Le pietre (tobi in giapponese) nella tradizione del Giardino Zen non solo stanno a rappresentare montagne ma anche isole intese metaforicamente come isole di pensiero.
La roccia è un elemento sacro che rappresenta stabilità, solidità e fermezza, è un’icona dell’esistenza di tutte quelle cose che percepiamo, che sentiamo e che stanno in contrapposizione al vuoto, al nulla; rappresenta la materia che si contrappone all’astratto e al non materiale. La sua importanza all’interno del giardino è tale da richiedere un minuzioso e accurato lavoro di posizionamento che segue dei precisi canoni. Ogni roccia è posizionata in maniera tale da unire ogni singola parte importante del giardino con un’altra e permettere quindi il facile raggiungimento di esse al visitatore.
Come posizionarle
A prima occhiata la loro posizione sembrerebbe alquanto asimmetrica e del tutto casuale: niente di più falso. L’apparente asimmetria e la casualità con cui le pietre sono collocate all’interno del giardino è assolutamente voluta al fine di rappresentare le tortuose difficoltà che l’uomo si ritrova a dover affrontare nella sua vita.
Nel giardino inoltre ogni singola pietra ha sempre una funzione ben precisa: oltre a isola circondata dall’acqua può per esempio servire anche a rappresentare metaforicamente animali sacri, cari ai miti e alle leggende. Devono essere collocate in accordo allo studio del terreno e alla sabbia ben lavorata e deve avere un determinato colore e forme ben definite tanto da ispirare armonia ed equilibrio a chi le guarda.
La tradizione vuole che il percorso di pietra del giardino parta dalla sala del tè: quest’ultima è un piccolo edificio in legno in cui si celebra tradizionalmente il famoso rito giapponese chiamato Cha No Yu. La sacralità di questo luogo, impone che sacro sia anche il cammino che porta ad esso.
Si attraversa tutto il vialetto in pietra, chiamato Stepping Stones, fino a giungere all’ultima pietra, quella prima dell’ingresso. Il vialetto in pietra vuole essere una specie di legame tra quel momento sacro della cerimonia e tutto l’esterno del giardino. Dopo la sacra cerimonia, il visitatore che si appresta ad uscire dalla sala e avviarsi fuori, si sofferma in un primo momento sulla prima pietra e dopo un attimo di riflessione, si appresta a riprendere il cammino ormai come una “persona nuova“, diversa.
A simboleggiare una vita non sempre facile sono le pietre appunto disposte in forma volutamente asimmetrica e irregolare come ad indicare gli alti e bassi della vita di ciascuno, un continuo alternarsi di ordine e disordine. Ogni percorso in pietra è un cammino spirituale che ogni visitatore compie alla riscoperta di sè stesso.
Quali pietre usare?
Nella scelta e nella posizione delle pietre, si seguono i canoni del Suiseki.
La tradizione abbina i tipi di pietre ai cinque elementi della natura (legno, fuoco, terra, metallo e acqua) e vengono così classificate:
- pietra TAIDO (legno)
Sono pietre prevalentemente alte, verticali e appuntite. Ricordano le piante, in special modo gli alberi (ecco perchè il legno) e per la loro forma simboleggiano la fertilità. Poiché più alte rispetto alle altre queste pietre vengono messe dietro in fondo alle altre. - pietra REISHO (metallo)
Sono pietre simili a quelle Taido perché verticali, anche se più basse, non appuntite ma rotondeggianti e visto che sono simili a quelle Taido sono posizionate insieme, in fondo, dietro le altre. Per la loro struttura simboleggiano stabilità e fermezza (qualità tipiche del metallo). - pietra SHIGYO (fuoco)
Questa categoria racchiude tutte le pietre articolate e ramificate come a ricordare la forma delle fiamme e si trovano di solito posizionate lateralmente. - pietra SHINTAI (acqua)
Sono tutte pietre piatte; ricordano il mare, i laghi, gli stagni o in generale gli specchi d’acqua e vengono posizionate insieme agli altri gruppi lateralmente per rendere il tutto più armonioso. - pietra KIKYAKU (terra)
Sono tutte quelle pietre reclinate, piegate più da un lato che da un altro o imperfette che però vicino ad altri gruppi rendono il tutto perfetto e armonico. Abbinate simbolicamente all’elemento terra perché il loro scopo è proprio quello di completare e armonizzare ove ce ne fosse bisogno.
Libri consigliati sui Giardini Zen:
- Il Giardino Zen di François Berthier
- Come creare raffinati giardini giapponesi di G. Luigi Enny
- Il grande libro del giardino giapponese
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