Nell’epoca tra Settecento e Ottocento di enormi fermenti botanici, a poco sarebbe approdato il lavoro straordinario dei cacciatori di piante se, a fiancheggiarli in Occidente, non ci fossero stati raffinati teorici della scienza botanica e vivaisti intraprendenti con il gusto della sperimentazione.
Tra i botanici che diedero impulso alla classificazione della flora giapponese, ci fu il tedesco Joseph Zuccarini, professore di Botanica all’università di Monaco di Baviera. La sua fortuna scientifica nacque con la conoscenza di von Siebold e dell’enorme mole di exiccata che egli aveva portato dal Giappone.
Sicché Zuccarini, studiando e classificando le piante del suo connazionale assai meno propenso agli studi a tavolino che a quelli sul campo, si segnalò come uno dei primi botanici con conoscenze approfondite sulla flora giapponese.
Nel 1835 pubblicò allora Flora Japonica, sive plantae quas in imperio japonico con un elenco di 678 specie nuove per l’Occidente. Molte mantengono il nome che egli diede, quasi sempre seguito dal binomio Siebold&Zucc. a ricordare il ruolo di entrambi, uno in natura e l’altro in laboratorio.
Insieme rideterminarono anche piante giapponesi raccolte dai predecessori, come nel caso di Hisingera japonica (Thunb.) Siebold&Zucc. Von Siebold gli affidò anche esemplari della flora delle Americhe, in particolare del Messico. A questo botanico è dedicato il genere Zuccarinia, che comprende la sola specie Z.macrophylla, una rubiacea endemica della Malesia Occidentale scoperta dal cacciatore di piante olandese Carl Ludwing Blume.
Tra le pubblicazioni a suo nome si segnala un libro sulla morfologia delle conifere, diverse collaborazioni con il medico, botanico e etnologo tedesco Carl Friedrich Philipp von Martius (1794-1868), e il secondo volume della flora giapponese, uscito però dopo la sua morte.
Fonte: Testo tratto da pannelli esplicativi in mostra durante l’evento Murabilia Lucca 2019
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