Davanti all’imperatore ci si inchina; al Primo Ministro si stringe la mano. Ma, sia chiaro, anche l’imperatore sa stringere la mano, almeno agli ospiti stranieri: è inappuntabile ma anche moderno.
L’ascesa al trono di Akihito in questo senso ha costituito una svolta radicale. Non solo egli non ha mai preteso e neppure immaginato, di discendere da Amaterasu, la dea del sole, come vuole la tradizione: è anche un convinto ecologista, viaggia molto, legge il Times tutte le mattine, suona il pianoforte. Ama il tennis: ha battuto con un secco 6-3 6-3 George Bush padre. Soprattutto ha sposato, infrangendo la consuetudine, una ragazza borghese, anche lei appassionata tennista. Un accorto adeguamento ai tempi, ma senza una virgola di contestazione o di anticonformismo.
L’imperatore che ha osato sposare una commoner resta comunque chiuso nella sua torre d’avorio, intento a studiare – al punto da essere diventato il massimo esperto mondiale in materia – i ghiozzi, ovvero i pesciolini che nuotano nello stagno sotto il suo palazzo di Tokyo.
A proteggerlo e controllarlo pensa la onnipresente Agenzia della casa imperiale, macchina burocratica che fa da garante della tradizione. A farne le spese è stata proprio Michiko, fedele compagna di Akihito (hanno celebrato nel 2009 le nozze d’oro).
Pare che la suocera abbia fatto di tutto per osteggiarla. Giunsero dal Palazzo anche imbeccate alla stampa poco lusinghiere sul suo conto: troppo stravagante, perfino isterica. Che sia caduta più volte in depressione, fino a diventare muta per qualche tempo nel 1993, non può sorprendere.
Che poi la cosa si sia ripetuta con la nuora Owada Masako, altra ragazza borghese, rischia di diventare un campanello di allarme. Se ne deduce che per sopravvivere alla ferrea etichetta imposta dall’Agenzia occorre averla subìta fin dalla nascita, fare parte insomma di quel giro dell’altissima aristocrazia all’interno del quale venivano scelte le consorti imperiali.
Ai guai di Michiko e Masako, infatti, si contrappone la tranquilla sicurezza con la quale affrontano impegni e responsabilità – senza le sbavature di certi regnanti europei – sia Akihito sia il principe ereditario Naruhito, incuranti di non avere privacy, nè diritto di voto, nè libertà di culto.
Sarebbero solo dicerie, i riferimenti alla cultura maschilista, peraltro rintracciabile a tutti i livelli in Giappone, nei rapporti interfamiliari. Ma in ogni caso il conservatorismo che circonda la first family non sembra l’arma più adatta a debellarla.
Inoltre è piuttosto evidente come l’attesa dell’erede maschio abbia pesato in modo eccessivo su Masako, che per sette anni non ha avuto figli; poi nel 2001 è nata una femmina. Ne è scaturito un dibattito: si doveva emendare la Costituzione Meiji per dare alla piccola Aiko il diritto di salire al trono? A dirimere la questione ha pensato Kiko, moglie del principe Akishino, fratello minore di Naruhito.
Il suo terzogenito, Hisahito, nato nel 2006, era un maschio. La linea di successione era salva, un po’ meno la parità tra i sessi.
Tratto dalla rivista Meridiani – Giappone (Anno XXIV – N.195)
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