Il Giappone conta 23.000 centenari, e ogni anno, da 12 anni, questo numero aumenta del 10%. Sono 427 per ogni 100.000 abitanti, una proporzione quadrupla rispetto all’Italia o alla Francia. Quelli che superano i 90 anni, sono oltre 1.000.000. Ma la differenza fondamentale, rispetto all’Occidente, è che questi traguardi vengono raggiunti con un’ottima salute fisica e mentale, mentre gli occidentali, per quanto allunghino costantemente la vita media, si trascinano vari problemi cronici che ne rendono spesso difficili gli ultimi anni di esistenza.
L’isola di Okinawa (a circa 500 Km sud-ovest del Giappone), migliora ulteriormente questi record: la durata della vita media, di 81,2 anni, è di 2 anni superiore rispetto alla media giapponese, ma allo stesso tempo, c’è un alto numero di bambini, il 19% della popolazione, rispetto al 12% di Tokyo. E ci credereste che fino al 1970, su Okinawa non esistevano medici ufficiali e nemmeno un ospedale?
Contrariamente a quanto si credeva fino a poco tempo fa, non si tratta di una questione genetica. I giapponesi che vanno a vivere all’estero, ed adottano uno stile di vita occidentale, vedono adeguarsi (leggi peggiorare) la loro salute a quella degli occidentali, a differenza di quelli che mantengono le “sane abitudini” della loro nazione.
In “Il Segreto dei centenari di Okinawa”, Jacqueline Armand e Laurent Boucher, esperti conoscitori della cultura locale, studiano ed espongono le caratteristiche dello stile di vita dell’isola, culla di varie arti marziali, e tutt’ora caratterizzata da uno spirito di indipendenza rispetto alla “patria” giapponese: dieta, attività fisica, rapporti sociali, tutto ciò che porta gli abitanti a vivere a lungo felici, sereni e in salute.
Fonte: Armenia Blog
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