- Un caro saluto a tutti!
Sono felice di presentarvi due simpaticissime amiche e bravissime scrittrici che ringrazio di essere qui per questa doppia intervista. Ecco a voi Linda Lercari con il suo libro Kaijin – L’ombra di Cenere e Valentina Piazza con il suo libro L’Anima della Spada. Benvenute!
Linda: Grazie a te per averci invitate. Salve a tutti gli appassionati di SakuraMagazine.
Valentina: Ciao a tutti e grazie mille a SakuraMagazine che ci ospita, a me e a Linda, e ciao a tutti voi che siete qui ad ascoltarci.
- Cominciamo innanzitutto con le vostre opere. Kaijin di Linda è un romanzo storico, ambientato nel Giappone del 1330 mentre L’Anima della Spada di Valentina è ambientato nella Milano di oggi ma con richiami ad un Giappone, anch’esso antico. Entrambi raccontano di combattimenti, guerrieri, spade ma anche legami speciali e ricordi del passato. Raccontateci un po’ la vostra opera.
Linda: Kaijin nasce da una frase pronunciata da Maurizio Lipparelli, il mio sensei alla Scuola Kendo Lucca. Rimasi folgorata e compresi che avrei dedicato tutto il tempo necessario a scrivere quello che avevo percepito: l’eco dell’unico suono che produce la lama quando fende l’aria. L’ambientazione nel periodo Kamakura mi ispirava perché volevo restituire al lettore un medioevo giapponese più esotico e sconosciuto dove ancora tutto era possibile, dove ancora dei e uomini potevano camminare fianco a fianco su quella Via fatta di onore e dedizione e… sì anche d’amore.
Valentina: Dunque, L’Anima della Spada parte, appunto come racconto, a Milano, oggi, durante un’asta di beneficienza, in cui Francesca, la protagonista, entra in possesso di una katana antica e molto rovinata. Proprio per queste caratteristiche, è costretta a portare la spada da un restauratore, Kimura Kaito, che è il co-protagonista del racconto per la parte moderna.
Attraverso il restauro della spada, i due riusciranno a scoprire di più sulla sua storia e ogni volta che Francesca poserà la mano sulla lama, questa le racconterà la sua storia attraverso delle visioni. Il resto della storia verrà poi raccontato da un terzo protagonista, co-protagonista direi, Akira, che, appunto, racconterà tutto il passato della spada che Francesca ha ottenuto.
Per la parte nel passato abbiamo Koi, la lama, e Takeshi, il guerriero. Loro due si troveranno in una situazione molto difficile, di guerre, in cui il Giappone è in bilico tra una pace estremamente precaria e quasi effimera e una guerra distruttiva e pesante per il Paese. Takeshi, insieme a Koi, e grazie a Koi, dovrà riuscire a capire se stesso e capire quello che sarà il suo destino. Insieme…. Dovrà anche decidere che cosa fare nell’immediato futuro.
- Come già detto prima, entrambi le vostre opere fanno riferimento ad un Giappone storico. Kaijin di Linda ne ambienta l’intera trama mentre Valentina solo una parte che si intreccia con un occidente moderno. Immagino che affrontare una narrazione storica comporti sempre ricerca e studio, a maggior ragione poi se parliamo di un Paese con una cultura e una tradizione particolare, antica e anche un po’ lontana come quella del Giappone. Come avete lavorato su questo fronte?
Linda: E’ stato abbastanza faticoso. Ho impiegato quattro anni fra ricerche e ripulitura dagli anacronismi. Nonostante sia solo un testo di narrativa e non un saggio ho cercato di essere precisa e di evitare almeno gli errori più grossolani. Siamo nel 1300 e non è lo stesso Medioevo che conosciamo attraverso i film più popolari. Per esempio ancora non esisteva la figura della geisha.
