“Quattro” non è proprio un numero particolarmente fortunato in giapponese. Avendo una lettura in comune con la parola “morte”, anche in semplici controlli medici o ospedalieri si tende ad evitarlo (non esiste infatti alcun armadietto con questo numero per quando ci si cambia di vestito durante un controllo proprio perché lascia presagire qualche brutto risultato negli esami) ma non solo: anche nei matrimoni si tende ad evitare tale numero (non si danno mai per esempio ¥ 40.000 Yen se si vuole che il matrimonio duri).
Nonostante questo però, c’è una particolare occasione in cui il numero “4” sembra non avere alcuna implicazione negativa: si tratta degli Yojijukugo (四字熟語). Gli Yojijukugo sono “idiomi formati da quattro caratteri”, come il termine stesso dice, che hanno come caratteristica quella di racchiudere in questi quattro kanji un proverbio o un aforisma.
Sono frasi costruite appositamente, riservate a situazioni particolari, e si usano in grande quantità nel linguaggio di tutti i giorni, esattamente come dei veri e propri proverbi.
Recentemente ho condotto un piccolo sondaggio, in cui ho chiesto a 60 dei miei studenti di darmi tre Yojijukugo tra i più rappresentativi. Quello che è stato più citato, per il 38%, è stato Isseki nichou (一石二鳥), che potremmo tradurre come il nostro “prendere due piccioni con una fava”.
Poi è stata la volta di Ichigo Ichie (一期一会) che possiamo tradurre come “ogni incontro è un tesoro unico perchè non si ripeterà più”). Originariamente l’espressione deriva dal famoso rituale della Cerimonia del tè, è un detto talmente famoso che la sua popolarità è dimostrata dal fatto che la pagina Wikipedia Giapponese offre 11 interpretazioni diverse.
Il terzo yojijukugo citato è stato poi Jakuniku Kyoushoku (弱肉強食) che equivale alla nostra “legge della giungla”: “carne debole, il forte mangia” (giusto per tradurlo in modo letterale) ha raggiunto il 16%. A questo proposito due studenti hanno inventato una loro versione più “urbana” di questa legge con 焼肉定食 Yakiniku Yeishoku, cioè “prepara il pasto con la carne grigliata”, dove la fantasia deriva dalla resa del secondo e quarto kanji che sono uguali all’originale e che nel complesso hanno un suono molto simile alla struttura originaria […].
Lungi dunque dal far parte del regno saggio dei proverbi o di quello aulico delle poesie e poemi, gli yojijukugo sono frequentemente usati anche nei contesti più banali o più disparati. Nel linguaggio commerciale, per esempio, molti messaggi promozionali assumono la forma di yojijukugo.
Basta camminare a piedi per la città per accorgersi di cartelli con su scritto ad esempio 火曜定休 Kayou teikyuu (chiuso il martedi), 年中無休 Nenjuu Mukyuu (Aperto tutto l’anno), 本日限定 Honjitsu gentei (solo per oggi), 全品半額 Zenpin hangaku (tutto a metà prezzo) o 大盛無料 Oumori muryou (grande servizio gratuito).
Un secondo uso, abbastanza frequente anche questo, è quello negli avvisi o ordini pubblici. Esattamente come succede in ambito commerciale, anche qui vengono parecchio usati perché grazie ad essi si riesce facilmente a sintetizzare un gran numero di informazioni in modo davvero breve e conciso.
Prendiamo, per esempio, 終日禁煙 Shuujitsu kinen, che dichiara non solo che è proibito fumare, ma che il divieto è valido per tutta la durata della giornata. Tutto questo è spiegato in soli 4 ideogrammi!
Parlando di divieti, esiste un vasto numero di espressioni formati da 4 kanji che contengono proprio la parola 禁止 Kinshi (divieto, proibizione). Tra questo vasto elenco abbiamo ad esempio 立入禁止 Tachiiri kinshi e 進入禁止 Shinnyuu kinshi, che vietano, entrambi, di sconfinare o oltrepassare un confine; 駐車禁止 Chuusha kinshi e 駐輪禁止Chuurin kinshi vietano rispettivamente il parcheggio di auto o biciclette; ma abbiamo ancora 右折禁止 Usetsu kinshi e 左折禁止 Sasetsu kinshi che vietano svolte e curve a destra o sinistra, rispettivamente.
Atti particolarmente pericolosi sono proibiti usando invece 厳禁 Genkin (severamente vietato) come ad esempio in 火気厳禁 Kaki genkin (non usare oggetti infiammabili, pericolo di incendio) oppure 土足厳禁 Dosoku genkin (rimuovere le scarpe prima di entrare).
Un’altra espressione comune tra gli “avvertimenti a 4 kanji” è con l’uso di 注意 Chuui (attenzione). Indispensabile per i guidatori, viene usato per dispensare annunci di ogni genere di potenziali pericoli, incluso anche tamponamenti come afferma 追突注意 Tsuitotsu chuui, il confluire di due corsie in una come afferma 合流注意 Goryu chuui oppure il possibile attraversamento improvviso di bambini secondo l’affermazione 飛(び)出(し)注意 Tobidashi chuui.
A seconda poi della parte del paese in cui ci si trova, si possono trovare anche avvisi su possibili attraversamenti della strada da parte di animali (動物注意 Chuui dobutsu), strada ghiacciata (凍結注意 Touketsu chuui), pericolo di forte vento (強風注意 Kyoufuu chuui), pericolo di frana (落石注意 Rakuseki chuui) o addirittura di valanghe (雪崩注意 Nadare chuui).
Ad ogni modo non c’è bisogno di andare troppo lontano perché anche in normali stanze o sale pubbliche è possibile trovare espressioni composte da 4 kanji. Un esempio è 使用禁止 Shiyou kinshi (vietato l’uso) o 使用中止 Shishou chuushi (uso interrotto, guasto), entrambi usati in riferimento a particolari dispositivi.
Il mio preferito tra tutti è 一歩前進 Ippo zenshin; si tratta di un piccolo promemoria traducibile con “fare un altro passo in più, mettersi un pò più avanti” verso la porcellana per aiutare a mantenere il pavimento del bagno pulito.
A dire il vero comunque, non tutte le espressioni con soli 4 kanji possono definirsi realmente yojijukugo e anche se si può considerare più erudito o poetico dire “prendere due piccioni con una fava” piuttosto che “attenzione ai possibili cinghiali in strada”, il fatto di esprimersi usando solo 4 kanji è qualcosa che ormai fa parte di un’usanza parecchio diffusa nel parlato quotidiano, nella vita di tutti i giorni, sia che si parli di pedoni e cartelli sia che si parli di qualcosa dal significato ben più profondo.
Articolo scritto da Peter Bachhaus per il Japan Times
Traduzione: Sakura Miko
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