Quarant’anni fa, nel marzo 1980, in un’Italia in cui non c’erano i problemi di oggi ma altri (il 2 agosto ci fu il vergognoso attentato terroristico alla stazione di Bologna, per dirne uno) debuttava su varie reti locali italiane Candy Candy, una produzione Toei Animation in 115 episodi.
Tratto dal manga di Yumiko Igarashi e Kyoko Mizuki, l’anime fu trasmesso con tempistiche diverse a seconda della Regione: in Lombardia e in Lazio erano infatti più avanti che in altre zone, e in un’epoca pre Internet e pre social spesso volavano spoiler più o meno attendibili su una storia che tenne incollato un pubblico eterogeneo e non solo giovane per mesi agli schermi.
La vicenda di Candy è ambientata all’inizio del secolo, tra Stati Uniti, Inghilterra e Scozia, con non poche inesattezze di costumi e di sfondi, ma all’epoca non ci si ponevano certi problemi, si guardò ai contenuti, la storia di un’orfanella che cerca il suo posto nel mondo, tra mille peripezie e senza perdere il buon umore.
Una storia che dilatava molto la trama del manga, con l’aggiunta di vari episodi riempitivi e di personaggi come il procione Klin, con echi di classici della narrativa occidentale, da Papà gambalunga a Jane Eyre, da Orgoglio e pregiudizio a Piccole donne. Il personaggio di Candy, positivo, pasticcione, ribelle, seppe conquistare, anche se ancora oggi la figura preferita da molti è e resta quella di Terence, l’innamorato complicato e ribelle dell’eroina, e a molti fan non è andata giù come è finita, malgrado la pezza che ci misero nel secondo film di montaggio per il grande schermo qui in Italia. Un altro personaggio amato è l’amico nerd inventore Stear, la cui morte, che arriva alla fine della storia, è uno dei più grossi colpi bassi degli anime, anche perché abbastanza gratuita.
Candy Candy fu al centro della prima, grossa operazione editoriale in Italia di sfruttamento di marketing di un personaggio dei manga e degli anime, grazie al Gruppo Editoriale Fabbri, che pubblicò libri realizzati in Occidente come la collana di ispirazione francese Candy come alla TV, ma anche un settimanale con il manga tradotto e colorizzato e varie rubriche per bambine in crescita, a cui si aggiunsero negli anni altre traduzioni di shojo, come Versailles no Bara, Georgie e Luna.
Purtroppo poi prevalse una volontà censoria e non si volle andare fino in fondo a proporre dei fumetti rivoluzionari e le lettrici e lettori dovettero aspettare degli anni per riavere degli shojo tradotti degni di questo nome. Il Gruppo editoriale Fabbri pubblicò anche tutta una linea di gadget, per la scuola e il tempo libero, con immagini originali tratte dagli art book su Candy usciti in Giappone, e per l’occasione vennero anche in Italia nel 1982 Kyoko Mizuki e Yumiko Igarashi.
L’anime di Candy fu replicato, sulle reti Mediaset e su Euro TV, fino al 1997, quando la controversia per i diritti tra Kyoko Mizuki e Yumiko Igarashi, ex amiche e colleghe diventate acerrime nemiche come nemmeno Candy e Iriza, portò al blocco totale e della pubblicazione del manga e sue eventuali traduzioni e della trasmissione dell’anime e di una sua eventuale uscita per l’home video.
Tantissimi appassionati e appassionate, soprattutto italiani e francesi, i due Paesi in cui Candy ha avuto più successo, aspettano ancora oggi di rivedere in qualche modo Candy. I giornalini e i gadget fanno parte ormai del mercato del collezionismo, sono disponibili i due film di montaggio in italiano in DVD e Kappalab ha fatto uscire due romanzi di Keiko Nagita, il vero nome di Kyoko Mizuki, che chiudono la storia con un finale che per chi amava Terence è molto soddisfacente.
Pur con tutti i suoi difetti e limiti, dovuti alla serializzazione anni Settanta che tralasciava cose importanti e tendeva a riciclare quanti più elementi poteva, Candy Candy è e resta una serie di culto, e ha forgiato tante appassionate di manga e anime che poi hanno continuato a coltivare questo loro interesse iniziato tanti anni fa, di fronte alle peripezie della Signorina Tuttalentiggini e del ribelle Terence.
Articolo scritto da Elena Romanello per SakuraMagazine
Se volete leggere i libri scritti dalla nostra amica Elena Romanello della collana “I Love Anime” allora vi consiglio:
- Capitan Harlock. Avventure ai confini dell’Universo
- Candy Candy. «Eravamo tutte innamorate di Terence…»
- Sailor Moon. La bella ragazza guerriera
- Il mito di Lady Oscar (Hinomaru)
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