Suiseki (すいせき o 水石), in Giappone, è l’arte di collezionare e disporre pietre, di particolare forma o aspetto, in maniera tale che possano formare una gradevole composizione che favorisca la meditazione. Il termine Suiseki è in realtà la contrazione delle parole Sansui Kei Seki o Sansui Keijoseki e liberamente indica il significato di “pietra lavorata dall’acqua” (sui = acqua e seki = pietra). Un’altra traduzione, un pò più bizzarra di Suiseki è inoltre quella di “coltivazione di pietre“. Suiseki non indica solamente l’arte della composizione delle pietre ma indica anche quest’ultime, raccolte singolarmente.
Una particolarità dell’Estremo Oriente, specie Cina e Giappone, come sappiamo tutti, è la cura dei dettagli, è il dedicarsi con attenzione alle cose e il prendersene cura. Un’attenzione particolare, come per le piante, i fiori, la natura, le composizioni e le costruzioni, è rivolta anche alle pietre. Non a caso infatti nella creazione di giardini (specie quelli Zen) prima ancora di cercare la pianta o il fiore cercano la pietra giusta e la pongono nel luogo giusto dando ad essa un particolare valore. E’ da questa grande importanza data alla pietra che nasce il Suiseki.
Il grande valore che viene dato alla pietra è dato dal fatto che essa è pensata non come pietra fine a sè stessa ma come parte staccatasi da una montagna o da una roccia ancora più grande. Non è intesa come piccola e insignificante roccia ma come parte di un tutto ancora più grande e completo. E’ il frammento di una montagna, la montagna è un frammento di una catena montuosa che a sua volta è un frammento di una zona geografica ancora più grande. Ogni cosa perciò merita il giusto rispetto e la giusta cura.
In un certo senso rinvia alla visione generale del mondo: è come se noi fossimo piccoli frammenti di un Universo infinito. Siamo quelle piccole rocce che si sono staccate dall’universo perciò l’importanza che dobbiamo a noi stessi, come parte di un infinito universo, è tanta.
Il suiseki è quindi in realtà un insegnamento, è un modo per comprendere quanto è importante avere cura anche delle piccole cose perchè queste saranno parte di un complesso ancora maggiore. Il migliore risultato ottenuto nelle piccole cose dà la possibilità di avere un migliore risultato anche nelle grandi cose. Raccogliere e custodire una singola pietra significa in verità prendere in considerazione, anche se in piccolo, l’intero universo.
Non è tutto: spesso si pensa che la pietra sia una cosa inanimata e che non abbia vita alcuna. Nulla di più sbagliato. Nonostante tutte le apparenze la roccia ha una sua vita, e complessa anche. Al suo interno conserva i mutamenti, i cambiamenti e le condizioni di ciò che la circonda all’esterno. La sua vita sarà forse più duratura di quella di un qualunque essere animato ma è anche la vita che fluisce e muta in tempi lunghi ma soprattutto lenti. In quei tempi lunghi, quasi infiniti, la pietra, attraverso il suo proprio ki assorbe tutte le energie e le manifestazioni della natura e le mostra poi attraverso la sua consistenza, la sua forma, il suo colore sempre diverso a seconda delle circostanze in cui viene a trovarsi.
Per questo si dice: “di per sè la pietra non è niente ma esiste e vive come ogni altra realtà come risultato di continue trasformazioni”.
Per questo motivo, per gli orientali la pietra non è un qualcosa di inanimato ma è una realtà viva; se non fosse così perchè altrimenti l’esistenza di geologi e studi sulle rocce per comprendere ere ed epoche ormai passate?
E’ per questo che il Suiseki ammette nelle sue composizioni solo pietre trovate per caso in natura, lavorate e levigate dalla sola natura e dal tempo e non dall’uomo.
