C’è chi deve animare le immagini, chi deve colorarle e chi deve montare le scene… e poi c’è la musica. Questo è il bello degli anime!
E’ così che nascono quelle scene formidabili che neppure un film con grandi attori riuscirebbe a ricreare… . Dietro ogni seguenza degli anime c’è un équipe di professionisti ed è con l’unione di queste forze che si ottiene un grande risultato”
E’ con lo stesso entusiasmo di queste parole, un entusiasmo di chi da bambino si è emozionato davanti alle prime serie televisive animate giapponesi degli anni Settanta che è nato questo libro. Si tratta di un entusiasmo diventato curiosità di capire e di conoscere quella società, quel mondo, quel Paese dove tutto questo è nato e ha sempre avuto un’enorme rilevanza culturale che ha saputo contagiare anche l’interesse e la cultura d’Occidente.
“Storia dell’Animazione Giapponese” scritto da Guido Tavassi ed edito dalla casa editrice Tunuè, è un corposo e ricchissimo volume che ripercorre la storia dell’animazione giapponese partendo dai primordi e dai maggiori artisti che hanno avviato questa rivoluzione culturale sino alla storia della moderna animazione del Sol Levante.
Non si tratta di un almanacco onnicomprensivo o un dizionario enciclopedico ma un saggio storico che illustra l’evoluzione e le trasformazioni che hanno caratterizzato nel tempo l’animazione nipponica, tutta narrata con l’aiuto di fotografie e illustrazioni e menzionando opere, artisti, professionisti, tecniche e aziende che hanno contribuito a questa rivoluzione, facendo anche, quando opportuno, riferimento a eventi sociali e storici che ne hanno fatto da sfondo.
“Storia dell’animazione giapponese” è un testo ricco di contenuti che non raccontano solo la bibliografia mondiale dell’animazione ma vi inserisce anche informazioni sulla produzione non commerciale e industriale tenendo conto di tutti i diversi formati e proponendosi di mettere finalmente insieme tutte le varie tessere di questo grande puzzle che è l’animazione.
Il libro parte proprio dalla stessa parola “Animazione” narrando l’evoluzione stessa della terminologia; prosegue poi con l’illustrare le sue varie parti, dal soggetto alla sceneggiatura, alla sonorizzazione, vocalizzazione e montaggio, sino ad arrivare a costi, mercato, industria e risorse, tutto raccontato attraversando i vari periodi storici.
Il primo da cui si parte è quello compreso tra il 1917 e il 1929 dove protagonista della narrazione è proprio la genesi dell’animazione giapponese con Outen Shimoukawa, Seitarou Kitayama e Junichi Kouchi, gli animatori degli anni Venti e l’avvento del sonoro.
Una seconda parte racconta degli anime ai tempi del conflitto mondiale, dal 1930 al 1945 dove l’animazione diventa “propaganda” e figure mitologiche come Momotaro vengono proposte in questo periodo come liberatori della patria dalla presenza americana post bellica.
Una terza parte del libro racconta l’animazione industriale nata invece nel dopoguerra, tra il 1946 e il 1963, durante i cosiddetti “anni della ricostruzione” dove a fare capolino è il cinema d’animazione della Toei Doga con i primi film brevi e qualche lungometraggio, l’esordio dell’animazione in tv e il primo contributo al mondo degli anime di Osamu Tezuka con Tetsuwan Atom.
Una quarta parte prosegue poi con gli sviluppi dell’animazione d’autore negli anni Sessanta; la quinta parte invece racconta la diversificazione dei generi e il proliferarsi degli studi di animazione, due tra tutti: Toei Doga e Mushi Production, quest’ultimo fondato da Osamu Tezuka.
La sesta parte del volume racconta degli anni dal 1971 al 1983, florido e fortunato periodo per l’animazione, tutta rivolta verso la fantascienza e i robot: è infatti il momento di Go Nagai, dei supereroi e delle astronavi spaziali. Nascono nuovi generi, arriva la Toei Tokyo Movie e fa il suo esordio in tv la NHK.
Di lì a seguire un vero e proprio “anime-boom” con serie di animazione per adolescenti e non, idol, musica e il diffondersi della cultura otaku, termine giapponese di arcaici significati ma che allora come ancora oggi è ampiamente conosciuto e legato ai super appassionati di anime, videogiochi e fumetti.
Un’ulteriore sezione prosegue nella narrazione di questo “anime-boom” e di come sia giunto in Occidente. Interviene tra le pagine un saggio di Marco Pellitteri che spiega il vero significato di questa incredibile rivoluzione culturale e di come abbia velocemente raggiunto in particolare l’Europa e Stati Uniti, specie negli anni Ottanta e Novanta.
A questo proposito non può naturalmente mancare il rilancio del cinema d’animazione negli anni Ottanta e Novanta con il maestro Hayao Miyazaki e la nascita dello Studio Ghibli. Parole d’ordine? Fantascienza e Magia.
Un successo che non si è mai arrestato, quello di Miyazaki, che negli anni ci ha proposto capolavori di indubbia meraviglia e incanto, affiancati ad altri fenomeni, eventi, produzioni che hanno portato il mondo dell’animazione ad un’ascesa che, fortunatamente per gli appassionati, non si è ancora fermata ma continua a crescere e ad evolversi insieme con i tempi.
“Storia dell’animazione giapponese “ si propone con una corposità e ricchezza di contenuti che lo rendono un ottimo testo in grado di colmare vuoti e lacune in un panorama ricco di studi, analisi critiche, documenti e materiale che però mancava di essere riunito e raggruppato in un testo unico, organico e aggiornato. E’ un testo che offre a tutti, studiosi ma anche semplici appassionati, una fonte concentrata di informazioni utili a vantaggio non solo dei lettori attuali ma anche, e soprattutto, dei futuri amatori.
Buona Lettura!
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