Quando una nuova casa del tesoro e sala del tè venne costruita nel 1971 al Matsuo-Taisha a Kyoto, uno dei più antichi santuari del Giappone risalente al 701, uno dei più influenti designer di paesaggi del suo tempo, il maestro autodidatta Mirei Shigemori, venne incaricato di creare tutta una serie di giardini decorativi per tutta l’area.
Shigemori (1896-1975) amava usare molto spesso il termine “eternamente moderno” per rappresentare e descrivere le sue idee e definire al meglio il senso estetico tipico del suo lavoro. L’espressione, come lui stesso ha spiegato, si riferiva al suo concetto di equilibrio di bellezza, un perfetto bilanciamento tra stile classico e stile contemporaneo. In nessun’altra parte è possibile trovare esempio di questa espressione se non al Matsuo-taisha, dove Shigemori è stato abile nell’unire tradizione e modernità.
Cresciuto in un piccolo villaggio in una zona rurale nella prefettura di Okayama, nella zona ovest di Honshuu, Mirei passò molto tempo nella vicina città di Kibichuo, in particolare nel parco del santuario di Yoshikawa Hachimangu, un edificio rustico fondato nel 1096, che nonostante la sua antichità emana un raffinato senso di bellezza e proporzione: la struttura è infatti piena di dettagli tipici del suo tempo che hanno poi influenzato anche il senso estetico con cui il designer ha realizzato i suoi lavori.
Da ragazzo, Shigemori, da ricercatore curioso quale era, viaggiò per tutto il Giappone alla riscoperta di oltre 300 paesaggi artificiali. Il primo volume di questo suo lavoro, pubblicato nel 1936 con il titolo “The Illustrated History of Japanese Gardens”, ci fa comprendere la versatilità con cui i designer di giardini creano le loro opere e la loro conoscenza sia del design giapponese che della sua arte e tradizione.
Alcuni dei “garden designer” più importanti in Giappone sono stati nella loro epoca molto versatili nei loro gusti e anche nelle loro abilità. Kobori Enshu (1579-1647) si ricorda anche per il suo legame con realizzazioni architettoniche quali castelli, Toyo Sesshu (1420-1506) fu un sacerdote e pittore di grande importanza e Matsunaga Teitoku (1571-1654) fu anche un abile compositore di waka e poesia haiku.
Meglio conosciuto come studioso e designer per giardini, Shigemori era un uomo di antiche tradizioni, eccelleva dunque in calligrafia, composizioni ikebana e Cerimonia del Tè. Eppure, nonostante il suo essere tradizionale e legato ad antichi costumi, le sue opere mostrano una grande modernità, ma con la presenza di elementi tradizionali che rendono il giardino un patrimonio di enorme valore.[…]
Le prime composizioni giapponesi naturali, realizzate in foreste, accanto a cascate o su distese di ghiaia, erano inizialmente spazi sacri, concepiti come “campi magnetici” per divinità. Queste zone pure e sacre assomigliavano a quelli che definiremmo i primi esemplari di giardino “a paesaggio secco”.
Lo Shintoismo, la religione giapponese per eccellenza, la cui storia viene narrata nel Kojiki e nel Nihon Shoki, si è evoluto a partire da questi luoghi. E’ proprio in questi luoghi che vennero edificati i primi santuari. Questi luoghi, definiti come “i luoghi degli dei”, circondati da un letto di ghiaia o sabbia bianca, delineavano il confine tra il mondo degli umani e il mondo sacro degli dei. Coloro che andavano a venerare questi luoghi non potevano non rimanere impressionati da questi posti. Basta solo menzionare il nome di Matsuo-Taisha ad un qualsiasi giapponese e sicuramente saprà subito di cosa si parla data la fama anche se, stranamente, non ospita che una manciata di visitatori per volta.
Il Giardino Horai, che rappresenta l’Antico Reame degli Immortali, è il primo edificio del paesaggio che i visitatori vedono non appena si avvicinano al santuario principale. Shigemori fu il designer che progettò il giardino di tale luogo, ma purtroppo la sua morte nel 1975 costrinse il figlio maggiore dell’artista a completare l’opera al posto del padre.
