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Il Giardino Zen e la Roccia

11 Marzo 2025 By SakuraMagazine

Le pietre (tobi in giapponese) nella tradizione del Giardino Zen non solo stanno a rappresentare montagne, ma anche isole, intese metaforicamente come “isole di pensiero”. La roccia è un elemento sacro che rappresenta stabilità, solidità e fermezza, è un’icona dell’esistenza di tutte quelle cose che percepiamo, che sentiamo e che stanno in contrapposizione al vuoto, al nulla. Le rocce rappresentano la materia che si contrappone all’astratto e al non materiale: la sua importanza all’interno del giardino è tale da richiedere un minuzioso e accurato lavoro di posizionamento secondo dei canoni precisi. Ogni roccia è posizionata in maniera tale da unire ogni singola parte importante del giardino con un’altra, permettendo al visitatore il facile raggiungimento delle stesse pietre.

Come posizionarle

A prima occhiata la loro posizione sembrerebbe alquanto asimmetrica e del tutto casuale: niente di più falso. L’apparente asimmetria e la casualità con cui le pietre sono collocate all’interno del giardino è assolutamente voluta al fine di rappresentare le tortuose difficoltà che l’uomo deve affrontare nella sua vita. Nel giardino, inoltre, ogni singola pietra ha sempre una funzione ben precisa: oltre a rappresentare simbolicamente un’isola circondata dall’acqua, raffigura metaforicamente anche animali sacri, presenti nei miti e nelle leggende.

In accordo con un accurato studio del terreno, le pietre vengono collocate secondo un determinato colore o una forma ben definita, in modo tale da ispirare armonia ed equilibrio a chi le guarda. La tradizione vuole che il percorso di pietra del giardino parta dalla sala del tè: quest’ultima è un piccolo edificio in legno in cui si celebra tradizionalmente il famoso rito giapponese chiamato Cha no yu. La sacralità di questo luogo impone che sacro sia anche il cammino che porta a esso.

Si attraversa tutto il vialetto in pietra, chiamato stepping stones, fino a giungere l’ultima pietra, quella prima dell’ingresso. Il vialetto in pietra vuole essere una sorta di legame tra il momento sacro della cerimonia e il mondo esterno. Dopo la sacra cerimonia il visitatore, che si appresta ad uscire dalla sala e avviarsi fuori, si sofferma un istante sulla prima pietra, e dopo un attimo di riflessione, riprende il proprio cammino come una “persona nuova”, diversa, migliore.

A simboleggiare una vita non sempre facile sono le pietre disposte in forma volutamente asimmetrica e irregolare a simboleggiare gli alti e bassi della vita di ciascuno, il continuo alternarsi di ordine e disordine. Ogni percorso in pietra è un cammino spirituale che ogni visitatore compie alla riscoperta di sé stesso.

Quali pietre usare?

Nella scelta e nella posizione delle pietre, si seguono i canoni del Suiseki. La tradizione abbina i tipi di pietre ai cinque elementi della natura (legno, fuoco, terra, metallo e acqua) e vengono così classificate:

  • pietra TAIDO (legno)
    Sono pietre prevalentemente alte, verticali e appuntite. Ricordano le piante, in special modo gli alberi (ecco perché il legno) e per la loro forma simboleggiano la fertilità. Poiché più alte rispetto alle altre queste pietre vengono messe dietro in fondo alle altre.
  • pietra REISHO (metallo)
    Sono pietre simili a quelle Taido perché verticali, anche se più basse, non appuntite ma rotondeggianti e visto che sono simili a quelle Taido sono posizionate insieme a queste ultime, in fondo, dietro le altre. Per la loro struttura simboleggiano stabilità e fermezza (qualità tipiche del metallo).
  • pietra SHIGYO (fuoco)
    Questa categoria racchiude tutte le pietre articolate e ramificate, simili alla forma delle fiamme e si trovano di solito posizionate lateralmente.
  • pietra SHINTAI (acqua)
    Sono tutte pietre piatte; ricordano il mare, i laghi, gli stagni o in generale gli specchi d’acqua e, per questo motivo, vengono posizionate insieme agli altri gruppi di pietre laterali per rendere il tutto più armonioso.
  • pietra KIKYAKU (terra)
    Sono tutte quelle pietre reclinate, piegate più da un lato che da un altro o imperfette, ma che vicine ad altri gruppi rendono il tutto perfetto e armonioso. Sono abbinate simbolicamente all’elemento terra perché il loro scopo è proprio quello di completare e armonizzare ove ce ne fosse bisogno.

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Filed Under: Luoghi Tagged With: giardino zen, kikyaku, reisho, rocce, shintai, shogyo, suiseki, taido, tobi

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