Apple Inc. è sempre stata amata dal popolo giapponese. Anche durante i suoi anni più difficili, nel 1990, dopo che venne espulso il suo co-fondatore Steve Jobs
e la compagnia era sull’orlo del fallimento, i prodotti Macintosh
continuavano ad essere tra i preferiti in Giappone più che in altri paesi.
A quel tempo la Apple vendeva il 10% dei personal computer quando nel mondo la percentuale era del 5%. Poi, dopo che Steve Jobs fece ritorno, il suo lettore iPod
riuscì a battere l’allora Sony Walkman
situato al primo posto in Giappone. Da questo grande successo, ne seguì poi l’iPhone
, diventato un vero e proprio best-seller in Giappone, nonostante l’80% delle persone aveva già accesso ad Internet sui propri cellulari normali. Il successo fu quindi notevole, considerando che era disponibile al terzo posto nei principali mercati insieme alla terza classificata compagnia telefonica Softbank […]
Era noto che Steve Jobs avesse un particolare affetto per la cultura giapponese, soprattutto era riconosciuto il suo amore per lo Zen, sushi e il suo maglione dolcevita nero marcato Issey Miyake; si spiega quindi ora perchè ai giapponesi piaceva così tanto, o forse era perchè Jobs aveva più volte dimostrato rispetto per le compagnie di elettronica del calibro della Sony, in particolare la Sony degli anni d’oro. Qualunque sia il vero motivo, il fatto è che in Giappone ci sono sempre stati dei fan fedeli alla Apple.
Non c’è da stupirsi quindi se ora la terra del Sol Levante ha pensato a Steve Jobs come un perfetto protagonista di un manga e la sua biografia come una grande storia da raccontare. Mentre Jobs viene celebrato ad Hollywood con un film interpretato da Ashton Kutcher, in Giappone lo rivivono con un manga. Nel 1984, l’anno in cui la Apple ha introdotto il suo computer Macintosh tramite uno spot televisivo diretto dall’ormai famoso Ridley Scott, il mangaka Mitsuru Sugaya ha scritto un manga dal titolo “Apple II Story“ per la rivista per ragazzi Korokoro Comic. Sugaya è meglio conosciuto per il suo manga per bambini (poi trasposto anche in anime) dal titolo “Game Center Arashi“, che ha avuto inizio nel 1978 e che racconta di un ragazzo amante dei videogiochi di nome Arashi che si scontra con i suoi rivali in giochi popolari come “Space Invades“.
Il mangaka Sugaya ha inoltre creato molti altri manga tutti riguardanti la tecnologia, computers, radio, macchine telecomandate e altre invenzioni tecnologiche per ragazzi. I suoi manga hanno in passato colpito molti giovani adolescenti e li ha ispirati nella scelta delle loro carriere tanto che molti di quei bambini sono oggi ingegneri. Il suo omaggio alla Apple quindi è stato un altro modo per mostrare ed esprimere il suo interesse verso il mondo della tecnologia e dei computer. Nel 2008 Sugaya ha ripubblicato l’intero manga “Apple II Story” digitalmente sul suo blog.
“Steves” invece, dal famoso team Ume (composto da Takahiro Ozawa e Asako Seo), è una serie e-manga che segue e racconta le storie dei giovani fondatori della Apple, Steve Jobs e Steve Wozniak. La storia è stata scritta da Keiichi Matsunaga. Il gruppo di artisti Ume è principalmente conosciuto per la loro premiata serie “Dai Tokyo Toybox”, ma sono anche conosciuti per il loro manga pubblicato nel 2010 dal titolo “Aozora Finder Rock“, ricordato come primo e-manga giapponese pubblicato su piattaforma Kindle di Amazon negli Stati Uniti. Il manga Steves è quindi il secondo manga digitale che ha visto la pubblicazione con il suo primo episodio nel 2011, rilasciato gratuitamente.
E’ stata successivamente rilasciata una versione inglese disponibile su Barnes & Noble’s Nook. Lo scorso novembre, il gruppo Ume ha deciso di aumentare i costi di produzione per il secondo episodio sul sito giapponese Campfire (molto simile a Kickstarter o IndiGoGo) ottenendo così un successo strepitoso: raccolsero infatti mezzo milione di yen nelle prime due ore, il record più alto mai ottenuto su questo tipo di servizio. Generalmente, gli autori di manga giapponesi vivono sotto il controllo degli editori: gli Ume non sono stati risparmiati da questo e hanno infatti avuto diverse serie di successo pubblicando anche sulle tradizionali riviste. Però l’interesse del team rimane comunque quello di far arrivare i propri lavori direttamente ai lettori usando l’ultima tecnologia e la storia della Apple e dei suoi “due famosi Steve” ne è stato un chiaro esempio. In accordo con Campfire, il manga sarà rilasciato in quattro uscite da 10 pagine ciascuno.
Un altro manga ancora che racconta la fondazione della Apple è quello realizzato dalla mangaka Mari Yamazaki: il titolo dell’opera è “Steve Jobs” e avrà il suo debuto il 25 marzo nella rivista mensile Kiss, un magazine rivolto alle donne adulte. Mari Yamazaki è meglio nota per il suo manga best-seller “Thermae Romae“, una storia ambientata tra l’antica Roma e il moderno Giappone. L’anno scorso la serie è stata la seconda per incassi.
Ora l’artista si è cimentata nella realizzazione delle illustrazioni per l’adattamento comico della biografia di Steve Jobs; la serie è stata però scritta da Walter Isaacson. Mari Yamazaki è di certo una mangaka particolare che ha ricevuto molte influenze: ha vissuto in Europa per circa 20 anni e attualmente vive a Chicago con il marito italiano. Inoltre si pensa che la biografia di Jobs per le lettrici donne può forse non essere la scelta più ovvia o sensata ma se riuscisse a far interessare le donne alla vita e ai tempi del fondatore della Apple allo stesso modo in cui ha fatto interessare tutti ai costumi e bagni dell’antica Roma, sicuramente sarà un altro grandissimo successo per lei.
E’ inoltre interessante notare come tutti questi artisti che si sono cimentati nel raccontare la storia di Jobs hanno di sicuro un grande amore e interesse per lui e la sua vita; tutti loro hanno una cosa in comune: ognuno di loro ha fatto qualcosa che altri artisti mangaka non hanno fatto, toccando un argomento che nessun altro ha mai provato ad affrontare. Alla ricerca di qualcosa di nuovo da raccontare sono tutti pionieri esattamente come lo era Steve Jobs: forse è per questo che si sono sentiti attratti da lui e da ciò che ha fatto.
Fonte: articolo scritto da Akky Akimoto per il Japan Times
Traduzione: Sakura Miko
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