La storia della scuola in Giappone dalla Restaurazione di Meiji (1868) può essere divisa nei cinque periodi seguenti: un periodo d’instaurazione (1868-1885) quando fu creata la struttura iniziale del sistema scolastico moderno; un periodo di consolidamento (1886-1916), quando varie leggi scolastiche furono promulgate e fu stabilita una struttura scolastica sistematizzata; un periodo di sviluppo (1917-1936), durante il quale vennero messe in opera le raccomandazioni del Consiglio straordinario per la scuola (Rinji Kyoiku Kaigi; 1917-1919); il periodo della guerra (1937-1945) dominato dalle tendenze militaristiche; infine il periodo attuale (dal 1945 in poi), che cominciò con le norme dettate dalle potenze occupanti.
Difatti dopo la sconfitta, nel 1945, il Giappone fu occupato dalle potenze alleate fino al Trattato di Pace di San Francisco del 1952. Il Rapporto del Comitato Americano per l’Educazione in Giappone, i cui membri vennero in Giappone nel 1946 e nel 1950, diventò il progetto-base del piano per la riforma della scuola.
Il centro della riforma fu la Fundamental Law of Education (1947), che prese il posto del Rescritto Imperiale sull’Educazione come filosofia fondamentale dell’educazione. Basata su quella legge, la School Education Law fu promulgata nello stesso anno 1947; con essa nasceva un nuovo sistema scolastico.
Gli elementi essenziali di questo sistema furono: la sostituzione del sistema a doppio binario duale (per il popolo e l’élite) vigente fino allora, con un canale unico di 6-3-3-4 anni (6 anni di scuola, elementare, 3 anni di scuola media, 3 anni di scuole superiori, 4 anni di università), l’obbligatorietà fino al compimento della scuola media, l’affermazione del principio dell’educazione in scuola mista, e l’istituzione del sistema detto board of education.
Ci sono state più tardi riforme ulteriori della scuola rispondenti ai mutamenti sociali e economici che sono avvenuti in Giappone, e nel 1984 il gabinetto Nakasone ha istituito un organismo consultivo, chiamato “Consiglio Provvisorio per la riforma della Scuola” (Rinji Kyuiku Shinjikai; o con parole più brevi Rinkyosin), che ha presentato un rapporto finale nel 1987, sottolineando il principio del rispetto e dell’incoraggiamento dell’individuo come fine fondamentale.
Tratto dal libro Il Caso Giappone – Educazione e sviluppo nel Paese del Sol Levante di Mauro Laeng, Hervè A. Cavallera, Sandra Chistolini, Koichiro Maenosono, Yasuo Takakuwa, Alberto Nigi e Clara Tsugiko Sakai
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