All’interno della sconfinata letteratura giapponese proponiamo una breve selezione di narrativa tradotta in italiano che getta luce su temi specifici.
Cinque donne amorose (1980) di Ihara Saikaku è una raccolta di racconti scritti nel primo periodo Edo, di grande leggibilità, che descrivono con ironia la vita nella capitale. La banda di Asakusa del premio Nobel Kawabata Yasunari (2007, prima publicazione 1929) porta il lettore, con uno stile frenetico e non sempre facile, nell’atmosfera del principale quartiere dei divertimenti della capitale.
Libro d’ombra di Tanizaki Jun’ichirò (2018, edizione originale 1933) affronta in termini accessibili alcuni aspetti della cultura giapponese tradizionale, posta a confronto con quella occidentale. Nel 1961 O’e Kenzaburò ricevette attacchi dall’estrema destra per i racconti pubblicati in italia nella raccolta Il figlio dell’imperatore (1997), in cui delinea in soggettiva i meccanismi del fanatismo.
Un gioiello senza tempo resta il fumetto Maison Ikkoku di Takahashi Rumiko, che dipinge con un tono tra il comico e il malinconico la Tokyo popolare degli anni Ottanta. In epoca recente Murakami Haruki è lo scrittore giapponese più letto in italia (e in Giappone), ma il Paese resta spesso sullo sfondo dei suoi libri.
Fa eccezione Underground (2014; prima edizione 1998), nel quale Murakami intervista le vittime degli attentati nella metropolitana di Tokyo del 1995; ne esce un viaggio nella coscienza collettiva dei giapponesi e uno spaccato della loro vita quotidiana. Un forte influsso sull’immaginario ha avuto l’opera di Murakami Ryu, che in libri come Tokyo Decadence (1998) ha descritto una città estrema e violenta. La ragazza del convenience store di Murata Sayaka è un viaggio nel microcosmo dei negozi aperti 24 ore su 24.
Fonte: estratto dal libro “Giappone” di Laura Imai Messina e pubblicato da Touring Club Italiano
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