Si sente spesso parlare di Reiki come di una pratica giapponese molto diffusa ma esattamente cos’è?
Il Reiki è un metodo di risveglio dello spirito. E’ un metodo di benessere naturale, di autoguarigione e di crescita personale. E’ un’antichissima tecnica di benessere riscoperta in Giappone nel 1922 dal Dottor Mikao Usui basata sull’uso delle mani e di energia.
Per comprendere con chiarezza il significato di Reiki risulta necessario comprendere prima il suo ideogramma. Gli ideogrammi giapponesi non sono altro che un insieme di segni e linee che simboleggiano un’idea.
Comprendere l’idea che sta alla base del Reiki è fondamentale per la comprensione di tutto il concetto fondamentale del Reiki stesso:
Cominciamo con l’ideogramma del “Rei”.
Nel biancore del foglio vuoto c’è lo spazio eterno e l’infinito dove la prima pennellata rappresenta il Cielo, Principio Creatore (foto1).
In questo Cielo si muovono le nuvole che rappresentano il cambiare del tempo, le stagioni, il movimento dei pensieri della mente umana. Poi il tratto deciso al centro dall’alto verso il basso, il fulmine, che simboleggia la scelta, la decisione, la volontà di questa mente umana e infine le quattro gocce che indicano la pioggia (foto2).
Al centro tre quadratini che indicano le bocche degli uomini che si aprono per mangiare, per parlare, per pregare, che si aprono per ricevere i doni della natura e che ringraziano Dio per questo (foto 3).
Queste preghiere ora trovano spazio nel luogo sacro perciò ecco un tempio dove i simboli uguali, uno a destra e uno a sinistra simboleggiano l’uomo nella sua individualità, una persona fatta di sentimenti ed emozioni.
Nell’ideogramma del “Ki” invece si ripropone la sequenza del cielo e delle nuvole.
L’ideogramma Ki rappresenta l’acqua e la pioggia che arrivata sulla terra, evapora, si ricondensa e risale al cielo per ricadere nuovamente come pioggia ancora. Simboleggia il ciclo della vita che non finisce mai e fluisce continuamente, come l’Energia appunto (foto 5).
Infine abbiamo il chicco di riso, il centro del nostro essere, il seme che grazie alla pioggia, all’energia del sole e alla luce, cresce e vive. Rappresenta il seme, la cellula, il più piccolo atomo dove si origina ogni cosa e dove alberga l’energia vitale che è in stretta connessione con l’energia Universale. Rappresenta l’intima essenza di ogni cosa (foto 6).
Il reiki quindi non fa altro che spiegare che noi possiamo essere guaritori di noi stessi se solo sappiamo stare a contatto con la nostra energia e sappiamo mantenerla in equilibrio con la nostra più intima essenza. Il dolore, un malessere o altri disturbi fisici spesso non sono altro che sintomi di un disequilibrio energetico che ha bisogno di ritrovare il suo sblocco e il suo equilibrio: il Reiki è un rimedio a ciò.
L’ideogramma di prima spiega l’unione di due concetti fondamentali: Rei e Ki
Possiamo definire Rei come la rappresentazione dell’energia che ci circonda, l’Energia Universale che fluisce in ogni cosa: possiamo chiamarla Spirito, Luce, Dio, Principio Universale o con qualsiasi altro nome che esprima questa forza. Lo stesso Einstein affermava, studiando atomi, molecole, masse e forze che tutto è energia. Il concetto basilare che si acquisisce infatti con il Reiki è proprio questo: Tutto ciò che è, è energia.
Possiamo invece definire Ki l’Energia Individuale, quell’energia che distingue ogni essere da un altro: possiamo anche chiamarla Anima, Coscienza, Personalità, Identità, Carattere o qualsiasi altro nome che esprima questa forza che si muove all’interno e che ci permette di interagire con l’intera realtà.
Il benessere di ogni individuo sta proprio nell’equilibrio del Rei e del Ki, nell’equilibrio tra la propria energia e quella che muove tutto quanto l’Universo di cui facciamo parte.
Il Reiki non è una religione, non è una scienza nè una filosofia ma è solo una sana consapevolezza della propria energia e una capacità di saper raggiungere una grande armonizzazione interiore, un benessere fisico e mentale.
Il Reiki agisce sui blocchi energetici che spesso creano sintomi e disturbi riportando tale energia a fluire di nuovo mantenendo così il benessere fisico e mentale.
Origini del Reiki – Il Mito di Mikao Usui
Secondo la tradizione e la leggenda fu Mikao Usui, nato in Giappone nel 1865 ad avviare e sviluppare questa pratica affermando di aver ricevuto tale saggezza e tale pratica dopo settimane di digiuno e sola meditazione sul Monte Kurama.
Mikao era un monaco cristiano che dopo aver studiato e conosciuto Gesù attraverso gli studi della Bibbia e delle Sacre Scritture volle cercare di capire la natura dei suoi miracoli per dare così risposta non solo alle sue curiosità ma anche a quella di molti suoi discepoli che chiedevano dimostrazione che quanto fosse stato scritto nelle Sacre Scritture corrispondesse a verità.
