Il peculiare linguaggio queer prodotto dalla cultura giapponese e diffuso dai media più popolari come anime e manga, ci svela sfaccettature e interpretazioni ben più profonde di quanto si possa immaginare.
Camil Valerio Ristè, laureato in Lingua e Cultura Giapponese all’Università Ca’ Foscari di Venezia e dottorando in Lingue, Letterature e Culture Moderne, ci propone, con il suo saggio Le sue labbra erano rosse, rosse come le fiamme…, edito dalla Società Edizioni La Torre, una vera e propria ricerca che parte dalla ricostruzione storica della vita editoriale di manga, anime e prime riviste queer, per arrivare poi a capire come questo linguaggio si sia evoluto nel tempo.
Ristè rivolge la propria attenzione in particolar modo verso la comunità LGBTQ+ in Giappone e come questa viene rappresentata dai vari media, soprattutto anime e manga. Prendendo in esame i due generi più famosi di questo filone, Boys’ Love e Girls’ Love, l’autore presenta un’accurata analisi delle loro caratteristiche principali e delle contraddizioni più evidenti che ne emergono, soffermandosi su personaggi che si collocano, in modalità diverse, al di fuori della combinazione uomo-donna.
Il saggio si apre dunque con un breve excursus storico sulla rappresentazione dell’omosessualità maschile a partire dall’era Meiji, per sottolineare come nella cultura giapponese avesse avuto storicamente più rilevanza rispetto all’omosessualità femminile e fosse addirittura accettata più facilmente a livello sociale, sia in ambito religioso che militare. Ciò si riflette nelle opere a essa dedicata, come le stampe shunga a tema omoerotico.
Questa introduzione storica permette all’autore di esporre con maggiore chiarezza quelli che sono stati poi i risvolti in epoca più recente e contemporanea nel genere manga, proponendo numerosi esempi di opere i cui personaggi possono essere certamente definiti queer. Tra queste opere ricordiamo Sailor Moon, Utena, Ouran High Host Club, per citarne qualcuno.
Segue poi un’analisi socioculturale sulla differenza tra “esperienza trans” e “cross-dressing”, correlata anch’essa, come i capitoli precedenti, di ulteriori esempi e immagini di riferimento.
La quasi totale mancanza di fonti in lingua italiana sul tema dell’identità di genere e della sessualità rappresentata nei media giapponesi, come lo stesso autore spiega tra le pagine del saggio, ma anche la difficoltà di come e dove reperirle, rende problematico il lavoro per qualsiasi studioso o ricercatore interessato alle tematiche queer. Tuttavia, Ristè pone rimedio a tale mancanza arricchendo il suo saggio con note esplicative e una lunga e ricca lista di riferimenti bibliografici, con l’intento di fornire maggiore materiale di consultazione a quei lettori e studiosi interessati ad approfondire la materia.
Le sue labbra erano rosse, rosse come le fiamme… non è soltanto un saggio innovativo e interessante ma un vero e proprio compendio, utile ed esaustivo. L’autore è riuscito a confezionare uno studio in grado di catturare l’attenzione di intenditori e non su una tematica oggi non sempre facile da affrontare; senza rinunciare a un certo rigore accademico, è riuscito a farlo in modo chiaro e semplice.
Buona lettura!
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