Tutto era pronto per la visita di Leiji Matsumoto a Torino, Bologna e Reggio Emilia, che era iniziata nel migliore dei modi, con una toccante conferenza stampa al Municipio della capitale sabauda e con una lectio magistralis agli studenti dello IAAD.
Venerdì 15 novembre alla sera, al cinema Massimo, dopo lo show di Gianni Giuliano, il maestro è apparso stanco e dolorante ed ad un certo punto ha dovuto interrompere la sessione di firme ed è stato ricoverato in ospedale per un malore, gonfiato dai media in maniera eccessiva, ma che non gli ha permesso di partecipare agli eventi dei giorni successivi e che l’ha portato a ridimensionare anche i suoi impegni futuri in Giappone.
Chi aveva prenotato la conferenza sulle sue donne al MAO sabato alle 11 e l’incontro di domenica alle 17 alla Scuola Holden ha visto annullare gli eventi, per ovvi e comprensibili motivi, e sono saltate anche l’inaugurazione di sabato di statua e mostra su Capitan Harlock al Mufant, Museo del fantastico, e la premiazione del concorso artistico di domenica mattina al Museo del cinema.
Il Mufant, Museo del fantastico e della fantascienza, ha deciso comunque di posizionare la statua di Capitan Harlock, in omaggio e di buon augurio al maestro, proprio all’ingresso della rampa e della scala con cui si accede al Museo in via Reiss Romoli 49 bis e di inaugurare la mostra sui quarant’anni di Capitan Harlock, nei locali del Museo e visitabile fino a gennaio 2020.
La mostra in particolare risulta essere toccante, nostalgica e coinvolgente per chi era davanti alla televisione allora: realizzata grazie al contributo della socia dell’Associazione culturale Leiji Matsumoto Daniela Aphrodia presenta un percorso all’interno di memorabilia quali 45 giri, adesivi, giornalini, locandine cinematografiche, album di figurine, programmi TV, modellini, action figures, bambole e il mitico cinevisore Mupi, mandato in pensione dall’avvento dell’home video.
Il materiale in mostra è infatti tutto di quarant’anni fa e non è riferito poi all’ondata di oggetti e fumetti che sono arrivati, originali, a partire dagli anni Novanta, ma racconta una stagione di materiale prodotto in Italia, a volte usando fotogrammi originali come le figurine Panini, spesso ridisegnando le immagini, una stagione in cui giravano i mitici soldatini Atlantic, poi diventati oggetti rari dopo la fine improvvisa dell’azienda, e in cui al cinema venivano distribuiti film di montaggio con gli episodi degli anime, perché in molti non avevano la televisione a colori.
La passione cresciuta negli anni per Harlock è rappresentata poi per contro da alcuni cels originali dell’anime provenienti dal Giappone. Un tuffo nel passato con uno dei personaggi più amati di sempre, quindi, per ricordare da dove sono nate passioni arrivate in fondo fino ad oggi, in attesa di avere buone notizie del maestro Matsumoto e poter di nuovo volare con lui verso l’infinito.
Qui di seguito alcune foto della mostra, scattate da Elena Romanello:
Articolo scritto da Elena Romanello per SakuraMagazine
Se volete leggere i libri scritti dalla nostra amica Elena Romanello della collana “I Love Anime” allora vi consiglio:
- Capitan Harlock. Avventure ai confini dell’Universo
- Candy Candy. «Eravamo tutte innamorate di Terence…»
- Sailor Moon. La bella ragazza guerriera
- Il mito di Lady Oscar (Hinomaru)
*** Se trovi gli articoli, le traduzioni e le recensioni di questo sito utili, per favore sostienilo con una donazione. Grazie! ***
Se volete potete distribuire liberamente questo testo, in maniera non commerciale e gratuitamente, conservandone l’integrità, comprese queste note, i nomi degli autori ed il link http://sakuramagazine.com