Tutto risale all’epoca dell’avvento del buddhismo Zen, quando i monaci di templi e monasteri Zen cominciarono a creare questi giardini come aiuto alla meditazione, alla contemplazione, alla pace e alla preghiera. Era il luogo dove ogni monaco ritrovava la serenità e la tranquillità della natura e poteva quindi pregare e meditare nella pace più assoluta.
Nella nascita e creazione del giardino Zen un ruolo importante lo ha sempre avuto la religione. Tutti noi sappiamo che la religione più diffusa del Giappone è lo Shintoismo, una religione molto antica, fatta di venerazione e adorazione della natura e di culti legati a essa e ai lontani antenati. Però non è la sola religione in Giappone: altro culto proprio di questo Paese è il Buddhismo che, nato in India e diffusosi in Cina arrivò in Giappone insieme alla filosofia Zen. Queste due religioni insieme al Confucianesimo, culto che aspirava alla moderatezza, alla saggezza e alla meditazione, hanno da sempre ispirato tutte le espressioni artistiche nipponiche tra cui anche la realizzazione dei giardini.
L’origine più antica del Giardino Zen risale alla Cina agli inizi del V secolo d.C, poi questi si diffusero e trovarono maggiore risalto in Giappone con i monaci e maestri Zen. Il giardino Zen è un giardino diverso dai nostri, ha un’impronta differente, un tratto peculiare, unico nel suo genere, che sembra tenere molto all’estetica, ma anche alla semplicità e bellezza della sola natura.
I paesaggi Zen, come già detto, nacquero per aiutare monaci e sacerdoti a esercitare meglio i concetti dello Zen, rimanendo in spazi che potessero aiutare la riflessione, la pace interiore, la calma e la serenità dell’animo.
Il nome giapponese con cui si vuole indicare i giardini Zen è Karesansui, giardini di pietra. Vengono anche chiamati “giardini-isola“: le rocce, sparse un po’ ovunque, rappresentano delle isole ferme circondate dall’acqua, elemento che anticamente aveva un valore religioso molto importante. Probabilmente il motivo per cui questi luoghi siano rappresentati da isole risiede nella religione shintoista: molte delle divinità che venivano venerate, infatti, si nascondevano in queste isolette circondate dal mare. Ma forse questa non è l’unica spiegazione: è probabile che il giardino-isola sia solo un modo per rappresentare quello che effettivamente è tutto il paesaggio nipponico: un insieme di isolette circondate dal mare.
Il giardino è composto principalmente da roccia e sabbia (o ghiaia). Nessun vegetale fu inizialmente ammesso o pochissimi, probabilmente perché il luogo doveva rispecchiare il concetto basilare della filosofia buddhista: la semplicità.
La roccia, disposta con grande cura, indica la montagna, l’isola dove risiedere durante la meditazione e la riflessione; la sabbia invece, disposta in modo ondulato rappresenta i mari, i laghi, i fiumi, in breve l’elemento acqua. Le pietre sono un elemento importante nella costruzione di un giardino Zen: sono infatti sinonimo di solidità e consistenza; ogni roccia deve avere la sua posizione, la sua forma, il suo colore, deve essere levigata quanto basta a mostrare i segni che la natura ha lasciato su di essa.
È importante la forma: talvolta le rocce possono rappresentare figure di importante valore nella tradizione giapponese e nei miti, come la tartaruga o un airone. La presenza delle rocce deve garantire una sensazione di stabilità, solidità e durezza nel tempo in mezzo a qualcosa che è in continuo mutamento e movimento come l’acqua.
Col tempo però, quel giardino fatto solo con la semplicità della sabbia e della roccia subì diversi cambiamenti, venne arricchito dalla presenza della vegetazione e dall’acqua reale, fino ad allora rappresentata solo metaforicamente dalla ghiaia. Nacquero così due tipi di giardino: il Rinsen e il Sensui. Il primo significa albero e acqua, il secondo stagno e acqua, probabilmente in riferimento alle aggiunte di vasche, piccoli stagni o corsetti d’acqua, piante e anche qualche piccolo ponticello.
Per la sua evoluzione oggi distinguiamo 4 tipi di Giardino Zen:
- Giardino di Shinden-Zukuri, uno stile di giardino sviluppatosi intorno al X secolo riservato solo agli aristocratici, caratterizzato da isolotti e ponticelli dove i nobili potevano organizzare banchetti e riti;
- Giardino di Jodo, stile nato nello stesso periodo di quello Shinden, con il solo scopo religioso di riprodurre il paradiso Buddhista;
- Karesansui, è il paesaggio Zen che già conosciamo, dove si rappresentano montagne, fiumi e mari, grazie all’impiego di materiali secchi; da questo viene infatti la denominazione “paesaggio secco“, usato principalmente dai monaci Zen per la meditazione;
- Giardino del Tè, è il giardino creato circa nel XV secolo dai maestri del Tè come omaggio all’estetica. Doveva essere un luogo rilassante dove, ammirando il paesaggio e godendo delle meraviglie naturali, si attraversava un tortuoso viottolo in pietra chiamato tobi-ishi che portava verso una sala dove era solita tenersi la famosa e sacra Cerimonia del Tè (Cha No Yu).
Gli stili con la quale è possibile trovare le varie componenti del giardino sono inoltre:
- stile Shin (giardino classico);
- stile Gyo (giardino semiclassico) dove di solito si affacciano sala da pranzo e zona letto;
- stile So (giardino di fantasia) verso il quale si aprono gli ambienti più intimi della casa.
Oggi uno dei Giardini Zen più famosi è quello del tempio Ryoan-ji di Kyoto, costruito nel 1450 da Husokawa Katsumoto, personaggio storico appartenente originariamente alla famiglia Fujiwara. Oggi il tempio è patrimonio dell’Umanità.
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