I Ninja 忍者, o anticamente Shinobi, erano guerrieri misteriosi o mercenari molto diffusi nel periodo del Giappone feudale. Il ninja era una figura conosciuta per azioni di spionaggio, sabotaggio, infiltrazioni segrete o addirittura assassini a seconda della situazione in cui si trovavano.
Nonostante anche loro possano definirsi guerrieri per il loro, ad ogni modo, combattivo addestramento, si differenziavano di gran lunga dai samurai, principalmente per il loro furtivo e nascosto quasi invisibile modo di operare. I samurai, al contrario dei ninja inoltre, osservavano ferree e dure regole di combattimento e onore, cosa invece non contemplata dai ninja.
Gli shinobi (o ninja) erano in realtà un gruppo specializzato e addestrato appositamente per essere delle spie e mercenari, molto famosi nell’era Sengoku, periodo storico conosciuto per le sanguinose “guerre tra gli stati”. Nel periodo di caos che infatti fu il periodo Sengoku, mercenari e spie erano molto attivi tra le province, molti ninja venivano addirittura ingaggiati dai clan. Dopo l’unificazione del Giappone nell’era Tokugawa, la figura del ninja scomparve insieme ai clan e il loro gruppo venne sostituito da un corpo di agenti segreti chiamato Oniwabanshu.
Con l’arrivo della Restaurazione Meiji (1868), gli shinobi erano diventati parte della tradizione popolare, un puro argomento di fantasia che riempiva di mistero storie e folklore. Il ninja appariva infatti in leggende e miti addirittura con qualità o abilità inventate dal popolo che conferiva a queste figure doti quasi sovrumane: alcuni infatti si racconta fossero in grado di correre o camminare sull’acqua, altri riuscivano a controllare i quattro elementi o altri ancora volare; ciò portò come, ovvia conseguenza, a dare, in Occidente, una visione del ninja come di un coraggioso, abile e misterioso guerriero.
Anche se rimangono comunque differenti rispetto alla figura del samurai, anche i ninja conservavano un loro particolare codice traducibile in un concentrato di saggezza, filosofia e frammenti di vita militare scritti e poi raccolti nel Bansenshukai.
Etimologia della parola Ninja/Shinobi
Una curiosità è da ricercarsi nell’etimologia della parola Ninja/Shinobi. La parola Ninja e la parola Shinobi infatti si riferiscono entrambe alla figura del ninja e non sono altro che la lettura differente di uno stesso gruppo di kanji.
Ninja è infatti la lettura On dei kanji 忍者 mentre Shinobi è la lettura Kun.
Se prendiamo infatti il primo Kanji 忍 la lettura On è “Nin” mentre secondo la lettura Kun è “Shin o Shino(bu)”. Shinobi è inoltre la forma abbreviata della più lunga trascrizione “Shinobi no mono”. Altra curiosità sta inoltre nel significato del verbo Shinobu che significa “celarsi, nascondersi”, cosa non affatto estranea ad un ninja che, come sappiamo tutti molto bene, era solito agire nell’oscurità e l’agire nell’anonimato era la sua principale caratteristica.
La parola Shinobi era in realtà la parola più usata per indicare questa categoria di “agenti segreti”, la parola ninja, anche se di connotazione ugualmente antica, comincia ad essere utilizzata molto più frequentemente della parola Shinobi solo dopo la Seconda Guerra Mondiale in quanto era molto più semplice e facile nella pronuncia per un occidentale che si apprestava a conoscere per la prima volta figure tipiche della tradizione giapponese.
Storicamente però la parola ninja, anche se ugualmente antica non era molto di uso comune ma veniva usata solo in espressioni colloquiali in alcune regioni, lasciando il maggiore uso allo Shinobi. Infatti è solo oggi che si usa la parola ninja ed è per molti la più conosciuta ma se si prova a leggere o ricercare alcuni documenti storici, libri, lettere o scritti antichi, è la parola Shinobi ad essere sempre utilizzata.
I ninja però, come molti film e racconti ci hanno insegnato, non sempre erano solo uomini. A volte, dietro la loro nera maschera e il loro scuro travestimento si nascondevano anche delle abili donne, finemente addestrate. Le donne ninja venivano chiamate Kunoichi くノ一. Questi due kana e un kanji, pronunciati rispettivamente “ku”, “no” e “ichi” formano insieme il kanji 女 Onna che significa appunto “donna”. Ma sembra che questa non sia la sola spiegazione. Ne esistono diverse, molte delle quali legati a racconti popolari.
Per chi volesse approfondire e saperne di più su queste, ormai leggendarie figure della cultura giapponese consiglio:
- Ninjutsu. Segreti e tecniche dei ninja di Donn F. Draeger
- Il libro dei sei anelli. I segreti dei ninja per raggiungere uno stato superiore di comprensione e conoscenza di Jock Brocas
- Ninja. Il guerriero ombra di Joel Levy
- Le pratiche spirituali dei ninja. Dominare le porte della libertà con la filosofia di vita e le discipline mentali dei guerrieri giapponesi di Ross Heaven
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