Narumi Harashina nasce nel 1947 a Ibaragi. Attualmente vive e lavora come insegnante di tecniche artistiche a Tokyo. La sua formazione ha compreso, oltre alla laurea in pittura conseguita all‘Università di Musashino, anni di studio tra l’Accademia di Brera a Milano, l’Ecole de Beaux-Arts a Parigi dove contemporaneamente ha appreso dall’artista giapponese Motomura la tecnica incisoria del “mezzotinto” o “maniera nera”.
Il maestro ha partecipato a numerose mostre collettive e personali organizzate in tutto il mondo. In Italia ha tenuto corsi di incisione alla Scuola Internazionale di Grafica d’Arte “Il Bisonte” e dagli anni 90 alcune sue opere sono entrate a far parte delle collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze.
“Fragili Presenze” di Narumi Harashina
Nel mese di marzo 2013, Firenze ospiterà due mostre di incisioni alla “maniera nera” dedicate al Maestro giapponese Narumi Harashina. Negli spaziosi ambienti della Biblioteca Nazionale in un’ampia retrospettica troveranno spazio le opere elaborate tra il 1980 e il 2008 mentre alla galleria “Il Bisonte” saranno esposti i lavori eseguiti tra il 2009 e il 2012.
Il percorso creativo del maestro Narumi Harashina nasce dall’accurata osservazione del mondo che lo circonda. La sua poetica trae frequentemente spunto dagli umili oggetti che costituiscono il quotidiano nelle tradizioni orientali e occidentali che sono alla base del suo percorso formativo. Pochi oggetti isolati, sospesi in atmosfere stranianti, scandagliati nelle pieghe della materia che li compone, descritti minuziosamente in una sorta di iperrealismo magico, si circondano di poesia.
La realtà si trasfigura, è altro, è metafisica. Luci morbide e misurate svelano, rischiarando lo sfondo nero e vellutato, i preziosi colori che rivestono le forme racchiuse in nitidi e precisi contorni. La trama dei segni tracciati sulla lastra già graffiata con il “berceau” restituisce immagini dettagliate e armoniose composizioni che rivelano equilibri precari e prospettive ribaltate verso lo spettatore.
Quest’ultimo si trova coinvolto in un gioco di rimandi e allusioni fortemente emozionali. Le opere di Harashina spesso sorprendono per la semplicità dei soggetti rappresentati che, seppure banali all’apparenza, sono insistentemente descritti come oggetti preziosi e usati come pretesti, toccano corde profonde della nostra immaginazione permettendoci di fantasticare e sognare.
Richiedono un’osservazione attenta e scrupolosa poiché traducono significati profondi legati a sentimenti come la memoria, la nostalgia e il rispetto. Riportano la nostra attenzione su cose che non siamo più in grado di cogliere perché sommersi, tempestati dagli innumerevoli stimoli che nella frenesia di ogni giorno siamo costretti a subire.
Il recupero del senso del fare con le proprie mani, del gesto dell’artigiano sapiente che per prima cosa deve conoscere le differenti possibilità dei materiali con i quali lavora, della capacità di prendersi una pausa bevendo un caffè o un bicchiere di vino nuovo, di aprire gli occhi sorpresi davanti a una finestra aperta sui giochi dei bambini o sul mondo circostante.
Il maestro ci invita a soffermarci, a riconquistare un diverso senso del tempo che ci permetta di ritrovare memorie perdute e di gioire riscoprendo quanto abbiamo intorno.
Testo tratto dalla locandina ufficiale della mostra intitolata Fragili Presenze.
II progetto è a cura di Daniela Copeta. Le mostre saranno esposte a Firenze dal 7 Marzo al 6 Aprile 2013 alla Biblioteca Nazionale Centrale e dal 6 Marzo al 22 Marzo 2013 alla Fondazione “Il Bisonte”
SakuraMagazine ringrazia Bedarumica Photographers (i nostri amici Daniele e Miriam) per la segnalazione dell’evento e per il materiale condiviso (locandina)
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