Valentina: Dunque le ricerche sono state davvero impegnative, e… anche se molto interessanti; impegnative perché non è facile scavare nel passato della storia giapponese. I dati che sono arrivati fino a noi sono difficili da cercare, proprio, da avere sottomano perché rimane una cultura e una storia lontana da noi. Magari siamo abituati ad approfondire altri tipi di tematiche e altra storia come quella nostra, europea, quella americana, quella inglese; altri Paesi rimangono in un angolino d’ombra, purtroppo secondo me, perché poi sono interessanti da scoprire tutte queste vicende.
Quindi le ricerche sono state difficili, c’è stato un grosso lavoro a monte, proprio all’inizio, in cui ho ricercato tutte le informazioni che mi interessavano e, devo dire, che c’è stato anche un grosso lavoro anche a libro concluso per ricontrollare tutto quanto, in cui mi sono fatta aiutare dall’editor per evitare di scrivere cose sbagliate o riferimenti magari errati e abbiamo ricontrollato tutto in modo incrociato. E’ una storia, secondo me, particolare, affascinantissima, da approfondire, che però, appunto, noi non abbiamo avuto l’occasione ne a scuola ne… molti neanche dopo.. di approfondire quindi ho voluto dargli un grosso spazio perché io ne sono rimasta veramente affascinata.
- Entrambe praticate delle discipline marziali. Linda pratica il Kendo mentre Valentina è legata all’Aikido, tra l’altro molto presente nel suo stesso romanzo. Com’è nato l’interesse per queste due arti marziali e come hanno influenzato la stesura delle vostre opere?
Linda: Domanda un poco buffa… In realtà il mio romanzo è incentrato sul Kendo, ma si percepisce in modo sottile perché parlando di spada non si immagina che lo Shinai, ovvero la spada di bamboo utilizzata nel Kendo, riproduca le stesse tecniche e la stessa mentalità dei combattimenti reali. In Kaijin tutto è Kendo. Persino durante la contemplazione dei Ciliegi, Haka – Il samurai demone – resta all’erta come nel Kendo si resta sempre vigili. Ho iniziato a praticare per seguire la stessa passione di mio marito, Furio. Potrei dire che ho iniziato per amore… e ora l’amore per il Kendo mi aiuta a vivere e scrivere meglio, con maggior disciplina e attenzione.
Valentina: Allora, l’incontro con l’Aikido è successo qualche anno fa. Ero in un periodo abbastanza problematico e totalmente per caso mi sono imbattuta nell’Aikido e in quelli che poi sarebbero diventati i miei compagni di pratica e il mio maestro. Ho praticato per due anni e mezzo circa e molto intensamente, aprendomi poi anche alla spada e alla katana, quindi con lo Iaido. Dopo di che, purtroppo, per impegni familiari, problemi organizzativi con le bambine, con la casa, ecc.., e altri problemi che sono insorti non sono più riuscita a praticare, e ora non pratico più da circa un anno.
Mi manca tantissimo, devo dire la verità, e sul tatami ho capito veramente tante cose, che mi hanno aiutata ed è una tematica che è molto presente nel libro quindi chi lo leggerà, capirà tutto. Quello che io ho imparato sul tatami mi ha aiutata tantissimo nella vita di tutti i giorni e mi sta aiutando anche adesso. Il libro è dedicato infatti ai miei compagni di Aikido e al mio maestro, che senza accorgersene, in silenzio, con grande rispetto, mi hanno aiutata in un momento che per me non era facile, proprio per nulla.
- Com’è nato il vostro interesse per il Sol Levante? Siete mai state in Giappone?
Linda: Sono stata in Giappone in viaggio di nozze e poi altre due volte. Con mio marito abbiamo visitato quasi tutto il paese innamorandocene sempre di più. Paese dalle molte contraddizioni, paese alieno – se vogliamo – eppure neanche troppo sotto certi aspetti.
Valentina: L’interesse verso il Sol Levante è nato quando ho iniziato a praticare Aikido; quando ho iniziato a praticare, ho iniziato anche a leggere molti libri collegati all’argomento “arti marziali”, “Giappone”, “cultura giapponese”… Ho letto Il libro dei Cinque Anelli, l’Hagakure e ho letto L’Arte della Pace, che è il libro alla base dell’Aikido in pratica. Dopo di che, ho approfondito ancora di più la storia e ho deciso di scrivere il libro; in Giappone purtroppo non ci sono mai stata ma non escludo un giorno prima o poi… mi piacerebbe, dico la verità, andarci…. soprattutto mi piacerebbe visitare Kyoto e i suoi templi. Ecco, quello sì.
