
Grande pensatore, influenzato da diversi autori occidentali, Kitaro Nishida ha introdotto le dottrine del Buddhismo nel pensiero filosofico; il suo pensiero è raccolto nelle opere da lui scritte e che la Mimesis Edizioni ha raccolto in due volumi.
Il primo di questi è intitolato “Uno studio sul Bene”, scritto negli anni di insegnamento del maestro Nishida al Liceo Kanazawa. La ragione di questo titolo, “Uno studio sul bene” è dovuta, come spiega lo stesso autore, alla sua ricerca di comprensione dei problemi che riguardano la vita degli esseri umani e alle sue considerazioni sul concetto di Esperienza Pura come unico esempio di Realtà possibile, facendo chiari riferimenti ad autori e filosofi occidentali come Mach o Hegel.
Il libro inizia con l’esporre le riflessioni dell’autore sull’esperienza vista come unico modo possibile per conoscere e sperimentare il Reale così com’è; a seguire affronta il tema del Pensiero come atto volto a determinare e unificare le relazioni tra le rappresentazioni, nella sua forma più semplice: il Giudizio.
Successivamente affronta il tema della Volontà dove Nishida chiarisce la relazione tra la conoscenza e la volontà, definendo quest’ultima come l’esperienza del passaggio da un’immagine mentale ad un’altra: “volere una certa cosa, significa in ultima istanza dirigere l’attenzione su di essa”, è ciò che infatti afferma l’autore.
Dalla volontà si va poi verso qualcosa che va ben l’oltre l’esperienza: l’intuizione intellettuale o intuizione dell’ideale, ossia quella normale percezione che però dentro nasconde un contenuto più ricco e profondo che trascende e va oltre la normale esperienza.
Terminata la sezione del libro più teorica, si passa poi ad una seconda parte più pragmatica dedicata proprio alla Realtà, punto di inizio di ogni ricerca. Nishida non manca di inserire chiari riferimenti alla filosofia indiana ma anche quella greca antica citando Socrate e Platone sino ad arrivare a Bacon, Locke, Kant e Hegel in un’accurata analisi della realtà, dei Fenomeni di Coscienza, della Natura, dello Spirito e della Manifestazione di Dio.
Dopo aver spiegato la Realtà, una terza parte del libro affronta il “Koui 行為”, ossia l’Agire, la prassi. L’autore si chiede: “Che cos’è il bene? Dove devono trovare compimento le nostre azioni? E in questo, quanto conta la nostra volontà e quanto essa è libera?”
Tutti problemi e riflessioni che da lungo tempo, anzi da sempre, affliggono i filosofi e gli studiosi; come loro anche Nishida affronta con cura e meticolosità tali tematiche aggiungendo alle già profonde riflessioni anche alcune dissertazioni sul valore delle cose. Chiudono poi il libro alcune riflessioni su varie dottrine etiche, pensieri sulla forma del bene, sulla religione, sul bisogno religioso, su Dio e il mondo, sulla conoscenza e sull’amore.
“Uno studio sul bene” è il primo testo pubblicato da Nishida ed è considerato la prima opera originale di filosofia giapponese, intesa come filosofia nel senso tradizionale occidentale del termine ma pensata e scritta per la prima volta in giapponese, una lingua non indoeuropea.
Non fu scritta di getto e secondo uno sviluppo lineare ma è il frutto di una continua rielaborazione di lavori precedenti unito ad un continuo mutare delle proprie riflessioni riviste anche alla luce di momenti di vita non sempre semplici anzi molto spesso travagliati e dolorosi, mescolati a tutte le letture e gli studi filosofici che lo stesso autore ha intrapreso nel corso della sua carriera.
Un lavoro intenso ed elaborato ma che racchiude il frutto di importanti riflessioni, studi e pensieri, una vera e propria eredità preziosa da custodire sia per le generazioni di oggi che per quelle future.
Buona Lettura!
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