E’ stato inaugurato a Tokyo un museo interamente dedicato all’eroico diplomatico giapponese Chiune Sugihara (1900-1986) che nel 1940, all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, nella sua posizione di viceconsole nipponico a Kaunas, Lituania, salvò la vita a migliaia di ebrei, rilasciando loro visti di transito per sfuggire alla persecuzione nazista.
I “visti per la vita”, come furono subito chiamati dalle centinaia di persone che ogni giorno premevano contro il cancello del consolato, permettevano di lasciare la Lituania stipandosi sui vagoni della linea ferroviaria transiberiana, sino a Vladivostok, e da lì imbarcarsi per il Giappone, per poi proseguire via mare fino ai porti dell’ospitale Canada.
Nel piccolo Paese baltico furono 190mila gli ebrei sterminati dai nazisti, circa il 90 per cento della popolazione, mentre 6mila sopravvissero grazie a Sugihara, che agì contro il suo governo, allora alleato di Hitler: “Ho disobbedito agli ordini del mio imperatore” ribatté a chi in patria lo accusava di tradimento, “ma se non l’avessi fatto avrei disobbedito a Dio”.
Nel 1985 Israele lo pose tra i “Giusti tra le nazioni”, i non ebrei che rischiarono la vita per aiutare gli ebrei, e nel 2000 Tokyo riconobbe ufficialmente il suo eroismo con una lettera di scuse consegnata personalmente alla famiglia dal ministro degli Esteri.
Ora il museo testimonierà la sua dura battaglia, a cominciare da quella contro se stesso per decidersi a ignorare gli ordini delle forze. Gli ultimi “visti per la vita” li firmò e li consegnò dal finestrino del treno che già si muoveva per portarlo a Berlino, sua nuova destinazione diplomatica.
In visita di Stato in Lituania, il premier giapponese Shinzo Abe si è seduto alla scrivania di Sugihara. “Sono davvero fiero di lui come giapponese” ha esclamato commosso.
Fonte: Articolo scritto da Silvio Piersanti per il Venerdì di Repubblica del 26 aprile 2019.
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