Da cristiano, Usui rispose ai suoi studenti che aveva assoluta fiducia in ciò che da sempre si era detto di Cristo e che c’erano testimonianze dei suoi miracoli. Tuttavia alle insistenze di uno studente che voleva capire se fosse realmente possibile guarire o resuscitare addirittura, Usui rispose che non poteva e non sapeva farlo perché nessuno gli aveva mostrato come fare.
Dopo quella conversazione lo stesso Usui prese la decisione di partire per provare che quello in cui credeva non era fantasia.
Partecipò a delle sedute di meditazione di alcuni monaci di un Tempio Zen e gli fu permesso di leggere dei Sutra. Ci vollero molti anni perchè le trascrizioni erano antiche ed erano scritte addirittura in cinese, perciò dovette prima imparare il cinese per comprendere poi quanto leggeva in quei testi. Poi pensò che quanto era scritto in quei Sutra potesse avere origini molto più antiche risalenti all’antica lingua indiana se non addirittura sanscrita. Imparò anche queste altre due lingue e studiò con grande impegno per molto tempo ma alla fine riuscì a trovare quello che cercava.
Interpretare quel testo direttamente dal sanscrito, un testo scritto circa 2000 anni prima, non fu di certo facile, così Usui prese un’importante decisione: si recò sul monte Koriyama dove meditò e digiunò per 21 giorni.
In quei 21 giorni di ritiro fuori dal mondo e lontano da chiunque, digiunando e vivendo di solo acqua, si dedicò alla lettura di quei Sutra. Arrivò esausto e sfinito fino all’ultimo giorno e proprio durante l’ultima meditazione una forte luce apparve davanti a lui e come per magia davanti a sè cominciò a vedere in lettere dorate tutto quanto aveva letto in sanscrito. Non sentì da quel momento più freddo, fame, paura o stanchezza ma sentì una nuova forza invaderlo e pensando fosse un miracolo decise di tornare in città. Alla prima locanda si fermò per mangiare e riposare ma non potè: si imbattè infatti nella figlia del proprietario che continuava da giorni a lamentarsi per un gran mal di denti. Usui pensò di mettere le mani sulle guance di quella ragazza e come per incanto quel dolore così forte si alleviò immediatamente.
Da quel momento applicando ciò che lui stesso cominciò a definire Reiki iniziò a dare sollievo e a guarire molte persone. Tuttavia però i risultati non furono sempre quelli sperati: tutte le persone da lui guarite finivano ugualmente per ritornare ad essere ciò che erano. Lo sconforto prese il sopravvento, Usui pensò che forse il lavoro di tanti anni era stato inutile: persone che aveva curato e guarito finivano per ritornare alla stessa situazione di prima.
Fu allora che il maestro Usui capì che ciò che veramente doveva essere guarito non era il fisico bensì la mente; capì che guarire il corpo non bastava se poi nel proprio Spirito l’atteggiamento e i pensieri non cambiavano, ciò che serviva era aiutare la gente a guarire la propria vita e il proprio modo di essere, bisognava insegnare loro ciò che veramente era importante: essere grati alla vita, benedire qualsiasi cosa capiti nella nostra esistenza, amare e benedire tutte quelle persone che incontriamo.
Usui capì che ciò che bisogna guarire prima di ogni cosa è ciò che si ha nel cuore, capì che bisognava imparare a trasformare la rabbia in comprensione, l’odio in amore, il rancore e il risentimento in buoni sentimenti.
In un certo senso è come ripetere un gesto che sappiamo per certo che non giova al nostro essere! Possiamo anche medicare una ferita dopo una scottatura se vogliamo ma se non impariamo a tenere il dito lontano dal fuoco, possiamo anche medicarlo tante volte ma il risultato sarà sempre quello di scottarci le dita.
Da questa importante constatazione Usui cominciò a “guarire” la mente e il cuore prima che il fisico insegnando a tutti gli uomini saggezze come l’essere grati alla vita, essere onesti, generosi, ringraziare sempre e benedire tutti coloro che ci circondano considerandoli doni del Cielo.
E’ ancora tramandato il famoso principio del Reiki che dice:
Solo per oggi non ti arrabbiare
Solo per oggi non ti preoccupare
Guadagnati da vivere onestamente
Onora i Genitori, Maestri e gli Antenati
Mostra gratitudine per ogni cosa vivente.
Usui trascorse così tutto il resto della sua vita viaggiando a piedi per tutto il Giappone insegnando e praticando il Reiki.
Andava nei posti più affollati tra la gente e vagava tra la folla con una lampada accesa anche di giorno. E quando qualcuno gli chiese il perchè di quella lampada in pieno giorno lui rispose: ” Quello che sto cercando io non si vede con la luce del sole. Io cerco coloro che abbiano voglia di far luce nel loro cuore e nella loro vita…. “
Ovviamente questa è solo la leggenda, raccontata dai suoi discepoli, di Mikao Usui, personaggio in realtà veramente esistito e vero fondatore del Reiki.
Altri articoli simili:
Per chi volesse saperne di più sul Reiki, i Livelli e i Chakra:
Per saperne di più sul Reiki e sul Dottor Usui:
*** Se trovi gli articoli, le traduzioni e le recensioni di questo sito utili, per favore sostienilo con una donazione. Grazie! ***
Se volete potete distribuire liberamente questo testo, in maniera non commerciale e gratuitamente, conservandone l’integrità, comprese queste note, i nomi degli autori ed il link http://sakuramagazine.com