Dalla fine dell’Ottocento in poi, i giapponesi si sono distinti per la capacità di correggere e perfezionare le tecnologie in circolazione, ricavandone prodotti di successo mondiale.
Primi esempi di questa grande abilità inventiva sono, tra gli altri, la pila a secco, sviluppata dall’orologiaio appena ventunenne Yai Sakizou nel 1885 e l’incenso antizanzare a forma di spirale, realizzato da Ueyama Eiichirou, sulla base di un’intuizione della moglie Yuki, nel 1895.
L’elenco poi è lungo e comprende, prima della Seconda guerra mondiale, la prima televisione a tubo catodico di Takayanagi Kenjirou o il portamine, la matita automatica ideata da Hayakawa Tokuji (poi fondatore della Sharp).
Dopo la guerra, di pari passo con la rapida ripresa del paese, crebbero i consumi: le famiglie ambivano a possedere gli elettrodomestici (negli anni Cinquanta i cosiddetti “Tre Sacri Tesori” erano il televisore in bianco e nero, il frigorifero elettrico e la lavatrice; nei Sessanta le “Tre C”, colour TV, cooler, car, ovvero televisore a colori, aria condizionata e automobile).
La fame di beni di consumo stimolò la messa a punto di prodotti poi imprescindibili nella vita quotidiana giapponese. Le abitudini in cucina furono rivoluzionate dal bollitore elettrico per riso sviluppato da Minami Yoshitada e dal raamen istantaneo ideato da Andou Momofuku.
L’intrattenimento domestico cambiò volto col registratore VHS della JVC e, soprattutto, con il successo a livello planetario delle console da gioco pionieristiche della Atari, della Sega e della Nintendo.
Il modo di fruire la musica venne trasformato dall’invenzione del karaoke (“orchestra vuota”) e dal Walkman della Sony, commercializzato nel 1979. Non manca mai di destare stupore in chi visita il Giappone l’onnipresente Washlet, il copriwater con bidet incorporato ideato dall’azienda TOTO.
Tra i prodotti tecnologici portatili sviluppati da giapponesi spiccano il navigatore per auto, prodotto per la prima volta dalla Honda nel 1981, e la memoria flash delle chiavette USB ideata da Masuoka Fujio.
Alla ricerca giapponese si devono ancora invenzioni come l’antenna usata per la ricezione televisiva, la comunicazione via fibra ottica, la telecamera endoscopica e i LED a luce blu ad alta efficienza energetica.
Pur risentendo della competizione di Cina, Corea del Sud e Stati Uniti, il Giappone resta un paese che investe molto nella ricerca scientifica e tecnologica, all’avanguardia anche nei settori della robotica e dell’intelligenza artificiale: ne sono esempio il robot Pepper della Softbank, impiegato diffusamente per servire i clienti in vari negozi e alberghi, e l’agilissimo robot Asimo della Honda.
Fonte: estratto dal libro “Giappone” con inserti d’autore di Laura Imai Messina e pubblicato da Touring Club Italiano
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