Le insegne imperiali del Giappone (chiamate anche 三種の神器 Sanshu no Jinji o i Tre Sacri Tesori) sono:
- La Spada Kusanagi 草 薙 剣 (che però oggi si ritiene essere solo una copia)
- La Gemma Yasakani no Magatama 八尺瓊曲玉
- Lo specchio Yata no Kagami 八咫鏡
Sono da sempre conosciuti come i tre sacri tesori del Giappone poiché rappresentavano ciascuna le tre virtù: la spada rappresenta infatti il valore, lo specchio la saggezza e la gemma la benevolenza.
La spada oggi si trova al tempio di Atsuta a Nagoya, lo specchio al tempio di Ise nella prefettura di Mie e la gemma invece al Palazzo Imperiale a Tokyo. Solitamente questi oggetti vengono ogni volta presentati dai sacerdoti dei templi che custodiscono gli oggetti all’imperatore durante la cerimonia di insediamento del trono imperiale. Poiché questa cerimonia non è pubblica, per tradizione sono oggetti che vengono visti solo dall’imperatore e dai sacerdoti; inoltre non esistono fotografie o disegni ma solo immaginarie ricostruzioni.
Secondo la leggenda questi tre oggetti furono portati da Ninigi no Mikoto, il leggendario antenato di tutti gli imperatori giapponesi, quando la nonna, la dea Amaterasu, lo inviò per pacificare e riunire tutto il Giappone. Da allora divennero il simbolo della discendenza divina di ogni imperatore considerato dunque come discendente della divinità del sole e come leggittimo governatore del Paese.
La leggenda narra però ancora che questi speciali oggetti provengono da un giorno lontano, ormai perso nel tempo e nell’antichità: si tratta del giorno in cui Amaterasu, infuriata e offesa dal fratello Susanoo, si nascose in una caverna, gettando così il mondo intero nell’oscurità. La dea Ama No Uzume appese fuori dalla caverna sia la gemma che lo specchio per incuriosire la dea “arrabbiata” e convincerla ad uscire fuori di nuovo fuori e riportare la luce al mondo.
Riuscito l’effetto, incuriosita Amaterasu vide la gemma e la sua immagine riflessa nello specchio: nel riflettersi un raggio di sole uscì fuori dalla caverna ad illuminare il cielo (alba) e in seguito anche la stessa dea. Per scusarsi il fratello Susanoo le regalò la spada Kusanagi nata drago Orochi che lui stesso aveva sconfitto.
Ecco dunque come nacquero le tre insegne imperiali che oggi rappresentano la prova evidente della storia, tradizione del popolo nipponico e della “divinità” dell’imperatore in quanto diretto discendente della stirpe della dea Amaterasu.
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