Medico dal 1820, assorbì dalla lettura di Von Humbold il desiderio di conoscere il mondo e comprendere la natura. Potè imbarcarsi come ufficiale medico su una nave militare olandese diretta in Indonesia e, a destinazione, si fece notare per la cultura e gli interessi.
Così nel 1823 fu assegnato alla base giapponese di Dejima, dove riuscì a intessere buoni rapporti con gli scienziati locali e fondò una scuola di medicina.
Nonostante l’attività principale riguardasse la scienza medica, studiò la flora e la fauna del Giappone e coltivò 2000 specie nell’orto botanico dietro alla sua casa. Ottennere di dividere i compiti tra diversi collaboratori giapponesi, di far ritrarre da un raffinato pittore le piante, trovò in Heinrich Burger un naturalista di fiducia che lo potesse sostituire, come infatti sarebbe successo.
Intanto negli otto anni in cui visse in Giappone spedì a orti botanici europei campioni d’erbario e materiale vivo. Siebold ebbe una vita di scambio con i locali, raccolse oggetti di interesse etnografico, ebbe una moglie giapponese, che egli affettuosamente chiamava Otaksa (sarà il nome varietale con cui spedità in Europa la prima Hydrangea Macrophylla) e che gli diede la figlia Oine: sarà la prima donna medico in Giappone.
A causa della tendenza a non rispettare le regole, nel 1829 dovette lasciare il Giappone con l’accusa di tradimento. Aveva ricevuto in dono da funzionari imperiali la mappa del Giappone Settentrionale ed egli non era una spia, in compenso anni prima aveva trafugato i semi della camelia del tè da coltivare nelle colonie inglesi, interrompendo così il monopolio giapponese.
In patria fu accolto con tutti gli onori insieme a 12.000 campioni d’erbario e un’infinità di piante vive che avrebbero poi colonizzato i giardini d’Occidente: ortensie, Hosta, magnolie, glicini, aceri, clematidi, Parthenocissus, paulownie, primule, virburni…
Alcune di queste piante portano il nome specifico di sieboldii o sieboldianus. Tornò in Giappone dal 1859 al 1963, ma fu un’esperienza deludente e preferì rientrare in Europa, dove proseguì la stesura e la revisione delle opere, in particolare Nippon e Flora Japonica con il botanico Joseph Zuccarini, che gli hanno dato il primato della sua epoca come esperto di studi giapponesi.
Fonte: Testo tratto da pannelli esplicativi in mostra durante l’evento Murabilia Lucca 2019
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