E’ una tecnica valorizzata molto in Giappone dopo che questo lo apprese dalla Cina nel periodo che va circa dal 592 al 628 d.C. Come simbolo la pietra evoca la montagna e da essa riceve tutti i valori di consistenza, forza e tenacia ma è pur sempre associata anche all’acqua poichè l’acqua ne testimonia il suo opposto e complementare. Ovviamente nel suiseki la scelta della pietra è di primaria importanza. Si distinguono infatti tre generi di pietra:
- Tennen Kiseki: pietre naturali simili a delle montagne, valli o che ricordano animali.
- Tenseki: pietre adatte ai bonsai che cambiano a seconda della stagione.
- Kaseki: pietre “decorate” con fossili.
E’ basilare un’attenta osservazione della pietra raccolta. Deve infatti rispettare alcune regole:
- Consistenza: non deve essere nè troppo dura nè troppo friabile.
- Forma: deve avere una forma particolare che dia il senso di energia vitale che fluisce, deve saper catturare l’attenzione proprio per una sua particolarità mostrando anche i segni che il tempo e fenomeni naturali hanno lasciato su di essa.
- Colore: deve essere preferibilmente scuro se non nero affinchè metaforicamente ricordi il nulla e il vuoto perché favorisca concentrazione e meditazione.
- Superficie: non deve essere troppo ruvida ma deve permettere alle mani di poterla toccare e strofinare senza problemi. Non deve essere troppo levigata nè deve essere lavorata o modificata da prodotti e “metodi umani”.
- Dimensioni: le dimensioni devono essere ridotte in modo che possa stare in una mano, che possa essere maneggiata e trasportata facilmente.
Come creare una composizione Suiseki
Per creare un Suiseki è necessario procurarsi una base dove collocare la pietra scelta. E’ importante trovare una base solida e stabile che consenta l’accurata osservazione della stessa da parte di altri sguardi. Il tipo di base adatto è il suiban, un vassoio basso, ovale riempito di sabbia e ghiaia che hanno il compito di tenere ferma e stabile la pietra. Il valore simbolico è lo stesso presente anche nel Giardino Zen: la pietra funge da montagna mentre la ghiaia o la sabbia da lago, oceano o comunque acqua. Un altro tipo di base è il daiza: una base in legno di ciliegio.
L’esposizione del Suiseki avviene nel tokonoma, insieme a un rotolo dipinto e un bonsai che deve essere un pò più piccolo della composizione Suiseki.
Pietre classificate per forma
La forma delle pietre può essere così classificata:
- Paesaggi: sono le rocce che richiamano paesaggi come ad esempio le montagne, cascate, torrenti, isole, litorali, scogli, grotte, stagni, laghi, paludi.
- Oggetti: rocce che richiamano oggetti come case, ponti, animali, uccelli, insetti, pesci ma ancora contadini, pescatori, monaci, parti del corpo.
- Colori: possono essere pietre nere, rosse, blu, rosso porpora, giallo oro, o anche formate da più colori.
- Superfici: possono avere infine forme che richiamano immagini di piante, fiori, frutti, erbe, foglie o possono ricordare la luna, il sole, le stelle, la pioggia.
- Luoghi d’origine: sono anche classificate per i luoghi d’origine come ad esempio Kurama, Kibuze, Setagawa, Sado, Ibigawa, Seigaku o Machiguro.
Le più importanti collezioni Suiseki oggi si possono trovare in Giappone, Cina, Corea, Stati Uniti, Inghilterra, Germania e anche Italia.
Vi consiglio un libro molto interessante che sarà sicuramente utile per chi vorrà approfondire questo affascinante aspetto della cultura orientale:
- L’arte del Suiseki di Vincent T. Covello e Yuji Yoshimura
*** Se trovi gli articoli, le traduzioni e le recensioni di questo sito utili, per favore sostienilo con una donazione. Grazie! ***
Se volete potete distribuire liberamente questo testo, in maniera non commerciale e gratuitamente, conservandone l’integrità, comprese queste note, i nomi degli autori ed il link http://sakuramagazine.com