Per molti forse sembra ieri, ma sono passati vent’anni dalla prima trasmissione di Sailormoon anime in Giappone, nel luglio 1994. In Italia arrivò alcuni mesi dopo, all’inizio del 1995, trovando un pubblico entusiasta che lo usò come catalizzatore per la neonata cultura otaku e per gli eventi ad essa legati, a cominciare dalle fiere del fumetto, che iniziarono allora a diffondersi in varie parti d’Italia e alle gare cosplay, oggi elemento fondamentale di ogni evento.
A vent’anni di distanza, proprio mentre è in corso di trasmissione, on line, un remake delle guerriere vestite alla marinaretta con uno stile più vicino a quello del fumetto, è rinato un grande interesse per questa saga urban fantasy tra majokko, combattimenti, leggende occidentali e orientali, commedia, sentimenti, con una strizzata d’occhio non da poco al mondo gay presentando la prima coppia ufficiale di manga e anime, Haruka e Michiru, Sailor Uranus e Sailor Neptune.
Certo, Madoka Magica ha mostrato il lato oscuro dell’essere maghetta, con toni molto più tragici e esasperati e uno stile più innovativo: ma Sailormoon resta un mito, soprattutto per chi ha scoperto e riscoperto il mondo dei manga e degli anime grazie a lei, che fu al centro di un fenomeno di gadget e pubblicazioni come pochi altri personaggi made in Japan prima e dopo.
Tra l’altro, mentre in Italia Sailormoon era arrivata dopo quasi vent’anni di anime in tv, in un Paese come gli Stati Uniti ha fatto conoscere il mondo dell’animazione giapponese, che da allora si è insediato in maniera permanente in un luogo che aveva una sua forte produzione di fumetti e cartoni animati creando un’alternativa culturale che è cresciuta con il tempo, creando un fandom anche oltreoceano.
Certo, gli episodi erano spesso ripetitivi, tranne verso la fine, con una struttura incentrata sui combattimenti contro il mostro di turno, basati sugli yoma, demoni della mitologia giapponese spesso citati nei manga e alcune temibili streghe nemiche tra fiaba classica e fascino. Detto questo le cinque stagioni dell’anime e il manga sono diventati un must per chi ha vissuto quell’epoca, ancora oggi conservati con cura: dopo un blocco di anni per problemi di copyright, il manga è uscito di nuovo nel nostro Paese in un’edizione finalmente non da bambine e l’anime è uscito finalmente in dvd.
Detto questo, il remake di Sailormoon a chi può interessare? Ai nostalgici di vent’anni fa che ritrovano le loro eroine o alle nuove generazioni che conoscono le imitazioni di Sailormoon, dalle nostrane WITCH e Winx alla più adulta Madoka magica?
Forse ad entrambi, l’animazione giapponese si sta dimostrando come un collante tra generazioni e passioni: basta andare ad una fiera del fumetto per vedere come ormai chi frequenta questi eventi ha ormai una fascia d’età molto ampia, mescola vari immaginari che non sono più in contraddizione tra di loro (l’eterna diatriba Disney e animazione giapponese sembra essere superata) ed è interessato o interessata a vari aspetti del mondo otaku e geek. E questo è indubbiamente un bene ed un ottimo modo di festeggiare il ventennale di Sailormoon.
Articolo scritto da Elena Romanello per SakuraMagazine
Se volete leggere i libri scritti dalla nostra amica Elena Romanello della collana “I Love Anime” allora vi consiglio:
- Candy Candy. «Eravamo tutte innamorate di Terence…»
- Capitan Harlock. Avventure ai confini dell’Universo
- Sailor Moon. La bella ragazza guerriera
- Il mito di Lady Oscar (Hinomaru)
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