Si dice che un giapponese “nasca shintoista, si sposi shintoista e muoia buddhista”. Di fatto, è vero, i bambini appena nati vengono presentati al santuario, due sposi ricevono la loro benedizione in un santuario e ogni cerimonia di purificazione o richiesta di intercessione avviene nello stesso luogo. Ma quando si tratta di defunti si entra nella sfera del Buddha.
In Giappone si dice che “ogni chicco di riso conserva dentro di sé sette divinità” e che il Divino dimora in ogni uomo, donna, animale, roccia, erba, mare, lago, tuono o fulmine o qualsiasi altra cosa. Il Sol Levante è un paese dove ogni cosa, anche la più semplice o la più banale può avere dentro di se un significato e un pensiero più ampio, esistenziale e spesso spirituale.
Il Giappone è un Paese dalla grande dignità ed eleganza, espressa dalla calma, il silenzio, l’accettazione e il laborioso e costante lavoro. E’ ciò che rende questo paese attraente ai nostri occhi ma anche misterioso e non sempre comprensibile.
Per comprendere e capire meglio questo Paese così enigmatico la Mimesis Edizioni ci offre l’interessante pubblicazione a cura di Federica Chiesa: Akaito. Si tratta di un testo scritto non da studiosi nipponisti o yamatologi ma da giovani studiosi e archeologi che vogliono offrire una visione più ampia delle aree culturali asiatico-orientali, in particolare quelle del Giappone.
Tra l’Ottocento e il Novecento il fascino esotico del Giappone colpisce l’Occidente e non tocca solo le sorti dell’arte ma raggiunge anche spazi e luoghi più nascosti come quelli dell’archeologia, raccontando del profondo legame che molti studiosi hanno instaurato, nel corso della storia, con il Sol Levante.
“Akaito” inizia infatti proprio dal primo viaggio, nel lontano 1866, con la prima missione italiana in Giappone, uno dei tanti viaggi che hanno portato a scoprirne i paradossi e le contraddizioni.
Alle indagini sul luogo e sul popolo seguono infatti quelle sul carattere e i costumi, gli studi, la letteratura e la struttura sociale sino ad arrivare ad analizzare il senso estetico del quotidiano grazie al resoconto del soggiorno giapponese di André Leroi-Gourhan tra il 1937 e il 1939.
“Il Giappone appare come un luogo di scambi e mescolanze, ma anche come un alambicco che distilla un’essenza più rara e sottile delle sostanze trasportate dalle correnti della storia”. E’ così che Claude Lèvi-Strauss, uno dei massimi studiosi del secolo scorso, descrive il Giappone nella sua opera “L’altra faccia della Luna. Scritti sul Giappone”.
Ha soggiornato in terra nipponica in cinque occasioni, ognuna delle quali gli permise di sviluppare una conoscenza sempre più approfondita e articolata del Paese, da lui esplorato sotto vari aspetti. Nonostante il suo lavoro di antropologo, la musica, la danza, il teatro e l’opera hanno svolto un ruolo non indifferente nella sua formazione culturale ed estetica; mai coinvolto emotivamente da nulla al di fuori della cultura, arte e musica europea, il Giappone rappresentò per lui un’eccezione.
L’amore più grande però Lévi-Strauss lo nutrì per la cucina giapponese che non esitò ad introdurre nella sua dieta lasciando allo studio dell’alimentazione un ruolo tutt’altro che di secondo piano.
Altre personalità poi si susseguono tra le pagine del libro tra cui quella di Luigi Bernabò legato al fascino discreto del mondo fluttuante degli Ukiyo-e o a quella di Neil Gordon Munro, medico tra gli Ainu, giunto in Giappone nel suo momento di grande sviluppo economico e di massima apertura al mondo occidentale.
Si susseguono poi John Fee Embree, uno dei più grandi studiosi del Giappone negli anni della Seconda Guerra Mondiale e la studiosa Ruth Fulton Benedict nota al pubblico per la sua celebre opera “Il Crisantemo e la Spada”, uno studio commissionatole dagli Stati Uniti per una specifica analisi del popolo giapponese e della sua cultura; uno studio a distanza ma ricco di dettagli, ricerca sui libri, ritagli di giornale, film, registrazioni e interviste a Giapponesi residenti in America o a prigionieri di guerra.
“Akaito” è tutto questo. Un volume il cui filo rosso immaginario, simbolico per i giapponesi, ripercorre le linee invisibili della storia per presentarci tutte quelle personalità che hanno provato a raccontare nei decenni il Giappone, non solo da ciò che si vede apparentemente fuori ma anche da ciò che si cela dentro un Paese dal grande fascino ma anche, e spesso, da un incomprensibile mistero.
Buona lettura!
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