L’Hou Han Shou ovvero Libri degli Han Posteriori è una delle opere della storiografia cinese ufficiale scritta da Fan Ye utilizzando documenti precedenti e coprendo il periodo storico della dinastia orientale Han che va dal 25 al 220 d.C.
Secondo tale opera la carta è stata inventata nel 105 da un certo Cai Lun, anche se si crede che la sua invenzione possa risalire all’inizio dell’era cristiana.
Come sappiamo, la carta viene realizzata applicando della colla fatta di fibre vegetali spalmata sui fogli e lasciata essiccare; secondo il Nihonshiki o Annali del Giappone, il metodo per realizzare la carta è stato importato in Giappone dal Regno Coreano di Goguryeou nel 610.
Nel corso dei secoli la tecnica per creare la carta è stata modificata e migliorata sino ad impiegare una grande varietà di piante differenti, però solo quattro sono i tipi di fibra usati dai giapponesi per realizzare la carta: Canapa, Gelso, Gampi e Mitsumata.
Canapa – Carta Mashi
La carta realizzata dalla canapa, che in giapponese prende il nome di Mashi, è stata la prima tipologia di carta inventata in Cina e anche la principale varietà di fibra vegetale usata in Giappone nel periodo Nara (710-794). Nel periodo Heian la carta Mashi, realizzata con la canapa, venne sostituita dalla carta Choshi, realizzata con il gelso.
Gelso – Carta Choshi
Probabilmente il motivo per cui le fibre di gelso andarono a sostituire quelle di canapa sta nel fatto che il gelso era molto più facile da coltivare quindi la carta che ne derivava poteva essere prodotta in maggiori quantità.
Anche il processo i lavorazione era più semplice, quindi è facile immaginare quanto fosse diventata popolare in Giappone. Nonostante fosse però abbastanza facile da produrre e lavorare, la carta che ne risultava presentava comunque delle particolarità: le fibre lunghe, soffici e leggere creavano un tipo di carta su cui non si poteva scrivere in ambo i lati, perché data la sua delicatezza, l’inchiostro sarebbe comunque penetrato attraverso facilmente.
Gampi – Carta Hishi
La carta Hishi è un tipo di carta realizzata con le fibre della pianta Gampi, che pare sia stata utilizzata molto nel periodo Nara. Il Kanji con cui si scrive “Hi” di Hishi significa “Bello, Bellissimo”.
Tale significato deriva dal fatto che le fibre di questa pianta sono corte e lasciano passare facilmente la luce attraverso quindi, non solo il tipo di carta è finemente ruvida e robusta ma allo stesso tempo possiede una particolare quanto distintiva delicatezza e trasparenza che la rende incredibilmente elegante e raffinata.
Nonostante sia però trasparente e delicata, al contrario della carta Choshi, la carta Hishi non assorbe e non lascia penetrare l’inchiostro quindi per fortuna è possibile scrivere in entrambi lati di un foglio.
La carta Hishi viene anche chiamata, anche se informalmente, “Tori no ko” ovvero “Cucciolo di uccello” o forse è meglio dire “Carta uovo” per via del suo colore giallo-terracotta che ricorda appunto il colore di un guscio d’uovo.
E’ stata dunque una carta molto apprezzata per le sue qualità, tuttavia ha uno svantaggio: le fibre da cui deriva sono di difficile coltivazione quindi la sua produzione è limitata a piccole quantità, rispetto magari alla carta Choshi. Nonostante questo però, proprio perché limitata nella quantità, la carta Hishi viene considerata come di maggior pregio e valore.
Mitsumata
La carta Mitsumata è un tipo di carta che ha visto la sua produzione già in tempi abbastanza remoti ma che ha visto però la sua larga diffusione solo più tardi, verso il XVIII secolo. Ha caratteristiche simili alla carta Hishi, specie per i fogli similmente sottili.
Veniva usata per la realizzazione di libri stampati, dato che è un tipo di carta nata mescolando fibre vegetali diverse combinate anche a polvere di roccia o di riso.
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