Masaaki Katabami è un content producer che lavora a Tokyo. Oltre ad occuparsi della produzione di manga e della realizzazione di mascotte per clienti, Katabami pubblica anche Burgeon, una rivista libera semestrale per manga indirizzato al pubblico otaku femminile.
Disponibile al Tokyo Comiket, la rivista ha ormai raggiunto il sesto anno di vita. Nel 2012, Katabami ha scritto due libri su due dei più grandi “rappresentanti” culturali del Giappone: il manga “One Piece” e il gruppo idol AKB48.
Il primo libro, dal titolo “What One Piece’s Words Tell Us”, è stato pubblicato nel febbraio dello scorso anno ed ha venduto 50.000 copie mentre il secondo libro, dal titolo “What AKB48’s Words Tell Us”, pubblicato lo scorso ottobre, ha superato già le 10.000.
Katabami vive e lavora ad Akihabara, che considera il centro di subcultura giapponese e che ama come se fosse il centro dell’Universo. (Ecco che ci racconta qualcosa circa le sue idee):
“Io non sono un otaku, ma ho il cuore di un otaku quindi so quello che loro provano. Io porto le idee degli otaku ai clienti che hanno bisogno di sapere e conoscere le loro opinioni per aiutarli ad aumentare i loro margini di profitto. Usando i manga e simpatici personaggi, i clienti possono rendere i loro prodotti più accattivanti e appetibili per questa nuova fetta di mercato: gli otaku appunto. Inoltre, quando i clienti non sanno bene spiegare qualcosa attraverso foto o slogan, riescono invece a farlo meglio con i manga.
Siamo in grado di gestire praticamente qualsiasi cosa online. Raramente incontriamo persone online. Comunicare tramite mail può essere facile esattamente come incontrarsi di persona, e inoltre è molto più veloce e quindi anche migliore per gli affari.
Finché un progetto è divertente, lo faccio. Ricevo richieste di aziende di medie dimensioni che mi chiedono di aiutarli ad aumentare le vendite o fare qualcosa di divertente a fini propozionali. Per esempio, il proprietario di un ristorante una volta, voleva vendere un prodotto per Akihabara. L’idea è stata quella di usare una salsa da versare sul carry giapponese per renderlo ancora più delizioso.
Dovete sapere che Akihabara è famosa per il curry quindi abbiamo pensato che avremmo potuto vendere la salsa facilmente. Il suo ristorante ha così creato varietà diverse di salsa e mi ha mandato dei campioni per gli assaggi. Ne abbiamo parlato via email, abbiamo scelto tramite foto la migliore bottiglia da usare e poi io ho fatto realizzare ad un mangaka un personaggio Moe (carino e adorabile) per l’etichetta. L’unica volta che ho dovuto lasciare il mio ufficio, per questo lavoro, è stato solo per girare per alcuni maid cafè per chiedere se loro volevano rivendere la salsa.
E’ importante tenere sempre tutto in chiaro per evitare problemi. Una volta un cliente mi inviò una richiesta, io riassumo le sue idee insieme con le mie e aggiungo anche la trama del manga o il vestito della mascotte. Dopo condivido il progetto via email con tutti i mangaka, incluse anche le cifre di pagamento.
Di 600 artisti consultati, arrivo a ricevere circa 20 responsi con le loro proposte. Una volta poi che il cliente sceglie l’illustrazione che meglio preferisce annuncio il risultato della scelta ai mangaka. In questo modo ogni artista, scelto o meno, può conoscere anche quali sono le aspettative degli imprenditori e cosa il mercato cerca.
Quando un uomo sa cucinare bene, non ha alcun motivo per sposarsi. Io amo cucinare e festeggiare con gli amici. Molti di loro sono single e nessuno di noi sente la necessità o la fretta di sposarsi. Possiamo fare qualsiasi cosa anche da soli. Essere single significa sentirsi liberi.
La cultura del “kawaii” giapponese rende le persone felici. In molti paesi in via di sviluppo, i bambini non hanno ancora la possibilità di accedere a molti tipi di giocattoli come noi in Giappone. La nostra cultura “kawaii” è già apprezzata in molte parti del mondo, però io mi auguro che presto riusciremo a portarla e farla conoscere anche in quei paesi che hanno difficoltà economiche. Se noi riuscissimo a rendere anche là i bambini più felici allora potremmo dire che la nostra missione sarà compiuta.
Anche le belle notizie possono però celare il lato meno bello. Tokyo ospiterà le Olimpiadi del 2020. Questo è sicuramente meraviglioso però nonostante questo, tutto quello che io riesco a provare è responsabilità. Penso che sia una cosa tipica di noi giapponesi. Viviamo in uno stato di perenne preoccupazione, quindi lavoriamo sodo e per fortuna poi otteniamo risultati eccellenti. Però mentre noi continuiamo a “preoccuparci”, il resto del mondo può rilassarsi: le Olimpiadi del 2020 saranno grandiose!
Non c’è bisogno di agire da poveri, nemmeno se lo siamo. Io non sono ricco e nemmeno nobile però vivo con ideali e nobili principi. Questo concetto ci insegna che chiunque deve comportarsi come un cittadino responsabile. Tutti dobbiamo esserlo.
L’immagine delle persone giapponesi nel mondo è buona e positiva. Siamo visti come persone serie, laboriose ma anche a volte infantili e innocenti. Tutto vero. Noi non vogliamo essere ricchi ma vogliamo essere felici. E lo siamo. I manga catturano l’attenzione del giapponese molto di più di qualsiasi altra forma d’arte.
Questo perchè i giapponesi crescono leggendo i manga. Come un falco che dall’alto riesce a notare un piccolo topo da qualche parte sotto, noi vediamo manga ovunque. Il nostro cervello si emoziona e ci ritroviamo a leggere immediatamente. Per questo motivo il manga è diventato anche il miglior strumento pubblicitario.
La storia fa da re. La qualità dell’arte non è così importante quanto invece lo è la storia.
Il Giappone è la terra della “libertà”. Noi possiamo disegnare personaggi selvaggi, sexy, vestiti con fantastici costumi e farli agire secondo la nostra fantasia. Ogni forma di espressione è accettata proprio perchè nella vita reale abbiamo il buon senso comune di non fare mai nulla di male. Abbiamo un forte codice morale nella vita reale, che però possiamo perdere almeno nell’arte e nella fantasia.
In Giappone ci sono molti soldi, purtroppo però finiscono nelle mani sbagliate. Quindi molti content producers sopravvivono a malapena, anche se il governo giapponese ha stanziato un badget illimitato per il progetto Cool Japan. Purtroppo però, tutti i soldi vanno direttamente alle agenzie pubblicitarie. Sarebbe più sensato invece darli ai content producer e cosplayer, che potrebbero davvero mostrare al mondo quanto divertente sia il Giappone”.
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