I Norito sono una delle prime e più antiche formule di preghiera della religione shintou, tramandate dal testo dell’Engishiki (927 d.C) e dalla prassi rituale di corte. Sono recitati in occasione dei riti comunitari del villaggio e dei riti imperiali insieme a offerte di riso e sakè per invitare la divinità a scendere fra gli uomini, per tutelare la salute del sovrano e il benessere dello stato.
Uditemi, voi tutti, sacerdoti e officianti qui radunati.
Queste sono le mie parole.
Umilmente rivolgo la mia parola a voi,
dei del cielo e della terra,
venerati in ogni santuario,
per volere dell’augusta antenata del sovrano che,
divina, risiede nell’alta pianura del cielo.
Anche quest’anno ho provveduto alle offerte rituali del sesto mese:
stoffe colorate e sete luminose,
tessuti lisci e tessuti ruvidi.
E ora che il sole del mattino spunta nello splendore della sua gloria,
presento le nobili offerte del nostro Sovrano, progenie di dei,
e compio in modo puro l’atto di venerazione.
Queste sono le mie parole.
Umilmente mi rivolgo a voi, augusti dei,
venerati dalla suprema sacerdotessa di corte.
Pronuncio i vostri nomi:
Kamimusubi, Takamimusubi, Ikumusubi, Tarumusubi, Tamatsumemusubi,
Oumiyanome, Miketsukami, Kotoshironushi,
e vi rendo somma lode.
Benedite il regno del nostro Sovrano, progenie di dei,
affinché permanga stabile e in eterno
e prosperi come un regno di abbondanza.
Per questo, o divini sovrani antenati,
a voi porto le nobili offerte del nostro Sovrano, progenie di dei,
e compio in modo puro l’atto di venerazione.
Queste sono le mie parole. […]
Umilmente mi rivolgo a voi, augusti dei,
venerati dalle sacerdotesse custodi delle porte.
Pronuncio i vostri nomi:
Kushi iha mado no mikoto, Toyo iha mado no mikoto,
e vi rendo somma lode.
Voi che dimorate, immobili e salde come sacre rocce,
alle porte delle quattro direzioni,
voi che aprite le porte all’oscurità della sera,
se uno spirito maligno viene dal basso, proteggete il basso,
se uno spirito maligno viene dall’alto, proteggete l’alto.
Custodite il nostro Sovrano nella luce del giorno come nel buio della notte.
Per questo a voi porgo le nobili offerte del nostro Sovrano,
progenie di dei,
e compio in modo puro l’atto di venerazione.
Queste sono le mie parole.
Umilmente mi rivolgo a voi, augusti dei,
venerati dalle sacerdotesse di Ikushima.
Pronuncio i vostri nomi:
Ikukuni, Taruduni,
e vi chiedo somma lode.
In ciascuna delle innumerevoli isole
su cui esercitate il vostro sacro dominio,
fino a dove una rana può nuotare,
fino a dove il mare spumeggiante può arrivare,
dove vallate anguste sono rese larghe,
dove terre ripide sono rese piane,
senza dimenticare nemmeno una delle miriadi di isole,
tutte le avete affidate al nostro Sovrano, progenie di dei.
Per questo a voi porgo le nobili offerte del nostro Sovrano,
progenie di dei,
e compio in modo puro l’atto di venerazione.
Queste sono le mie parole.
Umilmente mi rivolgo a voi con speciali parole alla solenne presenza
di Amaterasu Oumikami, la grande dea che illumina il cielo,
venerata nel santuario di Ise.
Sulla terra, nelle quattro direzioni in cui il tuo sguardo intenso si posa,
fin dove corre la linea dell’orizzonte,
fino a dove la terra si estende ai suoi limiti,
fin dove le nubi violacee solcano il vento,
fin dove le nubi bianche si addensano ai confini del cielo;
sull’azzurro oceano, fin dove le prore delle navi possono arrivare
senza fermarsi ad asciugare i remi;
sul grande oceano,
fin dove instancabili brulicano le vele;
sui sentieri della terra,
fin dove gli zoccoli dei cavalli possono inoltrarsi,
le cinghie del carico ben strette,
calpestando i sassi e le radici degli alberi,
per lunghi percorsi andando senza sosta, senza riposo;
dove vallate anguste sono rese larghe, dove terre ripide sono rese piane,
hai affidato anche queste terre lontane al nostro Sovrano,
come lanciando infinite corde intorno ad esse e tirandole insieme.
Alla tua divina presenza
ecco, ti sono offerti i primi frutti
in pile come una catena di monti.
E con te serenamente li condividerà il nostro Sovrano,
progenie di dei.
Benedici il regno del nostro Sovrano, progenie di dei,
affinché permanga stabile e in eterno
e prosperi come un regno in abbondanza.
Per volere dei divini sovrani antenati,
come un cormorano che inarca il suo collo, mi inchino
presentando le nobili offerte del nostro Sovrano,
progenie di dei,
e compio in modo puro l’atto di venerazione.
Queste sono le mie parole. […]
Pronunciando speciali parole io ordino
ai sacerdoti e agli officianti di ricevere le offerte
che gli Imibe hanno portato in pesanti sacchi sulle loro fragili spalle
e che hanno preparato e purificato con animo riverente.
Che i sacerdoti e gli officianti le prendano in consegna
e, senza il minimo errore, le presentino agli dei.
Queste sono le mie parole.
Tratto dal libro Storia delle Religioni – Cina- Estremo Oriente
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