La casa editrice Anguana, specializzata in neopaganesimo e tematiche affini, ha da qualche tempo inaugurato la collana Anime nel tempo del mito, in cui presenta testi prevalentemente sulla cultura nerd legata a manga, anime e non solo, a testimonianza ormai di un interesse culturale di approfondire dietro a cose che non possono più essere considerate mera evasione.
Tra le novità c’è un titolo davvero originale, che parla alla fine delle origini dei manga e degli anime: la proposta del classico Bushido la via del samurai, di Nitobe Inazo, autore che scrisse questo testo nell’Ottocento per presentare la sua cultura all’Occidente che era diventato il nuovo interlocutore del Paese del Sol levante dopo il primo contatto dopo secoli ad opera del commodoro Perry nel 1853, che mise fine ad un lungo isolamento, creando uno choc culturale sia in Giappone che in Occidente, anche se non mancò mai la curiosità reciproca, e il libro ne è una testimonianza, per parlare di quella che non era certo solo una moda passeggera.
La riproposta oggi di Bushido è un’operazione indubbiamente intrigante: il libro viene presentato come copia anastatica all’interno di un edizione del XIX secolo, con tanto di caratteri e impaginazione d’epoca, e presenta precetti, mentalità, valori di una casta che non ha mai smesso di appassionare e affascinare, e che come archetipo ha ispirato personaggi in vari universi narrativi, in tanto cinema giapponese classico, a Kurosawa in poi, ma anche in manga e anime, senza dimenticare film come Kill bill o la serie di Star Wars.
Non è la prima volta che in libreria arriva un libro che parla dei samurai, ci sono state negli anni tante storie, ma questo è il testo base della loro filosofia, fondamentale per capirli e alla base di una mentalità che è ancora presente oggi. Per cui risulta essere abbastanza imperdibile, sia per gli appassionati della cultura giapponese classica che per i cultori di quella moderna, che resta comunque intrisa di antichi valori e archetipi.
Per cui è consigliabile un viaggio attraverso queste parole, che svelarono all’Occidente il come e perché di un mondo che poteva avere punti di incontri con la cultura dei cavalieri medievali, ma che affascinò per la sua scala di valori, per la sua etica, a tratti anche per la sua visione compassionevole ma rigida del mondo.
Un libro concepito tra l’altro in un momento in cui i samurai erano in profonda crisi, perché avevano perso il loro ruolo centrale in Giappone, dopo un’ultima ribellione e ai quali non restava quindi che lasciare qualcosa su quello che erano stati e le cose in cui credevano. Un qualcosa che è comunque rimasto e si trova ancora oggi, nascosto sotto la più grande modernità.
Recensione scritta da Elena Romanello per SakuraMagazine
Se volete leggere i libri scritti dalla nostra amica Elena Romanello della collana “I Love Anime” allora vi consiglio:
- Capitan Harlock. Avventure ai confini dell’Universo
- Candy Candy. «Eravamo tutte innamorate di Terence…»
- Sailor Moon. La bella ragazza guerriera
- Il mito di Lady Oscar (Hinomaru)
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