Il Giappone intende ogni tipo di arte come metodo spirituale che permette di cogliere la bellezza dell’esistenza, quella bellezza che supera ogni comprensione razionale e va al di là della ragione.
Il Kyudo, il Cha No Yu, l’Ikebana, lo Shodo e altre arti che vanno dalla pittura alla scultura sono strettamente legate agli antichi insegnamenti Zen. In Giappone non si studia o si applica un’arte solo per amore di quell’arte ma lo si fa per riceverne l’illuminazione spirituale che essa ha da offrire.
Il giapponese non si sofferma alla sola dimensione esteriore perchè essa soltanto non offre nulla di spirituale, nulla di profondo; perciò diventa quindi basilare afferrare ciò che è essenziale, ciò che sta nel profondo di ogni cosa comprendendone ogni sua essenza e sfaccettatura senza mai soffermarsi alle sole apparenze.
Questo libro, Lo Zen e l’arte di disporre i fiori (Ikebana), spiega quanto importante, vero e profondo sia il significato delle semplici cose di tutti i giorni che spesso reputiamo di poco conto come ad esempio disporre dei fiori.
Gusty Herrigel ci spiega come disporre i fiori non sia un gesto privo di significato ma sia in realtà l’espressione di una concezione di vita molto più profonda di quanto possiamo immaginare.
Buona lettura a tutti ;)
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