Vi sono essenzialmente due tipi di case: le villette e gli appartamenti in condominio.[…]
Le famiglie rappresentate di solito negli anime e nei manga appartengono al ceto medio o medio-alto in quanto vivono in abitazioni unifamiliari indipendenti, generalmente a due piani e con un giardino esterno, molto simili a quelle occidentali nella struttura e di solito anche nell’arredamento. La presenza del giardino all’esterno facilita l’eventuale decisione di tenere un cane o un altro animale domestico; invece nei condomini è spesso severamente vietato possederne, a causa del disturbo che potrebbero arrecare ai vicini, date le ridotte dimensioni degli appartamenti e l’estrema vicinanza fra essi, che ne riduce la privacy.
Vista la densità di popolazione negli agglomerati urbani e la scarsità di terreni edificabili, le case in città sono spesso piccole e costose e la maggior parte delle persone oggi vive in condomini all’interno di alti e moderni stabili. In alcuni palazzi non troppo alti è possibile che gli ingressi degli appartamenti, spesso bivani o monolocali, si trovino all’esterno della costruzione stessa, così come le scale per accedervi, e non vi sia una struttura interna come invece avviene negli edifici più nuovi o più simili a quelli occidentali.
Nelle zone rurali o nelle periferie delle città è più facile trovare abitazioni tradizionali, disposte spesso su di un solo piano, dotate delle classiche porte scorrevoli (shoji) sia all’interno della casa che all’esterno. Gli shoji sono costituiti da pannelli di carta di riso montati su un’intelaiatura di legno e possono essere spostati per ampliare un ambiente e rimessi al loro posto per dividerlo nuovamente. Le classiche case giapponesi sono rialzate, rispetto al terreno circostante e al giardino, da una struttura in legno, coperta dal tetto dell’abitazione, che in estate viene usata come veranda dove si è soliti sedersi a sorseggiare il tè o chiaccherare.
I giardini che contornano le grandi ville tradizionali sono curati e progettati con estrema attenzione ai minimi particolari: essi tendono infatti a riprodurre i paesaggi naturali nel modo meno artificioso possibile, facendo uso, oltre che di alberi e arbusti, di rocce e laghetti disposti armoniosamente.
Sia nelle case tradizionali sia in quelle occidentali, nelle villette come negli appartamenti condominiali, vi è un ingresso (il cosiddetto genkan), più basso di un gradino rispetto al resto dell’abitazione, in cui è presente un armadietto per le scarpe: all’interno della casa si usa infatti camminare in pantofole o scalzi, e per tale motivo ogni famiglia tiene un certo numero di pantofole di riserva da fare indossare a eventuali ospiti, i quali lasciano le proprie calzature sotto il gradino, cioè appunto nel genkan.
Nelle case tradizionali i pavimenti del genkan, dei corridoi e della cucina sono di legno, mentre nelle altre stanze si usano i tatami, le classiche stuoie di giunchi intrecciati imbottite di paglia fissate su di una cornice di legno. I tatami sono composti da diversi rettangoli e vengono usati anche come unità di misura delle stanze. Nelle camere con i tatami si entra a piedi scalzi (con le calze o senza), lasciando le pantofole nel corridoio. Nelle case più moderne sempre più spesso il pavimento è costituito in tutte le stanze da legno o moquette, anche se a volte c’è una camera da letto con i tatami, detta washitsu. Anche nelle scuole e spesso negli ospedali si usano speciali calzature da interni simili a pantofole.
Nelle camere da letto in stile tradizionale invece del letto si usano i futon, materassini dotati di trapunti che la mattina, a volte dopo essere stati stesi ed esposti al sole, vengono ripiegati e riposti in armadi a muro (gli oshiire) dotati di pannelli scorrevoli simili agli shoji, detti fusuma. In questo modo, una camera da letto può agevolmente diventare un soggiorno o una sala da pranzo durante il giorno.
Un altro elemento tipico delle case giapponesi tradizionali è il kotatsu, una sorta di tavolinetto sotto il quale è posto un braciete o una stufa elettrica, ricoperto di una trapunta simile a quella del futon. In inverno è frequente che in una casa ci si raccolga attorno al kotatsu, a bere un tè caldo o sgranocchiare qualcosa guardando la TV, seduti sopra gli zabuton (cuscini quadrati e piatti usati per sedersi sul pavimento accanto ai tavoli bassi giapponesi) con le gambe coperte dalla trapunta.
Tratto dal libro Con gli occhi a mandorla. Sguardi sul Giappone dei cartoon e dei fumetti di Roberta Ponticiello e Susanna Scrivo
Per chi volesse saperne di più sulla cultura giapponese, usi e costumi di questo luogo così affascinante e dalle mille sfaccettature vi consiglio:
- Kojiki. Un racconto di antichi eventi
- La Mente Giapponese
- Culture del Giappone contemporaneo. Manga, anime, videogiochi, arti visive, cinema, letteratura, teatro, architettura
- Kawaii Art di Valentina Testa
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