Jinja 神社 (o jinguu o taisha) è il nome con cui si indica solitamente un santuario shintoista, una zona sacra o una serie di edifici che costituiscono quest’area sacra, compresa anche di area naturale attorno. E’ un luogo dove i fedeli shintoisti si recano per venerare e pregare i kami (divinità). Dal 1946 è stata istituita una Comunità Shintoista, la Jinja Honcho, che unisce in un’organizzazione tutti i santuari del Giappone.
Origine dei Jinja
Inizialmente si credeva che non fossero necessari dei veri e propri santuari e i Jinja fossero solo luoghi sacri aperti temporaneamente in occasione di eventi o festività importanti come i Matsuri: questo perchè la fede shintoista crede che i kami siano onnipresenti, si trovino ovunque e possono apparire in ogni luogo, non hanno bisogno quindi di essere confinati e venerati in uno spazio limitato e definito anche se pur sempre sacro.
In epoche recenti invece sono stati creati santuari chiamati Shaden (社殿), diffondendosi così il culto secondo cui un kami venerato in un santuario, fa di quel luogo la sua dimora sacra: il jinja appunto.
I Jinja
Un santuario shintoista come i jinja, è costituito da parecchi locali ed edifici e sono compresi di Honden (本殿), una stanza speciale contenente il goshitai (御神体) o “Sacro Corpo del Kami”. Di queste stanze, solo l’haiden è accessibile ai laici e si trova dietro l’honden. Altre zone particolari di un santuario shintoista sono l’area dove si trova il Torii (鳥居), l’ingresso sacro al santuario e lo Chouzuya (手水舎), l’area dove si purificano mani e bocca.
A partire dalla seconda metà del periodo Nara fino a tutto il periodo Meiji, templi buddhisti vennero costruiti adiacentemente ai santuari shintoisti: la struttura jinja shintoista che ospita anche un tempio buddhista si chiama Jinguji (神宮寺). Nel 1868 però questo tipo di santuario combinato venne vietato, poichè una legge decise di separare i riti dedicati ai kami dai riti dedicati al Buddha, venendo quindi vietate tutte le pratiche che potessero combinare i riti di entrambe le religioni. Nonostante questo antico divieto, ancora oggi tuttavia molti santuari e templi anche se venerano e seguono riti differenti collaborano ugualmente, soprattutto in occasione di particolari eventi e Matsuri.
Aree di un santuario shintoista
Un santuario Shintoista può inoltre includere le seguenti aree:
- Kaguraten (神楽殿): padiglione dedicato alla danza sacra
- Koma-inu (狛犬): statue guardiane raffiguranti cani-leoni
- Roomon (楼門): portale
- Sessha (摂社): santuario ausiliario
- Massha (末社): altro santuario ausiliario
- Tamagaki (玉垣): staccionata attorno al santuario
- Tourou (燈籠): lanterna
Figure legati ad un santuario
Le due figure più importanti legate ad un santuario sono il Kannushi e il Kami. Un Kannushi (神主) è il sacerdote che è incaricato di custodire un jinja e organizzare le varie cerimonie. Anticamente non c’era il sacerdote e prima molti Jinja venivano custoditi da volontari, oggi invece un monaco buddhista può custodire il suo santuario e badare anche al santuario shintoista vicino.
Il Kami invece è generalmente la divinità shintoista venerata in un jinja, ma in tali santuari spesso possono essere venerati oggi anche divinità, non solo shintoiste ma anche buddhiste e taoiste; addirittura alcuni santuari sono consacrati alla venerazione di persone, che sono state importanti nel corso della storia, come imperatori, oppure figure mitologiche.
Regole di comportamento
Un jinja, come ogni santuario o luogo sacro, è un luogo di pace, quindi ad eccezione di una particolare festa o evento, non si può creare rumore o correre liberamente. A volte i santuari come i jinja organizzano attività per bambini, e quindi qualche atteggiamento più vivace più essere consentito ma comportamenti scorretti e poco rispettosi non sono comuni e accettati per uno straniero: ad esempio per uno straniero un’azione considerata scorretta è quella di bere l’acqua di una fontana chozusha, specialmente in una calda giornata estiva. Ancora peggio, è davvero irrispettoso addentrarsi nell’area sacra senza permesso.
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