I due paesaggi principali su cui Shigemori aveva lavorato erano l’Undulating Stream Garden nella parte est del nuovo edificio e il Garden of Ancient Times situato invece nella parte nord. Il primo si basa sulla tradizione giapponese di posizionare bambole su delle barchettine e metterle a galla nell’acqua lasciando che andando via portino simbolicamente via anche gli spiriti maligni lontano. E’ così che viene ancora celebrato il 3 marzo, la Festa delle Bambole, al tempio.
Il curvo flusso d’acqua che Shigemori costruì ricorda molto lo stile dei giardini aristocratici del periodo Heian (794-1185) dove cortigiani si divertivano con un gioco di parole dove uno avrebbe composto un primo verso di un poema e poi avrebbe lasciato “fluire” il tortuoso componimento ad un altro ospite a cui toccava continuare aggiungendo un altro verso.
Un flusso d’acqua era un elemento insolito nelle opere di Shigemori che raramente utilizzava acqua vera nei suoi giardini, preferendo invece della sabbia o ghiaia bianca a rappresentare simbolicamente l’elemento. Le onde possono essere realizzati usando delle pietre blu e poi realizzare il torrente usando della ghiaia.
Non ci sono alberi nel giardino, ma solo alcune piante di azalea ritagliate secondo una forma simile ad una tartaruga, simbolo di longevità in molti giardini giapponesi; è una pianta che fiorisce in primavera intorno alle rocce, così da ammorbidire la durezza data dalla presenza della roccia e del cemento.
Un anno prima di iniziare i lavori di sistemazione dei giardini in questo spazio, Shigemori si imbattè in un antico masso di pietra a Kurashiki nella prefettura di Okayama. Si trattava dei cosiddetti “resti di Tatetsuki“, che si credevano essere dei tumuli di sepoltura di un clan importante, costituiti da enormi rocce inclinate sotto forma di mano aperta.
Il modo in cui lui sistemava le pietre nel suo Giardino dei Tempi Antichi nella parte sul retro del santuario sono inclinati in angoli esagerati. Le rocce, formando spazi aperti verso il cielo, danno un senso di vitalità in quello che molti considerano come una delle sue impostazioni di rocce più fine e bella, in una creazione nata dal ritorno di Shigemori alle antiche origini del giardino giapponese, esattamente come lui lo aveva appreso.
Si tratta di una disposizione caratteristica con massi enormi e pesanti che stanno in piedi su una distesa di erba di bambù; si tratta di una pietra Ao-ishi quella che Shigemori ha scelto, una tipica pietra proveniente dall’isola di Shikoku, direttamente dal Seto Inland Sea, vicino a Wakayama, suo luogo di nascita.
Tuttavia, nonostante la sua bellezza, il paesaggio ha sempre i suoi detrattori che, aspiranti alla perfezione, trovano sempre qualche mancanza notando anche la minima sottogliezza e cercando la grazia e la perfezione che c’è in altri giardini più raffinati. La risposta di Shigemori a tutti coloro che hanno nel tempo criticato la sua opera è stata una sola, e anche tagliente:
Alcune persone lo trovano talmente travolgente che non riescono ad apprezzarlo. Sono persone così deboli: non hanno la forza di guardare qualcosa di forte e potente.
Oltre al suo indubbio senso di forza e potenza, in questo giardino c’è qualcosa di trascendente anche, qualcosa di ispirato alle divinità che risiedono in questo posto. Shigemori ha messo ogni grammo del suo essere nella realizzazione del Giardino dei Tempi Antichi, che è stata infatti la sua ultima opera: è scomparso pochi mesi dopo il completamento dei lavori.
Con questo, e il finale completamento dell’intero progetto Matsuo-Taisha, grazie anche all’intervento del figlio, il maestro divenne ciò che in vita aveva sempre desiderato diventare ed essere: un perfetto successore, in spirito moderno, di quanto trovato in antichi giardini.
Fonte: Articolo scritto da Stephen Mensfield per il Japan Times
Traduzione: SakuraMagazine
Libri consigliati su Mirei Shigemori:
- Mirei Shigemori (italiano)
- Mirei Shigemori: Modernizing the Japanese Garden (inglese)
- Mirei Shigemori – Rebel in the Garden: Modern Japanese Landscape Architecture: Modern Japanese Landscape Architecture by Mirei Shigemori (inglese)
Libri consigliati sui giardini giapponesi e lo stile zen:
- Il Giardino Zen di François Berthier
- Come creare raffinati giardini giapponesi di G. Luigi Enny
- Il grande libro del giardino giapponese
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