprire questo ruolo è il verbo transitivo/intransitivo che noi tutti conosciamo: 上 げ る Ageru/上 が る Agaru. Ci sono in totale 183 verbi composti che usano entrambi, posizionati al secondo posto nella composizione.
Ciò che rende così popolare questa coppia di verbi non è tanto la capacità di “innalzare o sollevare” qualcosa come per esempio con Miageru, menzionato prima. La caratteristica principale di questi verbi è quella di esprimere anche la completezza di un’azione come con Araiageru, Amiageru, Yudeageru e Iriageru che rispettivamente significano la fine, il termine ultimo di un’azione come “lavare qualcosa”, “sferruzzare qualcosa a maglia”, “bollire qualcosa” o “arrostire qualcosa”.
Però, il “campione” tra tutti i verbi che si uniscono in composti è Komu, che forma non meno di 255 abbinamenti, posizionato nel verbo-composto in seconda posizione. Viene usato quando bisogna descrivere qualcosa in movimento: un esempio è il verbo 駆 け 込 む Kakekomu, sicuramente familiare a chi prende regolarmente mezzi pubblici, perché significa “affluire, affrettarsi, correre” in prossimità di un treno o autobus ed è un verbo molto usato, soprattutto negli annunci ferroviari che avvertono i passeggeri sulle cose da non fare o su cui prestare attenzione. Ecco un esempio:
駆 け 込 み 乗 車 は 危 険 で す
Kakekomi jousha wa kiken desu
E’ pericoloso affollarsi vicino ai treni
Un altro verbo “di pericolo” che pone Komu in seconda posizione è Furikomu, che significa “effettuare un pagamento tramite trasferimento bancario”. E’ un verbo dunque usato per trasferimenti di denaro ed altre operazioni bancarie.
Ultimamente però questo verbo ha raggiunto una certa notorietà nei notiziari perchè usato purtroppo con connotati negativi: lo si usa infatti per indicare il verificarsi di truffe a scapito di gente che viene ingannata con trasferimenti di grosse somme di denaro verso conti correnti sconosciuti. Questo crimine è oggi comunemente conosciuto con il nome di Furikomesagi.
Il database NINJAL dunque è stato creato per contenere anche molti tipi di verbi che anche uno studente ben preparato e di livello avanzato può non aver mai incontrato o sentito; conoscevate ad esempio il termine か じ り 散 ら す Kajirichirasu che significa “sporcare rosicchiando un pò di questo e un pò di quello“, come succede quando mangiamo dolci e snack?
O ancora, che ne dite dei due verbi 笑 い こ け る Waraikokeru e 笑 い 転 げ る Waraikorogeru? Entrambi descrivono due modi di ridere leggermente diversi (il primo “ridere di cuore” e il secondo “ridere a crepapelle”).
Il database comunque è disponibile a questo indirizzo: vvlexicon.ninjal.ac.jp/db. Consultatelo la prossima volta che vi imbattere in qualche verbo composto che non conoscete oppure semplicemente per ampliare la vostra conoscenza di vocaboli e verbi giapponesi.
Articolo scritto da Peter Backhaus per il Japan Times
Traduzione: Sakura Miko
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