- Distolgo un attimo l’attenzione dalle vostre opere per soddisfare una mia piccola curiosità. Il mestiere dello scrittore è molto affascinante e pubblicare un romanzo può essere una grande soddisfazione ma scriverlo richiederà sicuramente impegno e dedizione. Com’è iniziato il vostro percorso come scrittrici, com’è davvero la vita di uno scrittore e quanto tempo occorre per scrivere un buon libro?
Linda: Il mestiere dello scrittore è un mestiere vero anche se è poco remunerato e spesso sottovalutato. Scrivere in modo originale e professionale richiede tempo. Si deve lavorare sulla rilettura, sulla riscrittura, sull’editing e su mille dettagli cui non si pensa quando si lavora a livello amatoriale. Per Kaijin ho impiegato, appunto, quattro anni, ma anche per altri romanzi ci vuol tempo… per esempio in media per un romance di buon livello io impiego circa otto mesi scrivendo soprattutto di notte e d’estate.
Valentina: Questa è una domanda difficile perché la vita di uno scrittore non è per niente facile, secondo me, non so cosa ne penserà la mia collega Linda che magari la vede un po’ più tranquilla, io invece no. La vita da scrittore… la mia vita da scrittrice non è per niente facile perché è emotiva, dal punto di vista emotivo, soprattutto, e anche da punto di vista pratico perché poi quando hai scritto un libro, alla fine… e ti dici “oh che bello, ho scritto un bel libro… o si spera”, poi la parte difficile viene dopo, c’è tutta la parte relativa all’editing, alla correzione ma soprattutto, ancora peggio secondo me, che viene ancora dopo è la diffusione, cercare di promuovere il tuo libro ed è difficilissimo.
Tempo, tempo ne serve tanto e se si ha la fortuna di avere delle ore disponibili in cui scrivere, in cui dedicarsi alla scrittura è l’ideale; uno si siede, io ad esempio mi siedo e mi prendo tre, quattro ore, cinque ore o quello che mi serve e scrivo quando decido di dedicarmici e ho il tempo di farlo perché altrimenti è un bel disastro, bisogna ritagliarsi il tempo quando non c’è (cioè di notte, la sera tardi, la mattina molto presto…).
La soddisfazione è grande ma richiede veramente tanto tanto impegno e personalmente ho iniziato a pubblicare un paio di anni fa ma ho sempre scritto, solo che prima un po’ per timidezza un po’ perché….”Oddio come si fa?” ero un po’ frenata, avevo tanta paura e quindi non pubblicavo. Però ufficialmente… nel mondo ufficiale della scrittura ci sto solo da due anni, più o meno.
- Come lettrici, che tipo di libri vi piace leggere? Genere e autori preferiti?
Linda: Soprattutto fantascienza, horror e narrativa classica. Leggo, però, un po’ di tutto per continua formazione. Amo Robert A. Heinlein, Oscar Wilde, Stephen King, come amo le poesie di Leopardi, Pascoli e Foscolo.
Valentina: Io sono una lettrice onnivora, nel senso che leggo veramente di tutto, ovunque e comunque, mi piace veramente tanto leggere, da quando ero piccola. Generi preferiti…. non ne ho uno solo….mi piacciono i romanzi di narrativa… ma mi piacciono anche i thriller, i romanzi rosa, mi piace un po’ di tutto. Io leggo tutto. Autori preferiti ne ho… il mio preferito in assoluto è Ken Follett con i suoi Pilastri della Terra, che secondo me è il più bello che ha scritto, ma il secondo che mi piace di più in ordine, diciamo, è Tolkien con il Signore degli Anelli. Quando lo lessi all’epoca, mi cambiò completamente le prospettive.
- Oltre a Kaijin – L’ombra di Cenere e l’Anima della Spada, avete entrambe scritto altri racconti e di genere anche diverso. C’è un genere in particolare che vi affascina, che non avete ancora provato e che vorreste sperimentare?
