Il Samurai (侍) era il tipico nobile militare appartenente all’antico Giappone feudale. Il nome Samurai viene dal verbo “saburau” che significa “servire” proprio per indicare il samurai come “colui che serve”.
Un altro termine, risalente al periodo Edo, che viene utilizzato per indicare questa casta di guerrieri, forse ancor più della parola Samurai, è la parola “bushi” che letteralmente significa “guerriero”.
I samurai invece che non servivano nessun daimyo (antico signore feudale) perché morti in battaglia o perché avevano perso i favori del loro signore, si chiamavano “ronin”. I samurai costituivano una casta colta, perché oltre alle arti marziali, praticavano anche altre arti e rituali come il cha no yu o Cerimonia del Tè ma anche lo shodo (o arte della calligrafia).
Col tempo poi, al giungere dell’era Tokugawa, i samurai persero il loro valore e la loro funzione militare diventando semplicemente burocrati dello Shogun usando la loro spada solamente per le cerimonie. Con il rinnovamento Meiji infine, la classe dei samurai venne completamente abolita per adottare un esercito nazionale seguendo lo stile occidentale. Nonostante ciò il bushido (codice d’onore dei samurai) è sopravvissuto al tempo ed è oggi per la società giapponese un insieme di principi morali, comportamentali, etici e religiosi.
La parola “Samurai”
La parola Samurai 侍 ha origine nel periodo Heian, quando veniva pronunciata ancora “saburai” che, come già detto, stava ad indicare “colui che serve”. Poi nel periodo Edo, “saburai” divenne “samurai”.
Tuttavia, ci sono alcuni termini che possono essere sinonimi di samurai e vengono usati a seconda di diversi fattori:
- Buke: indicava uno appartenente ad una famiglia militare.
- Mononofu: è il termine più arcaico per indicare il “guerriero”
- Musha: è l’abbreviazione di Bugeisha ed indica “l’uomo delle arti marziali”
- Shi: è l’ideogramma che poi in giapponese si legge samurai
- Tsuwamono: era il termine arcaico per indicare la parola “soldato” o comunque una persona valorosa.
Le armi di un samurai
I samurai usavano una grande varietà di armi. Nel periodo Tokugawa si credeva che l’anima di un coraggioso samurai risiedesse nella sua “katana“ (spada) che veniva affidata al samurai solo dopo aver compiuto tredici anni.
A quell’età infatti al ragazzo che apparteneva alla classe militare veniva dato un wakizashi (spada corta tradizionale giapponese) e un nome da adulto facendolo così diventare ufficialmente un samurai. Questo dava loro il permesso di poter portare sempre con sé una spada; questo rituale durò fino alla prima metà del 1500 quando venne completamente vietato portare armi.
Un’altra arma impugnata dai samurai fu l’arco: l’arco giapponese se impugnato da un samurai era un’arma molto potente: le sue dimensioni permettevano di lanciare con massima precisione frecce alla distanza di 100 ma anche 200 metri. Nel XV secolo altra arma molto potente fu la lancia (yari) che nelle mani dei fanti divenne addirittura più efficace di una spada.
Bushido
Il Bushido è il codice d’onore dei samurai. E’ un codice di condotta e un insieme di precetti sul modo e sullo stile di vita di un samurai. Nel Bushido sono raccolte le norme di disciplina, militari e morali, applicate dai samurai: sono norme ispirate ai principi del Buddhismo e del Confucianesimo adattati poi alla casta dei guerrieri. Il Bushido esige valori come onestà, pietà, lealtà, dovere e onore e dovevano essere perseguiti per tutta la vita.
I principi del Bushido erano e sono ancora oggi sette:
- 義, Gi: Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nel rapporto con gli altri, credi nella giustizia che non viene mai dalle altre persone se non prima che da te stesso. Il samurai non deve mai avere incertezze sull’onestà e giustizia.
- 勇, Yuu: Eroico Coraggio
Innalzati al di sopra di coloro che hanno paura di agire e si nascondono nel guscio del non vivere. Un samurai deve avere eroico coraggio, che è rischioso e pericoloso ma consente di vivere a pieno e in modo completo.
- 仁, Jin: Compassione
L’addestramento rende un samurai forte. Il samurai deve anche acquisire un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Deve perciò possedere compassione e non perdere mai l’occasione per essere d’aiuto agli altri e se non ne ha l’occasione, il samurai fa di tutto per trovarne una.
- 礼, Rei: Gentile Cortesia
I samurai non hanno motivi per essere crudeli e non devono dimostrare la loro forza. Il samurai è gentile, anche con i suoi nemici e se non sa dimostrare rispetto è considerato il peggiore dei guerrieri. Un samurai non si rispetta per la sua forza in battaglia ma per la sua gentilezza con gli altri.
- 誠, Makoto o Shin: Completa Sincerità
Quando un samurai vuole compiere un’azione, essa è da considerarsi già compiuta, nulla tuttavia gli impedisce di portare a termine l’intenzione di quella stessa azione. Il samurai non ha bisogno di “dare parola” né di “promettere”. Parlare e agire sono per lui ugual cosa.
- 名誉, Meiyo: Onore
Vi è solo un giudice dell’onore per un samurai: sé stesso. Ogni azione o decisione è una conseguenza, un riflesso di ciò che in realtà si è. Ci si può nascondere da tutti ma non da sé stessi.
- 忠義, Chugi: Dovere e Lealtà
Per il samurai compiere un’azione o esprimere qualcosa significa diventare proprietario di quel qualcosa o di quell’azione. Egli se ne assume piena responsabilità accettando ogni possibile conseguenza. Il samurai è leale verso coloro che protegge e difende e resta loro sempre fedele.
Sakura e i Samurai
I sakura, oggi assunti come simbolo di tutte le arti marziali, venne anticamente adottato dai samurai come emblema della loro classe guerriera di appartenenza.
Il ciliegio per i samurai rappresenta la bellezza e la caducità della vita: nella fioritura mostra uno splendido spettacolo nel quale il samurai rispecchia la grandiosità della sua figura di grande guerriero ma basta anche un temporale perché tutti i fiori cadano a terra esattamente come un samurai in battaglia.
Un antico verso dice:
Hana wa sakuragi, hito wa bushi che significa tra i fiori, il ciliegio, tra gli uomini, il guerriero!
Curiosità
Come già detto in precedenza Ronin è quel samurai che rimane senza padrone o senza i favori di un signore.
Oggi questo termine viene anche usato per indicare scherzosamente tutti quegli studenti che hanno fallito l’entrata all’Università che avevano scelto e che quindi devono impegnarsi per un altro anno per ripreparare l’esame.
Per chi volesse saperne di più su questi antichi guerrieri, consiglio:
- Hagakure – Il libro segreto dei samurai di Yamamoto Tsunemoto
- Il codice dei samurai di A.L. Sadler
- La mente del Samurai
- L’etica del bushido. Introduzione alla tradizione guerriera giapponese
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