Se c’è un alimento in grado di rappresentare il Giappone, quello è il tè, meglio se accompagnato da un dolcetto come il mochi.
Stefania Viti, scrittrice esperta di cultura nipponica, torna con un libro dedicato a due grandi miti culinari del Paese, Tè e dolci del Giappone. Storia, miti, ricette (Gribaudo). Il rito del tè ha radici molto lontane, una tradizione diffusa prima nei monasteri buddisti, dove era usato come tecnica di meditazione, poi tra le classi ricche, quindi anche per gli altri.
Rinfrescante e benefico, il tè più diffuso è il matcha, una polvere verde che i giapponesi mettono in tutto, dai biscotti alle torte, dal cioccolato ai gelati. E’ pregiatissimo l’infuso coltivato a Tsukigase, nell’antica piantagione della famiglia Inokura, attiva da oltre 260 anni.
Ma in Giappone non si beve solo questa polvere verde e la scelta delle foglie con cui preparare l’infuso dipende dagli abbinamenti: il Sencha per esempio è usato per accompagnare il Sushi, il Bancha è meno pregiato e viene servito insieme al sakè, mentre l’hojicha è ideale con piatti saporiti, conditi con la salsa di soia.
“Se si parla del Giappone, tè e dolci formano un binomio indissolubile, non solo dal punto di vista gastronomico ma anche da quello storico e culturale”, scrive Viti. La pasticceria tradizionale si chiama wagashi, ed è fatta di dolcetti leggeri, preparati con riso e cereali, castagne zucca e l’immancabile fagiolo azuki rosso. Tutti conoscono il mochi, bon bon a base di riso al vapore lavorato, ripieno con composte di frutta: è una ricetta storica, preparata già nel 1329 a Osaka, in una pasticceria che ancora esiste, la Kanbukuro, gestita oggi dalla ventisettesima generazione di produttori. Non solo riso però. Anche la panetteria del Sol Levante hanno una grande tradizione.
“Tra pane e prodotti da forno ha posto d’onore l’anpan, panino dolce ripieno confetture di fagioli rossi creato nel 1875 da mura Yasubei, che a Tokyo, nel quartiere di Ginza aprì la panetteria Kimuraya, tuttora attiva”, spiega Viti. Ma le delizie da provare sono tante, melonpan al popolare dorayaki. “La tradizione dolciaria giapponese” annota l’autrice “è un universo ricco e variegato, formato da mondi diversi eppure complementari, che si incontrano nel nome della squisitezza del gusto e della raffinatezza della forma”.
Fonte: Articolo scritto da Micol Passariello per Il Venerdì di Repubblica del 16 Aprile 2021
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