Linda: Sono una scrittrice multigenere di professione. Ho pubblicato un romanzo noir, dei racconti e romanzi erotici, un romanzo drammatico e una silloge poetica. A breve mi pubblicheranno un distopico. Non sono brava con i gialli, e penso che non riuscirò mai a scriverne uno decente, ma mai dire mai…
Valentina: Per adesso ho scritto romanzi di narrativa, come lo sono ad esempio L’Anima della Spada e il Canto degli Abissi; ho scritto romanzi rosa come Tesoro di Scozia, Lo Scozzese dei Miei Sogni e Raccontami della Scozia. In futuro ci sono altre cosette già pronte, ho scritto un thriller che è ancora nel cassetto chiuso serrato. E devo dire la verità, mi è piaciuto da matti scrivere un thriller e quindi penso che ne scriverò un altro perché mi sono divertita… mi ha presa tantissimo e quindi dico thriller, thriller, thriller, thriller…
- Facciamo un passo indietro e ritorniamo a Kaijin e L’Anima della Spada. Sono entrambe due storie entusiasmanti e che di sicuro sanno catturare l’attenzione del lettore. Non ho potuto fare a meno di notare, al di là poi del modo in cui le due storie si concludono, come sia Momokushi in Kaijin che Francesca in L’Anima della Spada si ritrovino a perdere una persona cara e preziosa ma che lascia loro indizi per un ultimo messaggio importante, una verità da scoprire. Che ne pensate di questa somiglianza?
Linda: Interessante e inquietante insieme. La Spada Giapponese ha parlato a entrambe e ci ha inviato lo stesso messaggio.
Valentina: Questa è una domanda interessante perché la perdita di Francesca, nel libro, è il perno attorno a cui ruota tutto il libro anche se poi, in realtà, la persona che lei perde si vede solo come un ricordo quindi non è un protagonista vero della storia anche se lo è tantissimo perché è presente. Il fatto che lei non riesca a rialzarsi, non riesca a continuare la sua vita perché è bloccata da questo avvenimento che l’ha distrutta, io l’ho voluta intendere come simbolico… una perdita che nel libro è quella del padre… è simbolo di una qualsiasi tipo di perdita, di qualsiasi tipo di evento che ci fa dire “no, non ce la faccio più ad andare avanti… non riesco più a vivere la mia vita”.
Il messaggio che lei deve arrivare a capire è il messaggio che tutti noi dobbiamo arrivare a capire in pratica, che è il messaggio che io ho capito attraverso l’Aikido. E’ una cosa che secondo me ci accomuna anche se io ancora non ho letto Kaijin, ma lo devo leggere… dicevo… è un messaggio che secondo me ci accomuna perché io e Linda, avendo entrambe questo percorso alle spalle secondo me abbiamo capito tutte e due determinate cose… che quando sei sul tatami alle prese con le tue paure, con i tuoi freni, con quello che è il tuo passato, i tuoi trascorsi, i tuoi problemi con la vita e con il futuro ti scontri inevitabilmente… qualcosa ne viene fuori.
In L’Anima della Spada, Francesca deve riuscire assolutamente ad andare avanti e per andare avanti avrà bisogno di un aiuto, e suo padre che era lungimirante, sapeva che lei avrebbe avuto bisogno di lui anche quando lui non ci fosse più stato. Ed è proprio per questo che, secondo me, il loro rapporto nel libro è veramente importante, proprio il perno centrale di tutto il libro.
- Quanto c’è di voi e del vostro carattere nei vostri romanzi? C’è una parte, una scena, una frase che avete scritto che conservate particolarmente nel cuore?
Linda: “come la carpa segue la libellula… senza stancarsi mai.”
