Sembra che i natali del takoyaki siano individuabili nella città di Osaka, dove un venditore ambulante di nome Tomekichi Endo li ha creati nel 1935. L’ispirazione è giunta dall’akashiyaki, una piccola polpetta ricca di uovo e polpo tipica della città di Akashi, nella prefettura di Hyougo, servita in brodo dashi. Il successo del takoyaki ha inizialmente interessato la regione del Kansai, per poi raggiungere il Kantou e altre zone del Giappone.
Ma se consideriamo che il takoyaki odierno è fatto di pastella, e quindi di farina, allora le sue origini possono essere fatte risalire al ‘600, quando alcune ricette europee sono state introdotte per la prima volta in Giappone. Successivamente, altri due eventi hanno contribuito a diffondere l’impiego della farina nella cucina giapponese. Il primo è stato il terremoto di Tokyo del 1923, con la conseguente grave carenza di cibo: in queste condizioni sono iniziate le sperimentazioni a base di farina e acqua nel tentativo di creare del cibo economico e in grado di saziare. Il secondo è stato l’invio della farina in Giappone dopo la seconda guerra mondiale da parte degli Stati Uniti.
Oggi la farina è usata in diverse preparazioni della cucina giapponese e i takoyaki sono un cibo davvero popolare e molto amato. A Osaka esiste anche un Takoyaki Museum, dove si possono assaggiare quelli dei cinque principali produttori, e dove si trovano accessori e souvenir a tema polpettina o polpo.
Yaki è derivato da yaku, che significa “”alla griglia”, o “alla piastra”, uno dei metodi di cottura della cucina giapponese, e può essere trovato in altri nomi legati alla cucina di quel paese, come teppanyaki (l’insieme dei piatti cotti alla piastra), yakitori (spiedini di pollo), teriyaki (tecnica di cottura in cui alcuni cibi vengono grigliati o arrostiti in una salsa dolce, ma anche quei piatti che usano la stessa salsa per la marinatura prima della cottura), okonomiyaki e sukiyaki (una sorta di fonduta di carne, toufu e spaghetti).
Fonte: Estratto tratto dal libro The Sushi Game – Guida Banzai alla cucina giapponese di Francesca Scotti e Alessandro Mininno*** Se trovi gli articoli, le traduzioni e le recensioni di questo sito utili, per favore sostienilo con una donazione. Grazie! ***