I Ninja 忍者 erano “guerrieri invisibili” e mercenari che venivano ingaggiati, nella maggior parte dei casi, dai daimyo. Tra i loro compiti principali, c’erano lo spionaggio e il sabotaggio anche se spesso venivano attribuite loro colpe ben maggiori. Per essere dei guerrieri di precisione ed efficienza, temuti da molti, seguivano duri allenamenti e anni di addestramenti speciali e formazioni particolari che hanno origine in insegnamenti tramandati per tradizione secoli dopo secoli da maestro ad allievo esattamente come i samurai.
Era comune per un ninja cominciare la propria formazione sin dall’infanzia e, ogni aspirante ninja, oltre alle discipline previste tra cui arti marziali e uso di armi, doveva studiare anche le tecniche di sopravvivenza, conoscere veleni, antidoti, erbe, esplosivi e ordigni. Era importante l’attività fisica negli allenamenti, quindi erano all’ordine del giorno arrampicate, corse a lunga distanza, nuoto e modalità di movimento particolarmente furtivi. Inoltre era importante conoscere molte professioni comuni e saperle esercitare nel caso fosse stato utile un mascheramento o acquisire una falsa identità. Dovevano anche avere formazioni prettamente mediche per i soccorsi immediati nel caso fossero stati feriti durante le missioni.
Tattiche
Il ninja spesso lavorava da solo, ma non sempre. Esistevano infatti delle volte in cui si formavano delle vere e proprie squadre di assalto dove i ninja si aiutavano gli uni con gli altri: alcuni scalavano e permettevano ad altri di raggiungere altezze superiori creando piattaforme o ponti umani riuscendo così a raggiungere più facilmente e velocemente luoghi o obiettivi. La maggior parte delle tecniche sono trascritte e raggruppate in rotoli o manuali insieme ai piani di fuga. Alcune delle tattiche apprese erano ad esempio:
- Hitsuke: la pratica di distrazione tramite l’appiccamento di un fuoco in lontananza rispetto all’effettivo punto in cui un ninja doveva introdursi.
- Tanuki-Gakure: la pratica di arrampicamento su un albero o camuffamento tra il fogliame per nascondersi.
- Uzura-Gakura: la pratica di restare immobili come pietra al fine di nascondersi fingendosi parte dell’ambiente circostante.
E così via, tantissime altre tecniche tutte raggruppate secondo gli elementi naturali: tecniche di fuoco, tecniche d‘acqua, tecniche di legno, tecniche di metallo e infine tecniche di terra.
Travestimenti
Come già detto prima, mascherarsi o l’uso del travestimento era una tecnica ben nota e conosciuta, sicuramente documentata nei libri storici. I ninja erano soliti mascherarsi da sacerdoti, commercianti, cartomanti, contadini, monaci o assumere addirittura cariche più importanti. Ecco perchè nel loro addestramento era richiesta la conoscenza dei mestieri e delle cariche più comuni, al fine di poterne ricoprire il ruolo sotto false spoglie in caso di necessità, come viaggiare in incognito o per atti di spionaggio.
Era comune travestirsi da funzionario di un tempio, quale un sacerdote o monaco poichè era una carica che riceveva parecchie agevolazioni durante i viaggi: poteva infatti spostarsi liberamente tra i confini politici e poi le vesti dei sacerdoti permettevano di nascondere armi. Il travestimento da monaco inoltre permetteva di nascondere completamente il viso di giorno grazie all’aiuto di quei grandi “cesti” di paglia che i monaci usavano come cappelli.
Per chi volesse approfondire e saperne di più su queste, ormai leggendarie figure della cultura giapponese consiglio:
- Ninjutsu. Segreti e tecniche dei ninja di Donn F. Draeger
- Il libro dei sei anelli. I segreti dei ninja per raggiungere uno stato superiore di comprensione e conoscenza di Jock Brocas
- Ninja. Il guerriero ombra di Joel Levy
- Le pratiche spirituali dei ninja. Dominare le porte della libertà con la filosofia di vita e le discipline mentali dei guerrieri giapponesi di Ross Heaven
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