Valentina: In questo caso specifico, cioè l’Anima della Spada, c’è veramente troppo secondo me. Infatti io avevo paura di pubblicare questo libro, e ci ho pensato tanto prima di pubblicarlo e poi ho deciso “No Vale, lo devi pubblicare, basta, datti una mossa” e quindi… c’è veramente troppo di me qui dentro e… è così in tutti i libri in realtà, in qualcuno più di altri, forse perché sono anche più complessi, l’argomento più serio, e lì inevitabilmente ci si invischia tutto quanto e non riesci più a capire dove si fermano i tuoi personaggi e dove inizi tu. Rileggere a volte alcuni pezzi è sconvolgente, non so se anche per Linda è così, ma per me sì, alcune volte non riesco neanche a riconoscere i pezzi, dico “Oddio l’ho scritto io? No!.. perché ho scritto questa cosa?” Insomma ci finisce tanto, tanto tanto dentro ai libri di scrittori.
- Linda, hai letto L’Anima della Spada di Valentina? E Valentina, hai letto Kaijin – L’ombra di cenere di Linda? Che ne pensate ciascuna del romanzo dell’altra?
Linda: Mi è molto piaciuto. Un romanzo fresco e godibile, soprattutto interessante nell’utilizzo dei tempi d’azione passato/presente ben dosati. I sentimenti sono comunque più dichiarati rispetto al mio. In Kaijin tutto trama per dire niente, perché “niente” è già troppo.
Valentina: Io non ho ancora letto Kaijin ma sono molto incuriosita, ho letto la trama, ho letto le recensioni bellissime che hanno fatto a Linda prima o poi ce la farò, lo leggerò.
- Progetti futuri? Altri lavori in cantiere?
Linda: Tantissimi, ho le lettrici sul piede di guerra perché devo terminare una breve saga che è la mia personale risposta a Cinquanta sfumature di… e non ho ancora mandato all’editore il capitolo conclusivo. Si tratta di una storia a puntate e manca proprio il finale che… che non vi posso svelare.
Valentina: Allora, si, il 3 giugno uscirà un romance storico, ambientato ai tempi dei Vichinghi, che mi è piaciuto tanto scrivere, perché io adoro il passato medievale, dell’Inghilterra, della Scozia, dell’Irlanda e quindi…. mi è piaciuto tantissimo scriverlo e poi ci sarà una grossa, grossa, grossa, grossa novità di cui ancora non posso parlare…un pochino più avanti però.
- So di avervi fatto tante domande ma, concedetemi di farvene un’altra: vi è piaciuto il ritratto che vi ho fatto per questa intervista?
Linda: Confesso di averlo mostrato al Dojo in anteprima e… e nonostante sia estremamente somigliante tutti concordano col dire che mi hai disegnata più graziosa. Sì mi piace moltissimo, grazie di cuore!
Valentina: No, vabè, il disegno è bellissimo, infatti quando me l’hai mandato l’ho fatto vedere a tutta la famiglia, mamma, papà, marito, figlie… tutti quanti l’hanno visto… è bellissimo. In più come sai, come ti ho detto già, io… a me piace tanto disegnare quindi sono dalla tua parte completamente e devi assolutamente continuare perché sei veramente brava.
- Grazie mille ragazze!
Linda, Valentina, è stato un vero piacere intervistarvi. Vi faccio i miei complimenti per le vostre bellissime opere, che consiglio a tutti di leggere. Tantissimi auguri per i vostri progetti futuri e un forte abbraccio a voi da parte di tutto SakuraMagazine.
Linda: Un saluto a te, a Valentina e a tutti voi. Vi auguro di trovare sempre un minuto per leggere, una delle poche cose irrinunciabili nella vita.
Valentina: Io ringrazio veramente tanto tanto tanto SakuraMagazine per questo spazio perché è stato divertente, veramente bello confrontarsi anche con Linda, e per far conoscere un lavoro difficile anche… per qualche verso…com’è stato appunto riguardante lo scrivere due storie ambientate nel magico Sol Levante, nel Giappone così misterioso che ancora tanti comunque non conoscono. E’ stato veramente bello confrontarmi con lei ed essere accolta qui da tutti voi, che ringrazio ovviamente, come ringrazio la nostra fantastica ospite di SakuraMagazine. Grazie mille!
- Grazie, grazie ancora a voi. A presto!
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