Il teatro kabuki, spettacolare e intensamente visivo, è la più famosa forma d’arte giapponese. Sviluppatosi durante lo shogunato e plasmato dai gusti decadenti della benestante classe mercantile di Edo (l’antica Tokyo sotto gli shougun), è caratterizzato da magnifici costumi, vivaci scenografie ed elaborate tecniche teatrali. Il Kabuki-za (歌舞伎座) è il teatro kabuki di Tokyo. Fondato nel 1889, è stato ricostruito nel 2013 per incorporare una torre e una facciata appariscente, progettate dall’architetto Kuma Kengo.
I temi
Il kabuki si è sviluppato nei secoli durante lo shogunato, incorporando un repertorio di temi popolari come episodi storici famosi, la dolorosa contrapposizione fra l’amore e il dovere e le storie del doppio suicidio d’amore. Il drammaturgo più famoso del kabuki è Chikamatsu Monzaemon (1653-1724), che iniziò la carriera scrivendo testi per il bunraku (teatro dei burattini).
Lo spettacolo
Non c’è pretesa di realismo nel teatro kabuki, dominato dall’estetica e teso a suscitare le emozioni più che a stimolare l’intelletto. Il kabuki è stato paragonato a una xilografia in movimento e in effetti quando gli attori si fermano in pose drammatiche, dette mie, il palco intero sembra pronto ad essere incorniciato.
Il Kabuki impiega un gran numero di apparati scenici peculiari, come lo hanamichi (la passerella che si estende fra il pubblico), usato per gli ingressi e le uscite più spettacolari. Naturalmente i posti a sedere migliori sono quelli lungo lo hanamichi.
Gli attori
La formazione degli attori inizia dall’infanzia e ancora oggi calcano le scene i discendenti di attori celebri del periodo Edo: i figli ricalcano le orme dei padri, di cui portano lo yagou (nome d’arte ereditario della famiglia di attori del kabuki). Le stelle del palcoscenico godono di una fama pari a quella dei divi di Hollywood e fra loro c’è chi può fregiarsi del titolo di “patrimonio nazionale vivente”. Nel kabuki recitano solo attori di sesso maschile e quelli specializzati in ruoli femminili sono chiamati onnagata. Nelle scene chiave, i fan urlano lo yagou dell’attore, una pratica chiamata kakegoe.
Estratto tratto dalla guida: Pocket Tokyo della Lonely Planet
Altre guide della Lonely Planet:
- Pocket Tokyo (Edizione 2016)
- Giappone (2018)
- Giappone (2016)
- Tokyo – Incontri
- Best of Japan (2017 – Inglese)
- Best of Tokyo (2019 – Inglese)
- Japanese Phrasebook & Dictionary (Inglese)
- Discover Japan (2015 – Inglese)
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