“Oggi concludo i miei doveri di imperatore, sono stato fortunato ad avere avuto il sostegno della gente che mi ha visto come il simbolo dell’unità. Insieme con l’imperatrice, spero con tutto il mio cuore che la nuova Era Reiwa che comincia sia pacifica e fruttuosa e prego per la pace e la felicità del nostro Paese e dei popoli del mondo”.
E’ questo l’ultimo discorso di Akihito, ormai imperatore emerito, durante la sua abdicazione ufficiale e contemporanea ascesa al trono del figlio Naruhito. Niente tamburi e fanfare che già da decenni non sono più in uso nella tradizione giapponese, ma solo una semplice, corta ma commovente cerimonia dove l’anziano imperatore ha ufficialmente lasciato il posto al figlio erede.
I ciambellani hanno portato i simboli del potere imperiale, i Sacri Tesori di cui l’imperatore è guardiano, chiusi in cassette: la Spada, la Gemma e lo Specchio. Vicino a lui la fedele sposa Michiko, il figlio Naruhito e sua moglie Masako in attesa, quest’ultimi, della mezzanotte per essere salutati come la nuova coppia imperiale.
Il primo ministro Shinzo Abe si è inchinato profondamente all’imperatore durante il rituale per poi leggere il suo discorso nel quale ha ripercorso la pace e la prosperità ottenuta sotto la guida dell’imperatore Akihito e della forza e la tenacia che il Giappone ha saputo dimostrare nonostante le molte calamità naturali e le difficoltà affrontate negli anni, ricostruendo e crescendo ogni volta.
Terminato questo rituale, Akihito ha assunto poi il titolo di Daijou Tennou, Imperatore Emerito; giunta la mezzanotte è iniziata poi la nuova era, Reiwa (ordine e armonia) le cui celebrazioni sono ufficialmente cominciate al mattino.
Naruhito è apparso alla cerimonia che lo ha visto ovvio protagonista, da solo senza la moglie, in un rituale che vede escluse le dame e le principesse: si tratta della presentazione dei tre simboli, il giorno prima salutati dal padre e adesso riproposti al nuovo imperatore e nuovo guardiano dei cimeli sacri. Un breve rituale: nessuna parola, nessun suono ma solo rigoroso silenzio. Completato il rituale, dalla stanza è finalmente uscito Naruhito ufficialmente nuovo sovrano del Giappone.
A seguire il suo primo discorso, inizialmente dedicato al padre e al suo operato poi rivolto alla sua nazione a cui si è dichiarato pronto a prendersi ogni responsabilità per garantirle armonia e benessere. Naruhito ha infatti voluto assicurare di volersi schierare sempre a fianco del suo Paese, di agire secondo la Costituzione e di rivolgere ogni suo pensiero e azione tenendo presente il suo popolo, determinato più che mai a tenerlo unito nell’armonia, nella pace e nella speranza.
“Siamo determinati a creare un futuro luminoso per un Giappone orgoglioso, pieno di pace e speranza in un momento in cui la situazione internazionale sta cambiando radicalmente”, sono state queste le parole del primo ministro Shinzo Abe che, a nome del popolo, ha risposto al discorso del suo nuovo imperatore.
Prima d’ora non era mai successo che un imperatore abdicasse, eccetto una volta nel 1817, scelta talmente insolita da non essere stata neppure regolamentata per legge. Oggi invece, la richiesta di Akihito ha riportato alla luce questa possibilità e ha permesso al governo di Tokyo di stabilire secondo legge un percorso apposito per permettere anche la possibilità di abdicazione. E’ stato forse l’ultimo atto significativo compiuto da Akihito in chiave moderna, augurandoci possa anche essere uno dei tanti prossimi segni di apertura, anche verso l’universo femminile.
Per il Giappone l’inizio di una nuova Era rappresenta davvero un’occasione per interrogarsi sull’effettivo stato del Paese, in un periodo storico fatto di incertezze, sia a livello nazionale che internazionale e insieme al Giappone ci auguriamo tutti che possa davvero essere un’era portatrice di apertura, armonia, pace e fruttuoso rinnovamento.
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